Giovedì, 28 Novembre 2024

INTERVISTA - A soli 30 anni è secondo il Primavera e responsabile dell’attività di base: “Qui grazie a Massimo Gardano, un maestro. Lavoriamo perché i bambini del territorio crescano con noi e arrivino fino alla prima squadra”.


In panchina con la Primavera, come ‘secondo’ prima di Massimo Gardano, poi di Stefano Melchiorri. Tra campo e scrivania come responsabile dell’attività di base. Non mancano certo gli impegno a Giovanni Russo, a soli 30 anni già una figura centrale negli ingranaggi della Pro Vercelli.

Giovanni, direi che gli impegni non ti mancano.

“No, sono molto impegnato, ma ne sono felice perché lavorare con la mia passione, il calcio, è quello che ho sempre desiderato. Sono arrivato a Vercelli l’anno scorso, come secondo di Massimo Gardano, e in questa stagione la società mi ha chiesto di occuparmi anche dello sviluppo dell’attività di base, un lavoro iniziato da Paolo Guidetti che io sto portando avanti. Insieme a Christian Peretti, che mi aiuta a livello organizzativo, abbiamo rinnovato tutta la scuola calcio, dall’Under 13, fiore all’occhiello del settore, che sta facendo bene nel campionato nazionale, fino al più piccolo dei nostri tesserati, un 2018”.

Di che numeri parliamo?

“Abbiamo più di 200 tesserati, quasi il doppio rispetto all’anno scorso, con due o tre gruppi per annata. Il territorio ha accolto in maniera positiva le nostre proposte, vogliamo valorizzare i ragazzi di Vercelli e dintorni e inserirli in un percorso a lungo termine. Per esempio, i nostri 2010 passeranno nel Settore giovanile gestito da Mattia Rolfo e saranno la base per la costruzione della futura Under 14”.

Quindi i rapporti con le società del territorio sono positivi.

“Ci siamo mossi bene anche con il progetto Academy, che oggi conta 14 società a noi affiliate, non solo nella provincia di Vercelli. Senza il territorio che ti sostiene non puoi fare buon lavoro. In questa zona non ci sono tantissimi abitanti, devi collaborare con tutti. Quando un ragazzo è pronto deve essere interesse delle società dilettantistiche proporcelo, deve essere motivo di orgoglio anche per loro. Un po’ come fa la Juventus, con le debite proporzioni”.

Obiettivo finale del tuo lavoro sulla scuola calcio?

“Attraverso una metodologia di lavoro comune, far crescere i nostri ragazzi e tenerli con noi il più a lungo possibile: noi dobbiamo puntare a portare fino alle categorie nazionali, se non addirittura alla prima squadra, i bambini che iniziano il percorso con noi. Se riusciamo, vuol dire che abbiamo lavorato bene, dallo scouting alle modalità di allenamento. È questo l’obiettivo non mio, ma della società Pro Vercelli: ragazzi come Alessandro Louati e Matteo Rizzo ne sono l’esempio”.

Passiamo al tuo secondo impegno, la Primavera.

“Diciamo che sono il filo conduttore tra le varie gestioni: prima con Massimo Gardano, ora in prima squadra, poi Stefano Melchiorri. Nonostante un momento di appannamento nel momento del cambiamento, siamo rientrati in zona playoff e abbiamo chiuso la regular season al quarto posto. Ora ci aspettano i playoff, quindi l’obiettivo fissato a inizio stagione è stato raggiunto. Bravi i ragazzi a rimanere concentrato nonostante i cambiamenti, insieme abbiamo svolto un bel lavoro”.

Un bel lavoro che non è ancora finito…

“No, anzi io dico sempre che siamo solo all’inizio, vogliamo arrivare il più lontano possibile, la rosa e le capacità le abbiamo. Non dico altro perché sono scaramantico”.

Facciamo un passo indietro. Raccontaci il tuo percorso come allenatore e come sei arrivato a Vercelli.

“Ho iniziato ad allenare a 18 anni, da calciatore mi sono fermato presto per problema cardiaco. Vianney, l’oratorio sotto casa mia, poi Cbs e Chisola in scuola calcio, poi ho lavorato con Gianni Iuliano al Cenisia. Fondamentali sono stati i 4 anni di Federazione, ho collaborato allo sviluppo dei Centri federali e ad altri progetti, insieme a Luciano Loparco e al mio amico Diego Salvamano, un’esperienza che mi ha dato molto a livello di campo e di rapporti umani. Dalla Federazione al Torino, dove ho fatto per un anno l’Under 15 femminile, dal Toro alla Pro Vercelli grazie a Massimo Gardano. È lui che mi ha portato qui, lo ringrazio e lo ringrazierò per sempre per questa opportunità. Quando mi ha proposto di fargli da secondo ho accettato a occhi chiusi, per lui nutro una stima profonda a livello umano e calcistico, questi due anni al suo fianco sono stati più che formativi. Ora faccio il tifo per lui per la sua avventura in serie C”.

