Venerdì, 15 Novembre 2024

PANCHINE - Il direttore tecnico Vincenzo Manzo ha confermato Tino Romeo in Under 19, Alessandro Bettega in Under 17, Antonio De Gregorio in Under 16 e Marco Olivieri in Under 14. Academy Vanchiglia: Adelino Zennaro (ex Bacigalupo) in U15, Marco Di Fini promosso in U14


“Abbiamo scelto di dare continuità al lavoro svolto quest’anno. Gli allenatori sono un po’ come i giocatori quando allenavo io, bisogna dare loro fiducia e tempo, bisogna aiutarli e non giudicarli. Ho trovato persone serie, umili, preparate, con fame e passione, giusto continuare con loro”. Così Vincenzo Manzo, direttore tecnico del Vanchiglia, spiega la logica che ha portato alla conferma pressoché in blocco degli allenatori granata, a partire da Ramon Binandeh sulla panchina della Prima squadra insieme al vice Gianni Di Girolamo.

Nel settore giovanile, l’unico volto nuovo è quello di Giuseppe Fratello, ex Nichelino Hesperia, che arriva per allenare l’Under 15, ereditando il gruppo da Mirko Martello, già annunciato dalla Cbs per l’Under 19. Gli altri allenatori salgono di una categoria insieme ai gruppi già seguiti nella stagione che si sta concludendo: Tino Romeo in Under 19, Alessandro Bettega in Under 17, Antonio De Gregorio in Under 16 e Marco Olivieri (che aveva gli Esordienti) in Under 14.

Deciso anche lo staff tecnico della neonata Academy Vanchiglia, che nella sua prima stagione iscriverà due squadre. Per l’Under 15 arriva Adelino Zennaro, ex Bacigalupo, mentre l’Under 14 è stata affidata – con un’altra promozione interna - a Marco Di Fini, classe ’91 fresco di Uefa C, che arriva dagli Esordienti 2011 granata.

Definito anche lo staff dei preparatori atletico, con ben 7 professionisti capitanati dal professor Paolo Zilocchi, e i preparatori dei portieri, che nel settore giovanile saranno Paolo Bertot (confermato in società) e Francesco Gatti (dal Lucento).

UFFICIALE - L’ex Gabetto, Lascaris e Alpignano presentato dai Galletti: “Grazie all’Alpignano per questi tre anni straordinari e pieni di soddisfazioni, tornare al settore giovanile è un grande stimolo”


È ufficiale: Carlo Pesce saluta l’Alpignano e diventa il nuovo responsabile del settore giovanile. È la stessa società biancorossa a comunicarlo con un comunicato stampa.

“L’Asti comunica che per la stagione 2023-2024 Carlo Pesce sarà il nuovo responsabile del settore giovanile: allenatore dal 1973, direttore sportivo per dodici anni, colleziona successi tra Atletico Gabetto, Lascaris, in cui ottiene un titolo regionale con i 2000, e Alpignano. Proprio in quest’ultima società, grazie alla sua esperienza, la prima squadra cresce e dalla Promozione raggiunge il campionato di Eccellenza. Collaboratore del Torino F.C. in qualità di osservatore, consigliere AIAC, ritorna con l’Asti al settore giovanile, con l’obiettivo di far crescere i ragazzi e di portarli tra le fila della prima squadra.

Completano l’organigramma i già noti Antonio Ballario, responsabile dell’agonistica, e Mauro Burbello, responsabile dell’attività di base”.

Carlo Pesce inizia con un saluto affettuoso all’Alpignano: “Qui ho vissuto tre anni straordinari e pieni di soddisfazioni, con la vittoria del campionato di Promozione e il mantenimento dell’Eccellenza. Con la Juniores siamo abbiamo perso la finale regionale l’anno scorso, mi piacerebbe chiudere in bellezza domenica con la Coppa Piemonte, sarebbe il coronamento di una collaborazione che mi porterò nel cuore, perché Alpignano è davvero una famiglia, ringrazio tutti per questi anni in cui sono stato benissimo. Come tutte le cose belle, c’è un inizio e c’è una fine”

Poi la nuova avventura con i Galletti: “Prima di tutto devo dire che sono contento che abbiano pensato a me, se ancora mi cercano alla mia età, è una grande soddisfazione calcistica e umana. Ballario lo conosco da tanti anni, l’avevo preso come allenatore all’Atletico Gabetto in Promozione, è un uomo di calco come Isoldi, come il presidente, qui ad Asti c’è una bellissima realtà in una piazza davvero importante. E devo dire che, dopo tanti anni, tornare al settore giovanile non mi dispiace, anzi. Adesso sto lavorando agli allenatori e a qualche collaborazione importante, ci saranno presto altre novità”.

