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Martedì, 29 Ottobre 2019 18:00

Under 17 regionali - Luis Scaglia, sulla fascia con Alex Sandro come ispirazione

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INTERVISTA - Quattro chiacchiere con il terzino della Polisportiva Garino, tra idee e progetti e un campionato da disputare da protagonista.
 


Luis Carlo Scaglia, mancino, terzino sinistro della Polisportiva Garino. Inizia la sua avventura nel Revetto Valnoce, per proseguire poi nella J Gold School, esperienza che gli vale un provino alla Juventus a 13 anni. Tornato a calcare i campi dei provinciali, li conquista con la casacca del None, per poi l'anno dopo spostarsi in blocco con i suoi compagni alla Piscinese Riva. Le buone prestazioni gli valgono la chiamata del Cumiana, che lo scorso anno disputò i regionali e con il quale centra la salvezza dopo i play-out.
A inizio stagione trova la continuità necessaria per crescere disputando ancora i regionali, questa volta con la maglia del Garino, con cui proverà a guadagnarsi nuovamente la salvezza.

Terzino di spinta, mostra grande consapevolezza di quali siano i suoi mezzi e dove deve lavorare per migliorarsi.

“Diversi allenatori che ho avuto mi hanno definito come un esterno tecnico, sono abile a spingere in proiezione offensiva e inserirmi negli spazi e sono capace di ripiegare rapidamente. Dopotutto il mio terzino preferito è Alex Sandro. La fase avanzata è sicuramente il mio punto di forza, ma nonostante questo, nonostante sia stato provato in passato in ruoli più avanzati, ho capito che non mi trovo a mio agio e il mio compito è quello di terzino. Dove comunque devo ancora migliorarmi nella fase difensiva e nel controllo dell'avversario. Poi chissà, magari potrei imparare altri ruoli più avanti, l'adattabilità non mi manca.”

Dei tuoi allenatori c'è qualcuno che ti abbia segnato?
“Vincenzo Chiarenza. E' lui il primo ad avermi provato basso sulla fascia. Vedendo l'impatto positivo che ho avuto nel ruolo mi ha insegnato tanto ed è grazie a lui principalmente se sono il giocatore che sono.”

In quale partita fin'ora pensi di aver fatto vedere il meglio di te?
“Nonostante la pesante sconfitta, nel 5-1 subito a Bra credo di aver disputato la mia gara più positiva. Anche se sono convinto di poter fare meglio di questo inizio anno. Giocare ai regionali e contro squadre così forti è qualcosa che già la scorsa stagione mi ha dato tanto, così si cresce. Per questo non sopporto quando una squadra molto superiore si ferma, senza dare il massimo. E' anche da pesanti sconfitte contro giocatori di livello che danno tutto fino all'ultimo, che si impara di più.”

Uno sguardo lucido e onesto e di grande responsabilità, che non manca neanche quando gli chiediamo quanto possano influenzare negativamente i conflitti che possono venire a crearsi tra genitori e allenatori.

“E' brutto quando un genitore si scontra con la società, con l'allenatore, per questioni che riguardano il campo. Perché magari giocava anche lui un tempo e allora si sente autorizzato a mettere bocca, magari non capisce certe dinamiche o atteggiamenti tenuti verso il proprio figlio da tecnici o dirigenti. Penso in questi casi siamo noi giocatori a dover chiedere direttamente conto al mister, se non capiamo qualcosa, se non accettiamo certe scelte. Spesso dobbiamo essere proprio noi figli a tenere a bada i genitori, perché se vengono a crearsi certe conflittualità siamo noi a venir danneggiati. Non bisogna dimenticarsi che per noi che giochiamo l'aspetto più importante deve rimanere il divertimento.”

Le speranze per il futuro?
“Come calciatore spero di poter continuare a crescere. Giocando e con gli allenamenti, che pratico anche in un'Accademia a Torino. Spero di dare una mano alla squadra a salvarsi, come col Cumiana l'anno scorso, la possibilità c'è. La Polisportiva Garino ha buone individualità e soprattutto la voglia di salvarsi, non scendiamo in campo senza metterci tanta grinta e con queste qualità potremmo anche evitare i play-out. Spero di fare una buona stagione nel complesso e magari di farmi notare da qualcuno. Da questo punto di vista disputare i regionali è molto importante per noi.
Poi nel futuro il sogno è arrivare al professionismo, anche la serie C sarebbe un bel traguardo. E perché no, magari provare un'esperienza all'estero, sarebbe interessante”.

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