Questo il passato. E il futuro?

“Guarda, fino a qualche anno fa avevo l’ansia di sapere, di capire cosa fare. Oggi sono tranquillo, il futuro a cui penso sono i playoff con la Primavera e il lavoro per rinforzare ancora l’attività di base. Ce n’è già abbastanza così per i prossimi mesi…”

SCENARIO - L’ex direttore sportivo del Vanchiglia potrebbe diventare osservatore della Juventus, che allargherà la sua area scouting sul Piemonte


Il centro di gravità del calcio piemontese è la Juventus, intorno a cui ruotano le società dilettantistiche. È una dinamica sempre più forte per la strategia, voluta e gestita da Gigi Milani, che punta a controllare e valorizzare il territorio: le Academy Juventus sono il centro di questo progetto, che si declina anche nello scouting regionale.

In attesa del nuovo responsabile del Piemonte - in lizza ci sono sempre Davide Bellotto, Luca Giordano e Pietro Pasino, i tre già operativi, ma in questo momento non possono essere esclusi volti nuovi - la squadra degli osservatori dell’attività di base del Piemonte è destinata ad allargarsi, con un equilibrato mix di giovani e personaggi più esperti, che conoscano bene il territorio.

È il caso (ma non è un nome a caso) di Salvatore Cuccarese, che ha lasciato il Vanchiglia dopo 20 anni, la maggior parte dei quali con il ruolo di direttore sportivo. Sono tante le società dilettantistiche che vorrebbero puntare sulla sua esperienza, ma molto probabilmente “Cucca”, milanista dichiarato, sarà uno dei volti dello scouting territoriale della Juventus. Per l’ufficialità, però, bisognerà aspettare almeno il mese di maggio.

INTERVISTE - Il presidente: “A me interessa il processo di crescita dei nostri giocatori e delle nostre squadre, che si vede chiaramente se confrontiamo il girone di andata con quello di ritorno”. Ne parlano Giuseppe Albanese e Andrea Casorelli, allenatori di Under 15 e Under 14


“Penso che progetto e crescita siano le parole più usate - e abusate - quando si parla di calcio giovanile. Poi alla fine contano solo i risultati, ma non può essere quello l’unico criterio per giudicare la qualità del lavoro svolto da un allenatore”. Così Riccardo De Maglianis, presidente del Moderna Mirafiori, che poi passa dalla teoria alla pratica della sua società: “Noi l’anno scorso, al primo vero anno di attività, abbiamo vinto tre campionati e ottenuto risultati che sono andati al di là delle nostre aspettative e probabilmente anche del nostro livello di preparazione. La fatica che stiamo facendo quest’anno a confermarci nei campionati regionali era prevedibile. Invece stiamo andando bene nei campionati provinciali, anche se i risultati in alcune categorie sembrerebbero dire il contrario. A me interessa il processo di crescita dei nostri giocatori e delle nostre squadre, che si vede chiaramente se confrontiamo il girone di andata con quello di ritorno. Possiamo anche perdere, ma se ci giochiamo alla pari confronti che prima perdevamo con 10 reti di scarto, io da presidente sono contento dei miei allenatori e orgoglioso dei miei ragazzi”.

UNDER 15

Quando fa questo ragionamento, Riccardo De Maglianis pensa all’Under 15, prima di tutto, che nel girone C di Torino ha conquistato 16 punti. Sicuramente pochi, sulla carta, ma la partita dell’ultima giornata è stata emblematica, come racconta l’allenatore Giuseppe Albanese: “Giocavamo contro il Cambiano, che all’andata ci ha battuto 9-0. Vincevamo 2-0 dopo un primo tempo perfetto, ma si è spenta la luce e siamo andati sotto 2-3. Ho chiamato il capitano e gli ho detto: questa non meritiamo di perderla, facciamo vedere chi siamo. E alla fine abbiamo vinto 4-3”.

È il coronamento di un percorso di crescita: “Quando siamo partiti eravamo pochi - racconta l’allenatore - poi con il passaparola abbiamo raggiunto la ventina di elementi in rosa, ma la metà non aveva mai giocato in una squadra. Il primo passo è stato proprio quello di trasmettere il concetto di squadra: la disciplina, le regole, il gruppo. Poi ho provato a insegnare qualche principio di base, facendo giocare tutti. Nel girone di ritorno ho alzato l’asticella e il grado di competizione, con l’obiettivo di migliorare i risultati dell’andata: prendere meno gol nelle partite impossibili, giocarcela con tutti e vincerne qualcuna. Devo dire ci stiamo riuscendo”.

Il futuro? Anche in questo caso Albanese ha le idee chiare: “Se le cose stanno migliorando, devo dividere i meriti con i ragazzi in primis, poi con la società e le famiglie, che anche nei momenti peggiori mi hanno sostenuto. Io ho sposato il progetto del Moderna Mirafiori e voglio rimanere con questa squadra, ma è logico che bisogna migliorare la qualità per avere stimoli maggiori e obiettivi importanti”.