PANCHINE - Ecco le scelte del responsabile del settore giovanile Salvatore Stanizzi: Pino Viesti in Under 16, Enrico Barra in Under 15 e Vincenzo Paone in Under 14


Un volto nuovo e tante soluzioni interne nello staff tecnico definito dal Ciriè Calcio per la stagione 2023/2024, con la regia del responsabile del settore giovanile Salvatore Stanizzi.

La novità è Piero Carnabuci, nella scorsa stagione all’Ardor San Francesco, che torna a Cirié per occuparsi dell’Under 17. Pino Viesti sale di categoria, passando dall’Under 14 alla guida dell’Under 16. Promosso anche Enrico Barra, che lascia gli Esordienti e prende l’Under 15. Infine il nuovo allenatore dell’Under 14 è Vincenzo Paone, ex Caselle e Borgaro, che passa dalla Juniores al gruppo dei 2010, accompagnandoli nel loro esordio dell’attività agonistica.

TRIANGOLARE - Prima giornata delle final six amara per i biancoazzurri, che si illudono con l’1-1 di Cordola ma alla fine cedono i tre punti ai veneti. Potrebbe non bastare neanche battere il Tau Altopascio nella partita di domenica


Adesso si fa durissima. L’Alpignano esce sconfitto con il risultato di 3-1 dalla trasferta sul campo del Montebelluna, valida per la prima giornata del triangolare che qualifica alla finale nazionale Under 15, un ko compromette in modo probabilmente decisivo il cammino dei biancoazzurri verso lo scudetto: domenica ad Alpignano servirà vincere contro Tau Altopascio con uno scarto maggiore e poi incrociare le dita, perché anche i tre punti potrebbero non bastare.

I ragazzi di Gianluca Baseggio hanno giocato una buona partita, nella trasferta veneta, dimostrando per l’ennesima volta di essere una squadra vera, quadrata e coraggiosa. Dopo un primo tempo sofferto, ma chiuso a reti bianche, l’Alpignano subisce lo svantaggio dopo soli due minuti nella ripresa, in seguito a una mischia in area risolta da Cappelletto. Ma Cordola pareggia già all’8’ con una grande conclusione dalla distanza. L’Alpignano c’è, ma purtroppo è solo un’illusione, perché un minuto dopo il Montebelluna torna subito in vantaggio, con un altro gol fortunoso firmato da Signori, che ribadisce in rete una respinta miracolosa di Traversi. Con i biancoazzurri alla ricerca del pareggio, nel finale arriva anche il tris dei veneti, che rende difficile - se non impossibile - da scalare la salita verso la finale nazionale per l’Alpignano.

MONTEBELLUNA-ALPIGNANO 3-1
RETI: st 3' Cappelletto (M), 8' Cordola (A), 9' Signori (M), 39' Marraffa (M).
MONTEBELLUNA: Basso, Mazzarotto, Cappelletto, Tessariol, Mossolin, Markovic, Tuon (34' st Mores), Signori (28' st Pacini), Pizziola (31' st Marraffa), Cecchin, Tessaro (1' st Rossi). A disp. Guizzo, Sanson, Bordignon, Bernardi. All. Vernucci.
ALPIGNANO: Traversi, Rossano (18' st Russo), Ferjani, Miceli, Curri, Donadio (20' st Ledda), Amorosi, Fioccardi (28' st Caputi), Cretu (34' st Calì), Pennucci, Cordola. A disp. Greco, Celotti, Raimondo, Calliero. All. Baseggio.

COLLABORAZIONE - Ufficiale l’accordo tra le due società, già unite dai colori rossoneri. “Servirà a migliorare la preparazione dei nostri istruttori e la qualità della nostra offerta” spiega il nuovo responsabile delle giovanili


“Il progetto Milan Academy Italia si caratterizza per un approccio metodologico che pone al centro le componenti rilevanti per il benessere e la crescita del bambino: le diverse figure adulte coinvolte (insegnanti, tecnici, genitori, dirigenti) e il loro legame, individuandone linee di sviluppo e rispondendo ai bisogni durante il suo percorso di crescita. Un approccio attuato sia nelle scuole calcio che nei centri tecnici, secondo principi e procedimenti finalizzati a promuovere la cultura dello sport attraverso l’insegnamento del gioco del calcio”.

