L’ANALISI - Una finale fuori dai pronostici ha portato il secondo titolo regionale della storia biancoazzurra, la chiusura perfetta di un lungo capitolo. Ben oltre le aspettative anche la stagione del Lucento di Alessandro Pierro, che merita un solo commento: bravo!
Alzi il ditino chi, a inizio stagione, avrebbe preventivato l’Alpignano campione regionale della categoria regina delle giovanili, l’Under 17. Va bene la vittoria del SuperOscar, ma di solito chi parte così forte non arriva fino in fondo (anche se questa regola non scritta, quest’anno, andrebbe proprio cancellata). Va bene la vittoria del campionato a pari merito con il Lucento, ma il girone era così così e le favorite rimanevano altre. E invece fino in fondo sono arrivate proprio quelle due, Alpignano e Lucento: magari non le squadre più forti, ma alla fine l’unico giudice è il pallone e le uniche sentenze che contano solo quelle del campo.
La regola imprescindibile, dentro e anche fuori dal campo, è solo una: non si molla mai. Qui c’è un simbolo, che veste la maglia biancoazzurra numero 8, indossa la fascia da capitano e si chiama Gabriele Brancato. La sua prestazione, in finale, è stata semplicemente commovente: a tutto campo, con un mix pazzesco di qualità e quantità, a recuperare palloni come un mediano, a giocarli come un regista, a guidare la squadra come un vero leader. Da lacrime anche il fido scudiero Davide De Carlo, rimasto in campo nonostante l’infortunio alla mano che lo farà poi uscire e capace di segnare il gol che ha chiuso la partita con un sinistro perfetto. Le partite si vincono in mezzo al campo, diceva il saggio, e così è stato anche nella finalissima classe 2007, dove i centrocampisti biancoazzurri si sono esaltati e quelli lucentini, invece, non sono riusciti a esprimere le loro qualità, oltre a corsa e grinta encomiabili. Ma non solo, all’interno di una squadra da 10 e lode è la “spina dorsale” alpignanese che si è esaltata: Fasano un gatto tra i pali, Costa un centrale insuperabile, Brunazzo un puntero imprendibile, a differenza (dispiace dirlo dopo una super stagione) del numero 10 lucentino Esposito, uno che deve fare la differenza e, quando non la fa, si vede.
Una partita non la fanno solo i giocatori, però: ci sono anche gli allenatori. E allora, passando dal campo alle panchine, ci sono due storie bellissime. Da una parte Andrea Bovolenta, niente fumo e solo arrosto, sempre lontano dai riflettori, ma capace di sfruttare in modo perfetto la grande occasione della sua carriera: alla prima stagione in una big come l’Alpignano, ha portato a casa il suo primo titolo regionale, il secondo nella storia della società di via Migliarone. E dall’altra Alessandro Pierro, un nome che è sinonimo del Lucento: dalle sue parti non si passa, e fino all’ultimo secondo non si molla, manco fossimo oltremanica. Da tempo tra i migliori allenatori del Piemonte, in carriera ha giocato 5 semifinali regionali, ma questa era la sua prima finalissima: la sua squadra ha giocato un primo quarto d’ora da incubo, andando sotto di due gol, ma la sua spinta dalla panchina è stata semplicemente pazzesca, a livello caratteriale e anche tattico (con il passaggio alla difesa a 3, per chi non se ne fosse accorto). Alla fine non ce l’ha fatta neanche stavolta, ma - come si è scritto da solo sui social - lo ribadiamo senza timore di smentita: bravo!
Allarghiamo ancora lo sguardo. Una stagione non la fa solo la squadra: c’è anche la società. Se Pierro al Lucento è ormai una componente inscindibile, ad Alpignano era l’ultimo ballo per chi, negli ultimi 10 anni e anche di più, ha preso in mano una società senza ambizioni e l’ha portata, passo dopo passo, fino ai vertici del Piemonte, dimostrando che anche nel calcio dilettantistico i soldi contano, ma non sono l’unica cosa che conta. Christian Bellanova e il suo braccio destro, Antonio “Tony” Seminerio, ci hanno messo fantasia, conoscenza, dedizione, coraggio. Nelle ultime tre stagioni, hanno lavorato insieme a Mimmo Dilonardo, direttore sportivo delle categorie Allievi, decisivo nella costruzione di questo gruppo dai grandi valori. Perché un conto è prendere i giocatori usciti da Juventus e Torino, un altro è andare a pescarli al Pianezza, al Paradiso Collegno, al Rosta.
Primo titolo regionale con l’Under 15 solo 12 mesi fa, primo SuperOscar a settembre, cosa volete di più? Beh, intanto il secondo titolo regionale. E non ditegli che adesso in ballo c’è uno scudetto…