UNDER 14

La squadra classe 2009 del Moderna Mirafiori viaggia a metà classifica con 25 punti, con un percorso di crescita simile a quello dei 2008. Anche in questo caso, basta guardare l’ultima partita, persa 2-1 con il San Giorgio: all’andata il passivo era molto diverso, 9-1. “Non solo domenica scorsa - approfondisce Andrea Casorelli - stiamo facendo molto meglio in tutte le partite, siamo cresciuti. Siamo una squadra che sa stare in campo e lotta fino alla fine, i progressi si vedono”.

Il giovane allenatore (ex Borgata Cit Turin, al Moderna Mirafiori da quest’anno) fa un passo indietro, per raccontare l’andamento della stagione: “All’inizio ero il secondo di Roberto Colarelli, che ora è passato alla guida della Juniores, io sono diventato ‘titolare’ dalla pausa natalizia. Diciamo che sto vivendo il momento migliore, anche se ovviamente non è solo mio il merito, ma va diviso con tutto lo staff e la società. Siamo cresciuti, è vero, ma strada da fare ce n’è ancora tantissima: il primo step è migliorare la concentrazione, perché diamo il massimo con le squadre top, ma non affrontiamo non con la stessa serietà le squadre che stanno sotto in classifica”.

E la prossima stagione? “Mi trovo bene con i ragazzi e la società, mi piacerebbe fare il biennio con questo gruppo, ma sono a disposizione della società. Lavorando su questo gruppo e con qualche innesto, possiamo puntare a campionato di medio alta classifica”.

CALENDARI - Tutti concentrati nella giornata di domenica le manifestazioni per Esordienti 2010 (cui partecipano anche Pro Vercelli e Alessandria) e Pulcini 2012. In campo l’Under 14 tra la fase eliminatoria di sabato e le finali di lunedì, in cui entrano in scena le professioniste Cremonese e Lugano. Ma i protagonisti della Pasquetta saranno i Primi calci 2014 e 2015: partecipano Juventus, Cremonese ed Hellas Verona


UNDER 14

Domenica 9 aprile

9.45 Borgaro-Varesina (A)
10.45 Pro Vercelli-Chieri (B)
11.45 Vincente A-Vincente B (E)
13.25 Perdente A-Perdente B (F)
14.35 Sisport-Varesina (C)
15.24 Academy Moretti-Ivrea (D)
16.25 Vincente C-Vincente D (G)
17.25 Perdente C-Perdente D (H)

Lunedì 10 aprile

Girone Gold: Cremonese, Lugano, Vincente E, Vincente G
14.00 Lugano-Vincente E
14.50 Vincente G-Cremonese
15.30 Lugano-Vincente G
16.20 Cremonese-Vincente E
17.10 Cremonese-Lugano
18.00 Vincente E-Vincente G

Girone Silver: Perdente E, Perdente G, Migliore F/H
9.00 Perdente E-Perdente G
9.55 Migliore F/H-Perdente E
10.50 Perdente G-Migliore F/H

Girone Bronzo: Peggiore F/H, Perdente F, Perdente H
11.40 Peggiore F/H-Perdente F
12.30 Perdente H-Peggiore F/H
13.20 Perdente F-Perdente H

 

ESORDIENTI 2010

Domenica 9 aprile

Girone A: Chieri, Sisport, Bsr Grugliasco
10.00 Chieri-Bsr Grugliasco
10.45 Sisport-Bsr Grugliasco
11.30 Sisport-Chieri

Girone Gold: Pro Vercelli, Alessandria, 1ª girone A, 2ª girone A
14.30 Pro Vercelli-1ª girone A
15.05 Alessandria-2ª girone A
15.40 1ª girone A-Alessandria
16.15 2ª girone A-Pro Vercelli
16.50 Pro Vercelli-Alessandria
17.25 1ª girone A-2ª girone A

 

PULCINI 2012

Domenica 9 aprile

Girone A: Chieri, Sisport, Alessandria, Diavoletti Vercelli
9.45 Chieri-Sisport
10.20 Alessandria-Diavoletti Vercelli
10.55 Sisport-Alessandria
11.30 Diavoletti Vercelli-Chieri
12.05 Chieri-Alessandria
12.40 Diavoletti Vercelli-Sisport

 

PRIMI CALCI 2014

Lunedì 10 aprile

Girone A: Juventus, Pavia, Torino Club Marco Parolo, San Bernardo Calcio
14.45 Juventus-Pavia
15.15 Torino Club Marco Parolo-San Bernardo Calcio
15.45 Pavia-Torino Club Marco Parolo
16.15 San Bernardo Calcio-Juventus
16.45 Juventus-Torino Club Marco Parolo
17.15 San Bernardo Calcio-Pavia