Così si legge sul sito ufficiale del Milan, da sempre unita al Caselle per i colori della maglia rossonera e, adesso, unita anche con l’affiliazione che è stata ufficializzata negli scorsi giorni. Un importante passo in avanti per la società del presidente Nicadro Pertosa, che si sta ristrutturando intorno alla figura di Fabrizio Capodici: con il nuovo direttore sportivo delle giovanili sono già arrivati l’allenatore della Prima squadra Luca Filograno, il responsabile delle giovanili Paolo Comità, e la coppia Federico Fava-Adriano Panepinto per gestire la scuola calcio.

“Per noi è un passaggio molto importante - spiega proprio Capodici - perché uniamo la crescita della società a un marchio di valore internazionale come quello del Milan. I nostri istruttori avranno la possibilità di formarsi con stage a Vismara e i tecnici del Milan verranno qui da noi per delle lezioni in aula e sul campo. Inoltre potremmo collaborare anche per quanto riguarda i tornei e apriamo un canale privilegiato per i nostri migliori talenti. Siamo molto contenti e ringraziamo il Milan per la fiducia che ci ha accordato”.

PANCHINE - Ecco lo staff tecnico rossonero: Miles Renzi in Under 17, Marco Masera in Under 16, Gianni Carbone in Under 15 e Giovanni Venere in Under 14


La Cbs ha definito gli allenatori delle giovanili in vista della stagione 2023/2024, il responsabile Michele Camposeo ha scelto la linea della continuità confermando in blocco lo staff tecnico. Miles Renzi, ormai fedelissimo della società rossonera, continua con la categoria Under 17, passando dai 2006 ai 2007 che nella scorsa stagione erano stati allenati (ma non fino alla fine) da Carlo Barberis, già annunciato dal Lascaris come nuovo allenatore della Juniores. Rimangono invece con le squadre già allenate quest’anno, salendo quindi di una categoria, Marco Masera, in Under 16 con i 2008, e Gianni Carbone, in Under 15 con i 2009. Stesso discorso per Giovanni Venere, che tiene i 2010 nel salto dagli Esordienti all’attività agonistica dell’Under 14.

L’unica novità si registra sulla panchina dell’Under 19, gestita in sinergia con il nuovo direttore sportivo Salvatore Cuccarese. Al posto di Antonio Filoni arriva Mirko Martello, che nella scorsa stagione era all’Under 14 del Vanchiglia, in precedenza anche istruttore nel Centri federali territoriali.

SOCIETA’ - Cambio di proprietà in corso, un pool di imprenditori (non solo Claudio Bello e Marco Palmiere, usciti negli scorsi giorni) sta subentrando a Stefano Sorrentino. A rappresentarli l’ex direttore sportivo di Chisola e Pro Vercelli: “Prioritario rimanere a Chieri, ne stiamo parlando con la proprietà. E vogliamo confermare Cerutti, Canavese, Di Luca e tutti gli altri”


Sarà Alberto Gusella la figura di riferimento del nuovo Chieri, che saluta Stefano Sorrentino ma non ha nessuna intenzione di rivoluzionare la struttura operativa della società: “Il nostro obiettivo è cambiare il meno possibile, sia per la stima che nutriamo nei confronti dei dirigenti e degli allenatori che hanno lavorato finora, sia per la tempistica in cui ci troviamo ad operare” spiega l’ex direttore sportivo di Chisola e Pro Vercelli.

Ieri si è tenuta la tanto attesa riunione con gli addetti ai lavori, che doveva chiarire il futuro della società chierese, cui ha presenziato in prima persona Stefano Sorrentino (che, nell’occasione, avrebbe annunciato il suo passo indietro e chiesto ancora qualche giorno di pazienza, ma vige la regola del “no comment”). La notizia più importante arriva però fuori dall’incontro, perché Alberto Gusella ha deciso di uscire allo scoperto: “La società sta cambiando proprietà, ci sarà un pool di imprenditori importanti a sostenere il Chieri, al di là di quelle che saranno le cariche. Dal punto di vista sportivo le idee sono chiare: vogliamo confermare chi quest’anno ha lavorato con professionalità e valorizzare le persone di Chieri, penso a Omar Cerutti, Andrea Canavese, Mirko Di Luca e tutti gli altri”. Per la Prima squadra, invece, il nome che circola è quello di Fabio Nisticò.

