INTERVISTA - La macchina da gol del Rosta è tornata a pieno regime, trascinando a suon di gol la sua squadra dopo un periodo sfortunato.
Quanto mancava Yasser Hachmaoui al centro dell'attacco rosso bianco. Dopo un inizio di campionato sfolgorante dei guai fisici lo hanno tenuto lontano dai campi, altrimenti chissà dove sarebbe a quest'ora lui e la sua squadra. 20 reti in stagione, 7 nelle ultime quattro gare, per ben tre volte si è portato a casa il pallone, tutte decisive ai fini del risultato e in un caso niente meno che in casa dell'Alpignano. Numeri da capogiro per un ragazzo alla sua prima esperienza nei Regionali.
"Sono cresciuto nel Pianezza, dove ho giocato diversi anni. Lì ho incontrato Sandro Oppedisano, che tra tutti è stato il tecnico che mi ha segnato maggiormente, che mi ha trasmesso di più a livello umano e calcistico. Grazie a lui e all'attuale mister del Rosta Jacopo Crispo, con cui mi trovo molto bene, sono cresciuto tanto. Sono un mancino naturale che ama partire dalla fascia e accentrarsi per tirare, ma ricopro un po' tutti i ruoli in attacco, come prima punta o seconda. Se dovessi scegliere un giocatore a cui mi ispiro direi Messi, è quello che mi piace più di tutti".
Attualmente stai lavorando su qualche aspetto in particolare?
"Me la cavo anche con il piede destro, ma sto impegnandomi per affinare al meglio il controllo di palla con il piede debole".
Dove pensi potete arrivare alla fine dell'anno?
"Punto a fare sempre più gol e magari a vincere la classifica cannonieri. E' stato un peccato stare fermo, ma ora l'importante è dare il massimo e con la squadra penso possiamo tranquillamente stare al 4° posto. Chissà forse anche al 3°, ma credo sia troppo difficile riuscire a recuperare per le prime due posizioni".
E a livello personale?
"Punto naturalmente al professionismo e il sogno è essere chiamato da qualche squadra di rilievo. Punto in alto, ma non ho un club in particolare a cui aspiro. In passato ho sostenuto un provino all'Empoli e ho così assaggiato l'aria che si respira lì. Credo la differenza maggiore che ci sia con le squadre dilettantistiche sia di impostazione degli allenamenti. Ci sono molte più regole, schemi giornalieri da rispettare decisamente più rigidi".
Che rapporto hai con il tuo Paese di origine?
"Sono nato in Marocco e ho un bellissimo rapporto con il Paese. Attraverso la mia famiglia, ma anche il calcio stesso. Lì si respira di più il calcio di strada, ma è una cosa che vale anche per lo sport in generale. Sarebbe bello ricevere la chiamata della Nazionale, non direi mai di no e vestirei certamente quella maglia".