Girone B: Cremonese, Sisport, Sangonese Boschetto, Chieri
14.45 Cremonese-Sisport
15.15 Sangonese Boschetto-Chieri
15.45 Chieri-Cremonese
16.15 Sisport-Sangonese Boschetto
16.45 Sangonese Boschetto-Cremonese
17.15 Chieri-Sisport

FINALI
17.45 Finale 3°/4° posto
17.45 Finale 1°/2° posto

 

PRIMI CALCI 2015

Lunedì 10 aprile

Girone A: Asti, Chieri, Chisola
10.30 Asti-Chieri
11.05 Chisola-Asti
11.40 Chieri-Chisola

Girone B: Charvensod, Sisport, Cuneo Olmo
10.30 Charvensod-Sisport
11.05 Sisport-Cuneo Olmo
11.40 Cuneo Olmo-Charvensod

Girone Gold 1: Juventus, Oratorio Don Bosco Pavia, Aldini Rossa, 1ª girone A
14.45 Juventus-Oratorio Don Bosco Pavia
15.15 Aldini Rossa-1ª girone A
15.45 1ª girone A-Juventus
16.15 Oratorio Don Bosco Pavia-Aldini Rossa
16.45 Aldini Rossa-Juventus
17.15 Oratorio Don Bosco Pavia-1ª girone A

Girone Gold 2: Hellas Verona, Torino Club Marco Parolo, Aldini Nera, 1ª girone B
14.45 Hellas Verona-Torino Club Marco Parolo
15.15 Aldini Nera-1ª girone B
15.45 Torino Club Marco Parolo-Aldini Nera
16.15 1ª girone B-Hellas Verona
16.45 Hellas Verona-Aldini Nera
17.151ª girone B-Torino Club Marco Parolo

FINALI
17.45 Finale 3°/4° posto
17.45 Finale 1°/2° posto


 

VANCHIGLIA / UNDER 13 - Primi tre giorni di partite nell’impianto sportivo di via Ragazzoni a Torino, nel girone D partono forte Lucento e Volpiano Pianese. Si continua dalle 18 con Lucento-Auxilium Valdocco, a seguire Lascaris-Bruinese, Mirafiori-Perosa e Vanchiglia Granata-Rivarolese


5° MEMORIAL MATTEO DALLA RIVA

FASE ELIMINATORIA

Girone A: Vanchiglia Granata 6 (2), Rivarolese 3 (1), Mirafiori 0 (1), Perosa 0 (2)
Risultati: Vanchiglia Granata-Perosa 13-0, Vanchiglia Granata-Mirafiori 4-0, Rivarolese-Perosa 10-0

Girone B: Lascaris 3 (1), Pro Eureka 3 (2), Pinerolo 3 (2), Bruinese 0 (1)
Risultati: Pinerolo-Bruinese 4-0, Pro Eureka-Lascaris 1-2, Pro Eureka-Pinerolo 2-0

Girone C: Mercadante 3 (1), Alpignano 1 (2), Spazio Talent Soccer 0 (0), Vanchiglia Bianco 0 (1)
Risultati: Alpignano-Vanchiglia Bianco 2-1, Alpignano-Mercadante 3-6

Girone D: Volpiano Pianese 3 (1), Lucento 3 (1), Cbs 0 (1), Auxilium Valdocco 0 (1)
Risultati: Cbs-Lucento 0-5, Volpiano Pianese-Auxilium Valdocco 7-0

Giovedì 6 aprile
18.00 Lucento-Auxilium Valdocco 
19.00 Lascaris-Bruinese
20.00 Mirafiori-Perosa
21.00 Vanchiglia Granata-Rivarolese

Venerdì 7 aprile
18.00 Alpignano-Spazio Talent Soccer
19.00 Mercadante-Vanchiglia Bianco

Sabato 8 aprile
10.00 Mercadante-Spazio Talent Soccer
11.00 Mirafiori-Rivarolese

Domenica 16 aprile
17.00 Pro Eureka-Bruinese

Sabato 22 aprile
18.00 Lucento-Volpiano Pianese

Domenica 23 aprile
16.00 Lascaris-Pinerolo
17.00 Vanchiglia Bianco-Spazio Talent Soccer
18.00 Cbs-Auxilium Valdocco

Da definire
Cbs-Volpiano Pianese

QUARTI DI FINALE - Domenica 30 aprile
10.00 1ª girone A-2ª girone D (Q1)
11.00 1ª girone B-2ª girone C (Q2)
14.30 1ª girone C-2ª girone B (Q3)
15.30 1ª girone D-2ª girone A (Q4)

SEMIFINALI - Lunedì 1° maggio
14.30 Vincente Q1-Vincente Q2 (S1)
15.30 Vincente Q3-Vincente Q4 (S2)

FINALI
16.30 Perdente S1-Perdente S2 (3°/4° posto)
17.30 Vincente S1-Vincente S2 (1°/2° posto)