Il nodo centrale è e rimane il futuro dell’impianto sportivo Rosato, la casa del Chieri che è rimasta in gestione all’ex presidente Luca Gandini. Anche su questo punto Gusella è categorico: “Il Chieri deve rimanere a Chieri, non c’è altra soluzione. Per questo stiamo parlando con chi di dovere per trovare la quadratura del cerchio”.

PANCHINE - Ufficiali gli allenatori delle giovanili: Rino Vanacore in Under 17, Ciro Annichiarico in Under 16, Domenico Primerano in Under 15 e Alessandro Iaccarino in Under 14, escono Simone Berger (PiscineseRiva), Gianfilippo Laspina e Davide Ippolito (Pancalieri Castagnole in Promozione)


Tante conferme, una novità e una pazza idea: così si stanno delineando le panchine del Pinerolo in vista della stagione 2023/2024. Iniziamo dalle certezze, che riguardano le quattro annate del settore giovanile, che stanno crescendo grazie alla sapiente regia del responsabile Enzo Scalia. L’unico volto nuovo è Rino Vanacore, nell’ultima stagione ad Asti, che allenerà l’Under 17 (qui il nostro articolo). Per l’Under 16 fiducia a Ciro Annichiarico, che sale dagli Esordienti 2010 alla guida del gruppo 2008. Domenico Primerano, vicecampione regionale con l’Under 17, riparte dall’Under 15, mentre Alessandro Iaccarino rimane nella categoria Under 14, passando dai 2009 ai 2020. Oltre a Simone Berger, che prende la strada verso la PiscineseRiva, escono di scena anche Gianfilippo Laspina e Davide Ippolito, che lasciano la Juniores nazionale e vanno insieme al Pancalieri Castagnole, per allenare in Promozione.

E la pazza idea? Riguarda proprio la Juniores nazionale, per la cui panchina è vicinissimo l’accordo con Christian Mandredini, 434 presenze e 43 gol da professionista in una lunga carriera iniziata nelle giovanili della Juventus e passata – tra l’altro – per il Chievo dei miracoli e la Lazio, ma anche per Genoa, Fiorentina, Perugia, Osasuna e per la nazionale della Costa d’Avorio. Allenatore, dirigente e anche in FIGC come responsabile dell’area sud dei Centri Federali Territoriali, Manfredini potrebbe firmare in questi giorni con il Pinerolo; nel caso, il suo braccio destro sarebbe Antonio Vallarelli.

COLLABORAZIONE - Ufficiale l’accordo tra le due società, già unite dai colori rossoneri. “Servirà a migliorare la preparazione dei nostri istruttori e la qualità della nostra offerta” spiega il nuovo responsabile delle giovanili


“Il progetto Milan Academy Italia si caratterizza per un approccio metodologico che pone al centro le componenti rilevanti per il benessere e la crescita del bambino: le diverse figure adulte coinvolte (insegnanti, tecnici, genitori, dirigenti) e il loro legame, individuandone linee di sviluppo e rispondendo ai bisogni durante il suo percorso di crescita. Un approccio attuato sia nelle scuole calcio che nei centri tecnici, secondo principi e procedimenti finalizzati a promuovere la cultura dello sport attraverso l’insegnamento del gioco del calcio”.

Così si legge sul sito ufficiale del Milan, da sempre unita al Caselle per i colori della maglia rossonera e, adesso, unita anche con l’affiliazione che è stata ufficializzata negli scorsi giorni. Un importante passo in avanti per la società del presidente Nicadro Pertosa, che si sta ristrutturando intorno alla figura di Fabrizio Capodici: con il nuovo direttore sportivo delle giovanili sono già arrivati l’allenatore della Prima squadra Luca Filograno, il responsabile delle giovanili Paolo Comità, e la coppia Federico Fava-Adriano Panepinto per gestire la scuola calcio.

“Per noi è un passaggio molto importante - spiega proprio Capodici - perché uniamo la crescita della società a un marchio di valore internazionale come quello del Milan. I nostri istruttori avranno la possibilità di formarsi con stage a Vismara e i tecnici del Milan verranno qui da noi per delle lezioni in aula e sul campo. Inoltre potremmo collaborare anche per quanto riguarda i tornei e apriamo un canale privilegiato per i nostri migliori talenti. Siamo molto contenti e ringraziamo il Milan per la fiducia che ci ha accordato”.

