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Sabato, 12 Settembre 2015 14:46

Il calcio italiano segue il modello tedesco: caccia ai talenti con 70 centri federali

Scritto da redazione

Riportiamo l'articolo uscito sul quotidiano "La Stampa" di venerdì 11 settembre, a firma Guglielmo Bucchieri, "Futuro in casa. Tecnici ad hoc e 70 centri federali: il calcio italiano a caccia di talenti Ecco il piano, sul modello tedesco".

 

C’è stato un momento in cui il calcio tedesco ha deciso di interrogarsi, a fondo e senza veli: fuori al primo turno ad Euro 2000, stessa sorte quattro anni dopo e secondo posto Mondiale in mezzo senza gloria perché il successo non fu mai nemmeno sfiorato nella finale con il Brasile (tre i ct cambiati in sei anni contro i sei nei 75 precedenti). La medicina? Giovani, giovanissimi sotto osservazione in un sistema piramidale che prevedeva (e, adesso, prevede) centri di formazione federali sparsi sul territorio e allenamenti sotto lo sguardo attento dello staff della federazione ogni lunedì per migliaia di ragazzini che inseguono il sogno più grande.

Nazionale in difficoltà

A interrogarsi, e non da oggi, è rimasto un calcio italiano in crisi di identità, senza gol in Nazionale e con il ct Conte costretto a «cucire l’abito con quello che c’è». Il tema è sempre lo stesso: manca il talento, si fa fatica a scoprirlo e, soprattutto, se scoperto in tempo c’è il rischio che si perda. Così, numeri alla mano, ecco il contropiede che la Federcalcio sta per completare e che, nelle intenzioni, dovrà servire al cambio di rotta: entro fine settembre, il governo del nostro pallone presieduto da Carlo Tavecchio darà vita alla rivoluzione, tecnica e culturale. La Germania è il modello, la via italiana è pronta, come un impegno, in risorse umane ed economiche, che fa dire a qualcuno «non ci scapperanno più i futuri campioni...». 

Sedi in tutte le regioni

Il piano d’azione è il seguente. In principio ci saranno circa settanta centri per lo sviluppo del calcio giovanile a coprire ogni regione: nelle strutture già esistenti della Lega Dilettanti o in campi affittati dalla federazione, ogni lunedì, per tre ore, si alleneranno i ragazzi dai 12 ai 14 anni sotto la responsabilità di uno staff federale, di un nutrizionista, di preparatori atletici di alto livello. La vicinanza del centro federale dalla società di appartenenza sarà un assist per tutti quei ragazzi impossibilitati, altrimenti, a lavorare al di fuori delle propria realtà. I centri della Figc arriveranno a circa 200 nel breve periodo e vi lavoreranno tecnici di Coverciano.

L’investimento previsto è di quattro milioni di euro, con un successivo aiuto da parte di sponsor, già attivi (la Puma) o interessati al progetto. «Da noi ci sono 800 mila ragazzi Under 17, è il momento che qualcuno li guardi. Basta spese in Sudamerica», ha più volte ribadito Tavecchio. Il quale, nel suo programma elettorale, aveva messo fra i primi punti proprio lo sviluppo di un sistema che partisse dal basso (la nascita dei centri federali sarà destinata anche al movimento al femminile). Gli ultimi ritocchi alla rivoluzione forse più attesa verranno dati dai responsabili del Settore Giovanile e Scolastico. Poi, il prossimo consiglio federale, darà il via libera definitivo. In Germania qualcosa è cambiato perché, oltre ai risultati dei grandi, sono le nazionali giovanili ad aver invertito la rotta: in Italia qualcosa dovrà muoversi per ridare fiato a un calcio in attesa di una ripartenza costruita sui propri gioielli. Al calcio dei giovani da proteggere e far crescere si è dedicata anche una nazione che, adesso, raccoglie applausi e consensi dopo anni di anonimato: si tratta del Belgio dei ragazzi terribili che girano il mondo nelle grandi squadre e che con la maglia del loro paese avanzano pretese importanti negli appuntamenti che contano. 

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