SOCIETA’ - Il futuro incerto della Virtus Mercadante “libera” il direttore sportivo, pronto al ritorno in via Occimiano per ricostruire settore giovanile e scuola calcio della società di Gianluca Pinto, presidente da un anno, che ha già ridisegnato l'impianto sportivo e vinto il campionato di prima categoria


Il ritorno di Michele Onorato, non ancora ufficiale ma sempre più vicino, potrebbe dare l’accelerata decisiva al nuovo corso del Barcanova. Il presidente Gianluca Pinto, che ha compiuto da un mese il suo primo anno al comando, ha dato fin da subito un grande impulso alla rinascita della storica società torinese, partendo da una profonda ristrutturazione dell’impianto sportivo e dell’immagine del club. La prima squadra, che ha vinto il girone C di Prima categoria con ben 5 giornate di anticipo, ha regalato subito grandi soddisfazioni, mentre più faticosa è la rinascita del settore giovanile e della scuola calcio, un tempo fiore all’occhiello del Barca. Oggi invece ci sono poche squadre e una qualità non eccelsa.

Per rilanciare la cantera rossoblù serve un personaggio con la voglia e le conoscenze giuste, che al 99% sarà Michele Onorato. Già in via Occimiano per una decina di stagioni, soprattutto da allenatore, Onorato è ormai da quattro stagioni direttore sportivo della Virtus Mercadante e braccio destro di Simone Loria. Il futuro della società granata è tutto da scrivere, ma la strada sempre più probabile è una sorta di inglobamento, con dinamiche ancora da definire, da parte del Chieri di Stefano Sorrentino (qui i dettagli), che porterà i suoi uomini per la gestione sportiva e organizzativa.

Tra le conseguenze, quindi, ci sarebbe il più che probabile ritorno di Michele Onorato al Barcanova. Potrebbero seguirlo tanti giocatori, se non intere squadre, visto l’ottimo lavoro svolto in questi anni: e il cerchio si chiude.

TRATTATIVE - L’attuale responsabile delle giovanili dell’Alessandria (corteggiato anche dall’Asti) frena: “Per ora mi concentro sul finale di stagione”. Per i granata, ci sono anche i nomi di Diego Salvamano e Davide Bellotto, che però potrebbe finire al Chisola. Il futuro di Benedetti? Juve, Chieri o anno sabbatico


In attesa delle decisioni ufficiali, che con le società professionistiche arriveranno in prossimità dell'estate, si possono usare solo verbi al condizionale, ma le trattative sono già nella fase calda. Al centro delle manovre c'è il Torino, che si prepara a salutare Silvano Benedetti, dal 2001 responsabile dall'attività di base. Il contratto in scadenza quest'anno difficilmente verrà rinnovato e si apre la corsa alla sua successione.

Il nome caldo è quello di Corrado Buonagrazia, attuale responsabile delle giovanili dell'Alessandria, con un passato alla Pro Vercelli e, ancora prima, in J Stars, arricchito da uno scudetto nazionale con gli Allievi classe '97 nel 2014. Per lui, però, si prospetta un ruolo da direttore tecnico, che potrebbe accompagnarsi ad un ulteriore ingresso nella società granata, magari quelli di Diego Salvamano, responsabile federale dei Centri Federali e selezionatore della rappresentativa regionale Under 15. Altro nome caldo in ottica granata è quello di Davide Bellotto, anche lui ex J Stars, poi responsabile delle giovanili del Chieri, ora nello scouting della Juventus, che però vorrebbe rimanere a Vinovo, magari con un ruolo più importante. Altra strada per Bellotto è quella che porta verso il Chisola, alla ricerca di un nuovo responsabile delle giovanili dopo l'annunciato addio di Alessandro Freda.

"La mia priorità - spiega Buonagrazia - è finire al meglio la stagione con l'Alessandria, che ora entra nella fase decisiva e richiede la mia massima concentrazione. Non posso negare che di proposte interessanti me ne stiano arrivando tante, ma le valuterò a tempo debito". Proposte che arrivano, per esempio, dall'ambizioso Asti, ma anche da società lombarde come il Como. Una chiamata del Torino sarebbe comunque difficile da rifiutare.

E Benedetti? Non è un mistero la stima che i 'cugini' della Juventus nutrono nei suoi confronti, per lui sarebbe pronto il ruolo di capo dello scouting sul territorio piemontese, se non addirittura quello di responsabile dell’attività di base. E una chiacchierata c'è stata anche con Stefano Sorrentino, presidente del Chieri pronto ad allargare la sua sfera di influenza sul torinese (qui i dettagli). Ma l’impressione che deriva da tutti questi sondaggi è che Benedetti voglia prendersi un anno, o almeno qualche mese, di riposo.