INTERVISTA - L’ex attaccante oggi è allenatrice: “Il metodo ISS dà a ogni atleta una maggiore padronanza dell'attrezzo in tutte le situazioni, ciò si traduce in una maggiore consapevolezza in campo, saper affrontare le varie fasi di gioco nel migliore dei modi con una conoscenza tecnica che permette di padroneggiare spazio e tempo sul rettangolo verde”.


Ciao Melania, partiamo dal presente: dopo una vita passata sui campi da calcio, cosa fa la Melania di oggi?

“Dopo aver lasciato il calcio giocato ho intrapreso la strada da allenatrice, mi sono dedicata per diversi anni al settore giovanile; lavorare sulla crescita delle piccole mi ha arricchita molto. Poi ho deciso di provare a lavorare con ragazze più grandi: ad oggi alleno la primavera femminile, il lavoro è totalmente diverso rispetto a quello del settore giovanile, ma assolutamente gratificante”.

Hai giocato tantissime partite ad alto livello, ce n'è una a cui sei particolarmente affezionata? Perché?

“Le partite sono state tante, sia con il club che con la nazionale, ma quella a cui sono affezionata particolarmente, sia a livello emozionale che di campo è sicuramente la semifinale di Champions con il Verona. Perché? Bastava semplicemente uscire dal tunnel per arrivare sul campo e vedere uno stadio pieno di gente, ai tempi non eravamo sicuramente abituate a palcoscenici del genere… e poi perché una semifinale era un traguardo davvero difficile da raggiungere, ma un grande gruppo e la determinazione lungo tutto il cammino sono stati gli ingredienti che ci hanno permesso di vivere quella notte indimenticabile”.

Una vita da attaccante: come è cambiata l'interpretazione del ruolo negli ultimi anni di calcio femminile? Quali differenze o analogie vedi tra te e le attaccanti di oggi?

“Credo che l'attaccante di oggi abbia modificato più che cambiato i propri compiti e movimenti, nel senso che oggi cambiano i sistemi e i principi di gioco e di conseguenza anche il ruolo dell'attaccante è diverso rispetto a qualche anno fa: attaccante non è più solo quello che realizza, ma è un giocatore in grado di fornire presenza fisica, tecnica e gioco per la squadra”.

Che differenza trovi tra il calcio femminile italiano e quello europeo o mondiale? Il gap che li separa è ancora così ampio?

“Penso che la differenza tra il nostro calcio e quello europeo stia proprio nella base. C'è una cultura che va cambiata, bisogna mettere le giocatrici nelle condizioni di poter giocare ad alti livelli con le strutture giuste, con il lavoro, la mentalità che serve, l'attenzione, i media, gli sponsor… Sono tutti aspetti legati tra di loro che limitano la crescita di questo movimento. È chiaro che poi il risultato sul campo è diverso, i ritmi sono diversi, il gesto tecnico è diverso. Anche se la perseveranza (una delle migliori caratteristiche che noi donne abbiamo) non ci manca, serve tanto altro. Certo è che col passaggio al professionismo qualcosa è cambiato, ma bisogna dare ancora più possibilità di crescita”.

Al giorno d'oggi si fa fatica ad associare il termine "successo" a valori come il sacrificio e la fatica; la realizzazione professionale viene intesa come un dono piovuto dal cielo. Raccontaci come hai raggiunto i tuoi traguardi, la tua figura può essere considerata come fonte ispirazione per tante giovani calciatrici: quale consiglio ti senti di dare?

“Questo è un argomento che a mio parere deve essere trattato con assoluta importanza. È necessario far capire ai giovani che qualsiasi obiettivo (sportivo e non) deve essere raggiunto con i propri mezzi, con tutte le difficoltà del caso, non con la mediazione di altri o attraverso strade apparentemente meno tortuose. Ho ottenuto qualsiasi cosa attraverso il sacrificio, spesso ho fatto delle rinunce e ci sono state difficoltà lungo la strada. Ho dovuto organizzarmi tra calcio e scuola con orari a volte assurdi, ma era semplicemente quello che volevo e rifarei tutto senza ombra di dubbio. Nulla si ottiene per caso, niente ci viene regalato: bisogna volerlo, crederci e lavorarci, ogni giorno. Il consiglio che posso dare alle giovani è di avere coraggio e forza per raggiungere i propri obiettivi”.

Hai sperimentato il metodo ISS e fai parte del progetto ISS women: cosa ti ha convinto a credere nel nostro lavoro?

