Mercoledì, 27 Novembre 2024
Martedì, 26 Novembre 2019 17:56

Lo psicologo dello sport. Chi è? Cosa fa? A chi si rivolge?

Scritto da Edoardo Ciofi

1 - La psicologia dello sport è una branca della psicologia che, soprattutto negli ultimi anni, è in grande espansione nel mondo del calcio e non solo. L’intento di questa rubrica di Edoardo Ciofi è quello di presentare, volta per volta, un ambito del mental training di utilità all’interno del mondo del calcio.


In questo primo articolo si cercherà di presentare la figura dello psicologo dello sport andando ad approfondire gli ambiti di applicazione, a chi può essere utile e una panoramica generale sulla figura dello psicologo dello sport in Italia.

Chi è lo psicologo dello sport?

Lo psicologo dello sport è un professionista che, dopo aver conseguito la laurea quinquennale in psicologia, si è formato, attraverso dei corsi o master della durata di uno o più anni, all’applicazione dello studio della mente nei confronti dello sport.

Di cosa si occupa lo psicologo dello sport?

Lo psicologo dello sport si occupa di supportare atleti, squadre, staff nell’allenamento di dinamiche mentali utili per poter, da un lato, migliorare le proprie prestazioni in campo, ma dall’altro, stare bene come persona a 360°. 

Le principali aree di lavoro, all’interno del calcio, sono:

- Gestione dell’ansia e delle emozioni

- Allenamento di dinamiche cognitive (attenzione, concentrazione, focalizzazione, ecc.)

- Lavoro sul gruppo squadra 

- Lavoro con gli allenatori (formazione, osservazione)

- Lavoro con lo staff

Che differenze ci sono con altre figure?

Lo psicologo è uno psicologo a tutti gli effetti ma, per esempio, non dobbiamo immaginarci un tipo di lavoro come il classico lavoro dello psicologo “clinico”. Lo psicologo dello sport, infatti, si occupa di applicare sul campo le sue conoscenze per stimolare ed allenare le capacità degli atleti. Anche se c’è una parte di lavoro individuale, questa differisce dal lavoro dei colleghi clinici poiché di tratta di potenziamento e allenamento di abilità più che di risoluzione di problemi legati a dinamiche mentali.

La differenza che c’è con i mental coach è che questo tipo di figure si occupano solo di una piccola parte del lavoro di allenamento mentale (il mental coaching appunto), tralasciando tutte le dinamiche che ruotano attorno. Senza dimenticare che il mental coaching è comunque uno strumento che lo psicologo dello sport utilizza nella sua professione.

A chi si rivolge?

Come dicevo prima, lo psicologo dello sport lavora, all’interno dello sport, a 360°. L’ambito di lavoro principale sono gli atleti, ma è importante potersi interfacciare con tutte le figure di riferimento nell’ambito sportivo (genitori, allenatori, staff, dirigenza, ecc…). 

Le modalità di lavoro possono essere quella di consulenza pratica sul campo o di formazione in aula.

E nel calcio?

Lo psicologo dello sport all’interno del calcio sta, negli ultimi anni, avendo un espansione sempre maggiore. 

Ovviamente, a differenza di quanto si possa pensare, non ci si rivolge solo al professionismo di alto livello, ma, anzi, sono sempre di più i colleghi che lavorano nei settori giovanili di squadre più o meno professionistiche. Forse un punto di criticità è ancora il professionismo dove, soprattutto nelle prime squadre, ancora la figura non è ben posizionata, a differenza di altri paesi europei dove ogni i società professionistica ha uno o più psicologi al loro interno che lavorano dalla prima squadra ai settori dei primi calci.

Quello che è importante da chiarire è che, il rapporto che si instaura tra lo psicologo dello sport e l’allenatore è un rapporto importante, di fiducia del fatto che non c’è sovrapposizione tra i ruoli ma che sono differenti e ben definiti nella testa del professionista. 

Questo argomento sarà approfondito nelle successive rubriche. 

Ultima modifica il Giovedì, 28 Novembre 2019 09:15

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