 

INTERVISTA - Il responsabile della scuola calcio bianconera: “Chieri e Lascaris sono società top, la differenza l’ha fatta l’affetto costruito in 11 anni passati insieme. Ora, insieme al presidente Gaeta, dobbiamo dare continuità al lavoro svolto e crescere ancora, con passione e programmazione”


Non sarà Denis Sanseverino a occuparsi della gestione tecnica della scuola calcio del Chieri e delle sue “estensioni” torinesi (qui i dettagli del progetto di Stefano Sorrentino): è ufficiale, infatti, la sua riconferma come responsabile della scuola calcio del Lascaris.

La conferma arriva direttamente dalla voce di Sanseverino: “Sì, rimango al Lascaris anche nella prossima stagione, anzi anche nelle prossime stagioni. È una scelta dettata da diversi motivi, ma prima di tutto una scelta di cuore. Il Lascaris è casa mia, è la mia famiglia, dopo 11 anni (con una parentesi di due stagioni al Lucento, ndr) non potrebbe essere diverso”.

Eppure, la proposta del Chieri ti ha fatto vacillare.

“Non posso negarlo, sono stato molto lusingato dalla proposta del Chieri, che è una grandissima società, con un presidente che ha fatto calcio vero e tanti dirigenti di altissimo livello, come Antonio Montanaro e Omar Cerutti. Hanno uno splendido impianto, una solida realtà e ancora tanta voglia di crescere. Non me ne vogliano tutte le altre, ma ritengo il Chieri una delle tre società migliori in Piemonte, insieme al Chisola e al Lascaris. Ci sono progetti seri, persone competenti e ambiziose, come al Lascaris. Per questo, ripeto, è stata una scelta di cuore, in cui l’affetto costruito in tanti anni ha prevalso su tutto il resto”.

Ancora Lascaris, quindi.

“Sì, e ne sono felicissimo. Io ho dato tanto al Lascaris, ma il Lascaris e il presidente Vincenzo Gaeta hanno dato tantissimo a me. Quando Gaeta ha preso la società, il livello non era quello di oggi: ha scelto le persone giuste, ha dato una linea chiara, ci ha messo passione e ambizione. E oggi, come detto, siamo al top: dobbiamo dare continuità al lavoro svolto nelle ultime stagioni e crescere ancora, è una sfida impegnativa che dobbiamo affrontare e vincere tutti insieme”.

Crescere in cosa, hai delle idee particolari?

“La filosofia di fondo è sempre la stessa, io gestisco l’attività di base con l’obiettivo di formare i ragazzi e farli crescere come giocatori, per poi mandarne il più possibile nel calcio professionistico, attraverso una metodologia di lavoro precisa. I risultati delle partite sono solo una conseguenza di questo tipo di approccio. Detto questo, possiamo crescere in tutto, senza l’ambizione di migliorare non si va da nessuna parte. Penso a inserire nuove figure a fianco di quelle che già abbiamo, a organizzare tornei di livello sempre più alto, a migliorare le strutture per esempio con una palestra. La prima squadra in Eccellenza è già un miglioramento importante. Idee, confronto, condivisione: con il presidente, Balice e tutti gli altri, dobbiamo pianificare il futuro del Lascaris, per crescere ancora”.

Ultima domanda, visto che parlavi di ragazzi mandati nel professionismo. Quest’anno chi c’è in lista?

“Non faccio nomi, è presto, ma ogni anno ne mandiamo in media 5 o 6 nel professionismo e quest’anno non sarà diverso. Anzi magari sarà qualcuno in più”.

TORNEO - A Villafranca di Verona la manifestazione che chiuderà la stagione sportiva: iscrizioni aperte per le categorie Esordienti 2010 e 2011, Pulcini 2012 e 2013. Non solo grande calcio, per le famiglie sarà una vera e propria vacanza


Antares Football Cup, da venerdì 16 a domenica 18 giugno a Villafranca di Verona: è il nuovo torneo organizzato dalla New Sport Inn - agenzia di organizzazione eventi che fa capo a Roberto Virardi e Arianna Siliato - in collaborazione con E20 calcio giovanile, riservato a quattro categorie della scuola calcio: Esordienti 2010 e 2011, Pulcini 2012 e 2013.

A fine stagione, quindi, ci sarà un’altra grande manifestazione organizzata e gestita dalla New Sport Inn, dopo la Massa Cup (dal 22 al 24 aprile per le categorie Under 16, Under 15 e Under 14 e la settimana dopo, dal 29 aprile al 1° maggio, per tutte le annate della scuola calcio) e la Maremma Cup (dal 22 al 24 aprile per Esordienti 2012 e 2013).

Antares, che dà il nome al torneo, è l’hotel di Villafranca di Verona che ospiterà per intero questo evento. Oltre a stanze, ristoranti e piscine che “coccoleranno” giocatori, dirigenti, allenatori e famiglie al seguito, la struttura vanta infatti 10 campi da gioco - alcuni in erba sintetica, altri in erba naturale - dove giocheranno le decine di squadre partecipanti.