“Non c'è stata nessuna opera di convincimento. È bastato vedere il lavoro sul campo: un metodo di lavoro importante, intenso, dettagliato. Credere nella crescita e nel miglioramento continuo di ogni giocatore o giocatrice, questo per me è importante”.

Hai avuto una grande carriera, pensi che l'esistenza di un centro di formazione come il nostro in tempi non sospetti avrebbe potuto giovare alla tua crescita?  Quale può essere il contributo di ISS al movimento calcistico femminile?

“Assolutamente sì, credo che un lavoro personalizzato secondo il metodo ISS, a suo tempo, mi avrebbe messa nelle migliori condizioni in diverse dinamiche di gioco. Il contribuito che possiamo dare a ogni atleta è una maggiore padronanza dell'attrezzo in tutte le situazioni, ciò si traduce in una maggiore consapevolezza in campo, saper affrontare le varie fasi di gioco nel migliore dei modi con una conoscenza tecnica che permette di padroneggiare spazio e tempo sul rettangolo verde.

Per la prima volta nella storia il calcio femminile italiano si affaccia al professionismo, ma sono figure come la tua che hanno contribuito a dare lustro al movimento prima di raggiungere questo status. Cosa hai provato una volta appresa la notizia?

“Diciamo che abbiamo dovuto lottare molto più del dovuto per ottenere il minimo che ci spettasse..sono orgogliosa di avere fatto parte di questo lungo e difficile percorso che ci ha condotto a nobilitare una "professione" a tutti gli effetti che incredibilmente non veniva riconosciuta come tale. Sono contenta del risultato raggiunto: un traguardo importante per le atlete di oggi e per le generazioni future, ma non deve essere la fine”.

Qual è la giocatrice che più ti ha impressionato nell'arco della tua carriera?  E la calciatrice più forte del momento?

“Ci sono state diverse compagne che mi hanno impressionato, ma se devo fare due nomi dico Chiara Gazzoli e Patrizia Panico. Figure importanti che da giovane mi hanno ispirato. Condividere il campo con loro mi ha permesso di crescere come giocatrice rubando ogni giorno un po' della loro preziosa esperienza. Tra quelle che ho affrontato dico senza dubbio Marta e Lotta Schelin: semplicemente di un'altra categoria. Oggi invece non credo ci sia una sola giocatrice, ci sono tante giovani italiane e non che stanno facendo molto bene. Il futuro del calcio femminile è in ottime mani, o meglio in ottimi piedi”.

Quali differenze trovi tra l'allenamento individuale e quello di gruppo? Hai portato parte del nostro metodo nelle sedute di allenamento della tua squadra?

“Nell'allenamento individuale si lavora molto nel dettaglio e ancora di più sulla correzione. Naturalmente anche nel lavoro di gruppo ci sono queste due componenti, sta all'istruttore o istruttrice avere la capacità di riportarle durante la seduta, magari anche attraverso esercitazioni situazionali. Ricordiamoci che ogni situazione di gioco è un insieme di gesti tecnici che all'interno di essa possono e devono essere migliorati.  Ho portato parte del nostro metodo negli allenamenti della mia squadra e i risultati si sono visti. Naturalmente è servito un periodo di adattamento per tutte le atlete che non erano abituate a lavorare molto dal punto di vista tecnico, ma ora a distanza di tempo i risultati sono evidenti”.

LA CARRIERA

Melania Gabbiadini (Calcinate, 28 agosto 1983) è un'ex calciatrice italiana, di ruolo attaccante, sorella maggiore di Manolo, giocatore della Sampdoria.

Con l'AGSM Verona ha vinto il campionato italiano per cinque volte, delle quali tre consecutive (2004-05, 2006-07, 2007-08, 2008-09, 2014-15), due Coppe Italia (2005-06, 2006-07) e tre Supercoppe italiane (2005, 2007, 2008). Nel campionato italiano ha segnato 233 reti in 276 presenze. Ha fatto parte della rosa della nazionale italiana in quattro edizioni del campionato europeo (Inghilterra 2005, Finlandia 2009, Svezia 2013, Paesi Bassi 2017), vestendo la maglia azzurra della nazionale in 121 incontri e realizzando 51 reti.

A livello personale è stata nominata calciatrice dell'anno AIC per quattro anni consecutivi dal 2012 al 2015, corrispondenti alle prime quattro edizioni del premio. Nel 2016 è stata inserita nella Hall of Fame del calcio italiano, categoria "calciatrice italiana". È stata premiata col Pallone Azzurro nel 2016 come miglior calciatrice italiana.