“Siamo già a buon punto con le adesioni - commenta Roberto Virardi, presidente e fondatore della New Sport Inn - ma non avevo nessun dubbio, visto che giocheremo e alloggeremo in una struttura splendida e già molto famosa per quanto riguarda i tornei di calcio giovanile. Siamo felici di allargare le nostre proposte, per offrire alle tante persone che credono nel nostro lavoro occasioni sempre nuove per giocare e per divertirsi. Stiamo lavorando, come sempre, per offrire alle società e alle famiglie un’accoglienza professionale da tutti i punti di vista, non solo tecnico e calcistico. Saranno tutti tornei di alto livello tecnico, che metteranno a confronto realtà molto differenti tra loro: il bello di giocare queste manifestazioni è proprio confrontarsi con squadra in arrivo da tutta Italia. Ma non solo, per le famiglie dei giovani calciatori - continua Virardi - saranno tre giorni di vacanza”.

Per informazioni e adesioni, bisogna telefonare ai numeri 329/0143850 o 348/9747162, oppure scrivere alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Ciao Diagne, prima di parlare del calciatore che sei diventato, raccontaci del ragazzo: dove e quando è cominciata la tua passione?

“La mia passione per il calcio è iniziata fin da bambino. Vivevo in Senegal con mia nonna in un quartiere chiamato HLM, un comune d’arrondissement della città di Dakar. Ricordo che vicino alla nostra abitazione c’era un campo da calcio e io, che ero solito andare a scuola da solo, spesso anziché entrare in aula finivo a giocare a pallone... era più forte di me. Poi la scuola chiamava a casa dicendo che non ero presente e mia nonna puntualmente veniva di corsa a cercarmi. Ricordo ancora i suoi rimproveri, ma già allora il calcio per me era tutto”.

Ora sei un giocatore di livello mondiale, ma non tutti sanno che la tua è una storia di calcio fantastica, dalla prima categoria a 19 anni ai massimi campionati mondiali e alla finale di Coppa d’Africa. Cosa ti ha portato così in alto? Cosa è rimasto di quel ragazzo che calcava i campi del calcio dilettantistico?

“Vengo da una famiglia davvero povera, non avevamo quasi niente. Cosa mi ha spinto? La voglia di dare alla mia famiglia ciò che altrimenti non avrebbe mai potuto avere: una vita serena. Per farlo avrei dovuto realizzare il mio sogno: diventare calciatore professionista. Ho fatto tanti sacrifici, sono arrivato in Italia da solo a 17 anni senza la mia famiglia. Non è stato facile, riesco ancora a sentire il freddo entrarmi nelle ossa, non riuscivo a giocare, non avevo amici, non parlavo l’italiano. È stata davvero dura, ma alla fine Dio mi ha ricompensato. Da allora per me non è cambiato nulla, non dimentico mai da dove sono partito; ricordo con grande affetto tutti i miei compagni di squadra, i mister che mi hanno sempre supportato e i tifosi, davvero splendidi. Il Bra per me è stato un trampolino di lancio, a loro devo tutto”.

Se in questo momento dovessi descrivere il “calciatore Diagne” cosa diresti? Qualità? Punti di forza? Raggio d’azione? Le tue caratteristiche sono cambiate nel corso degli anni?

“Sono un attaccante dalla grande forza fisica, tra i miei punti di forza ci sono sicuramente la determinazione nella tre quarti avversaria e la sicurezza sotto porta. Su queste qualità ho costruito la mia carriera e con il passare del tempo ho imparato a sfruttarle al meglio. Logicamente l’esperienza aiuta, ogni partita ti permette di crescere e migliorarti. Tutte le situazioni, tutti gli errori ti formano e ti portano ad affrontare ogni momento con un’altra testa. Sicuramente il Diagne di oggi unisce alle qualità l’esperienza accumulata negli anni; giocare con esperienza per me significa fare più gol”.

In Senegal, come in molti paesi dell’Africa, il calcio è più di un gioco, quasi una ragione di vita. Cosa ha rappresentato per te vestire i colori della tua Nazionale sfiorando la vittoria della Coppa d’Africa? Cosa ti resta di questa esperienza?

“Per me rappresentare il Senegal è un onore, amo la mia terra e vestire i colori della nazionale è sempre stato il mio sogno; farlo nella Coppa d’Africa arrivando a giocare la finale è stato qualcosa di indescrivibile. Purtroppo non abbiamo vinto, ma porterò nel cuore ogni istante di quell’esperienza e ogni momento in cui ho potuto indossare i colori del mio paese. Ogni giorno lavoro duramente e spero di poter tornare a far parte della nazionale e a rappresentare il Senegal”.

Il tuo vissuto ti identifica come globe-trotter del calcio con il vizio del gol: 113 in 230 partite. Qual è il campionato in cui è stato più difficile segnare?

“Il calcio è cambiato, si è evoluto e per un attaccante fare gol è sempre più difficile; non esiste un campionato in cui segnare sia più semplice. I difensori sono forti, le squadre sono preparate tatticamente e ti lasciano pochi spazi, ti studiano. È vero ho segnato molti gol, ma ognuno di questi è stato frutto di lavoro individuale e di squadra, capacità tecniche, concentrazione, cattiveria”.

ISS crede fermamente nella crescita di giocatori che facciano della tecnica uno dei propri punti di forza, quanto è importante per un giocatore di alto livello curare il dettaglio e i minimi particolari?

“È importantissimo, più si alza il livello più aumenta la velocità di gioco, il pallone viaggia rapidamente e di conseguenza diminuisce il tempo disponibile per pensare e mettere in pratica ogni giocata. Saper gestire e padroneggiare ogni gesto tecnico fa quindi la differenza, soprattutto ad alti livelli”.

Sappiamo che molti calciatori di livello mondiale hanno sempre scelto di dedicare del tempo all’allenamento della tecnica individuale. Qual è il tuo parere in merito?

“Sono d’accordo, oggi il calcio professionistico ha raggiunto livelli altissimi e ogni giocatore deve fare di tutto per performare al meglio. Lavorare sulle proprie qualità, a volte su una sola giocata o su un solo gesto richiede molto tempo e sacrificio, ma diventa un valore aggiunto ai fini della prestazione in campo”.

Quanto pensi possa essere importante la presenza di un centro di formazione che segua personalmente i giovani calciatori nella loro crescita tecnica? Credi che perfezionando il singolo fin dal principio si possa contribuire ad ottenere nuove generazioni migliori?

“Sarebbe sicuramente un valore aggiunto. Purtroppo da bambino non ho avuto la possibilità di intraprendere un percorso del genere, ma sono sicuro che per un ragazzo che vuole giocare a calcio, affiancare al lavoro di gruppo la cura di ogni gesto in forma individuale possa dare benefici incredibili, sia per la crescita di singoli giocatori che del movimento calcistico in generale”.

Belgio, Arabia Saudita, Ungheria, Cina, Inghilterra e Turchia. Modi diversi di fare calcio e soprattutto culture diverse. Quale di questi mondi ti ha affascinato di più?

“Ho giocato in molti campionati e vissuto in molte città, ma se devo sceglierne una dico Istanbul: è una città che amo, molto vivibile, piena di vita, ricca di storia e di cultura”.

Visto il tuo percorso, quali sono le motivazioni che un ragazzo che gioca in una squadra dilettante deve avere per continuare a inseguire il proprio sogno? Quale consiglio ti senti di dare?

“Ai ragazzi dico questo: non rinunciate ai vostri sogni! Credeteci sempre! Non sarà facile, nulla vi sarà regalato e niente arriverà per caso; serviranno tanti sacrifici e magari passerete attraverso delle delusioni, ma se avete un sogno inseguitelo, non smettete mai di lottare e sarete premiati. Ricordando da dove sono partito, se dovessi riassumere tutto il mio percorso con una sola parola, direi senza dubbio “sacrificio”. Amo il mio lavoro e rifarei tutto ciò che mi ha portato a diventare il calciatore e la persona che sono ora”.

Ultima domanda, guardiamo al futuro… cosa c’è all’orizzonte? O cosa vorresti che ci fosse?

“Futuro? Non si può mai prevedere. Come vi ho detto amo il calcio e spero di continuare a giocare per altri anni finendo la mia carriera al meglio”.

LA CARRIERA

Sono tantissime le squadre in cui ha giocato (e segnato) Mbaye Diagne, possente centravanti (193 cm per 82 kg) classe 1991. Il primo salto è dal Brandizzo a Bra, dove segna 23 gol in 29 partite e contribuisce alla promozione in Lega Pro. Da lì passa alla Juventus, ma non giocherà mai con la maglia bianconera, e inizia una serie di prestiti poco fortunati: Ajaccio in Francia, Lierse in Belgio, Al-Shbab in Arabia Saudita e Westerlo ancora in Belgio. Viene quindi venduto all’Ujpest, in Ungheria, e inizia a segnare a raffica: 11 gol in 14 partite. Va quindi in Cina al Tiamjin Teda, poi passa in Turchia al Kasimpasa, dove esplode e segna 32 gol in 34 partite, in una stagione e mezza. A gennaio 2019 lo compra il Galatasaray per 10 milioni di euro e vince il titolo di capocannoniere della lega turca. Va quindi per 6 mesi in prestito al Bruges, club belga che gioca la Champions League, torna al Galatasaray, va ancora in prestito in Inghilterra al West Bromwich, quindi un nuovo ritorno a Instambul. Dal 2022 gioca, sempre in Turchia, al Fatih Karagumruk, dove ha già segnato 15 gol in 23 partite. In carriera, ha sommato 289 presenze (più 11 con la nazionale del Senegal) e segnato 165 gol. Niente male…