INTERVISTA - All'indomani della bella esperienza vissuta sui campi della Ternana parliamo con Daniele Cadili, che a suon di parate vuole trascinare il suo BSR Grugliasco ad una serena salvezza. Occasione d'oro per lui per mettersi in mostra sul campo di una professionista e nota di merito per la sua società: "Il nostro lavoro dà i suoi frutti, speriamo vada per il meglio. Intanto sapere che società simili ci guardano e puntano i nostri ragazzi è una grande soddisfazione per tutti noi, società, allenatore", commenta Pino Magnelli.
Campionato complicato quello del BSR Grugliasco, che dopo un inizio stentato ha cominciato ad ingranare e viene ora da tre risultati utili consecutivi, con la ferma intenzione di recuperare il gap che lo separa dalla salvezza diretta. E per farlo può contare sulle mani salde del suo estremo difensore Daniele Cadili, che giorno dopo giorno cresce e anche nel momento no della squadra è stato capace di mettersi in mostra, convincendo la Ternana ad offrirgli una due giorni di allenamenti sui suoi campi. Un'esperienza preziosa, come ci racconta lui stesso.
"Sono molto contento di essermi guadagnato questa chiamata, ho lavorato tanto e duramente ed è stata davvero una bellissima avventura. E' stato estremamente soddisfacente lavorare con il loro preparatore dei portieri, confrontarmi con la squadra nella partitella disputata, ti rendi conto che è un altro tipo di calcio quello dei professionisti. Sono ragazzi come noi, ma vanno al triplo della velocità, si lavora tanto a livello mentale. Per fortuna al Grugliasco allenatori come Luigi Nudo, il preparatore Vito Turrisi, portano qui la stessa mentalità che trovi nel professionismo. Ora per sapere com'è andata dovremo aspettare qualche giorno, ma so che stanno guardandosi attorno per preparare l'Under 17 per l'anno prossimo, sarebbe bello esserci".
Come sei arrivato a vivere questa esperienza?
"Ho iniziato a giocare al Cenisia e anche da piccolo ho avuto la possibilità di confrontarmi con i professionisti, avendo fatto sei allenamenti alla Juventus. Poi ho ripetuto l'esperienza anche con il Torino, una volta passato all'Atletico Torino. La scorsa stagione al Bacigalupo purtroppo la stagione è finita ancora prima di iniziare davvero. Quest'anno sono passato al BSR e sono molto soddisfatto".
State vivendo una stagione complicata, ma venite da un buon periodo.
"Puntiamo a far bene e sono convinto potremo salvarci, anzi possiamo piazzarci anche più sopra della zona salvezza. Il gruppo è forte e unito e siamo consapevoli dei nostri mezzi. Il campionato è lungo e anche se abbiamo sbagliato qualche gara c'è tutto il tempo per recuperare. Il nostro punto di forza è la mediana, tra centrocampisti centrali e ali facciamo gioco e abbiamo notevoli qualità".
E le tue quali sono?
"Ho grande istinto e reattività, queste sono le mie caratteristiche più importanti. Sto migliorando anche con il gioco di piedi, sono cresciuto rispetto ad un tempo, ma sicuramente c'è ancora da fare. L'aspetto sul quale invece mi sono accorto dover lavorare tanto sono le palle alte".
Chi ti ha segnato nel tuo percorso calcistico?
"Tecnicamente ho fatto grandi progressi frequentando la Keeplay Professional Soccer School di Fabrizio Capodici, mi ha aiutato molto. Come allenatore sicuramente Gaetano Ferro all'Atletico Torino, è lui che mi ha indirizzato e dato le basi per il ruolo. Ho anche avuto la fortuna di conoscere l'ex portiere della Juve Marco Storari e alle volte ci sentiamo, lo aggiorno e mi da dei consigli".
La tua crescita è continua, ma al Grugliasco non giochi sempre.
"L'ultima partita e la prossima il titolare sarà il mio collega Davide Passantino, le prossime due con Chisola e Lucento giocherò io. D'accordo con il mister abbiamo deciso di fare così. Anzitutto perché anche Davide è un portiere di qualità e perché questo ci stimola a migliorarci. C'è una sana concorrenza, una sfida tra amici, che ci porta a dare sempre il meglio. Quando sono arrivato in questa squadra era chiara da subito una cosa, gioca chi merita e questo è molto importante per me. Alla fine questa soluzione ci costringe a restare sempre concentrati negli allenamenti, a non dare nulla per scontato. Alternarci così poi permetterà ad entrambi di giocare equamente sia in casa che fuori".
Sei molto determinato, hai avuto cedimenti questi ultimi due anni?
"E' stato un periodo davvero difficile. Io non ho mai pensato di smettere, a differenza di alcuni amici, ma stare chiusi lontano da tutti così tanto tempo ci ha messo alla prova. Io cercavo anche da solo di tenermi aggiornato, guardavo video, ma alla ripresa è stato impegnativo, era come essersi dimenticato come si gioca. In ogni caso penso sia stato fatto il massimo per salvaguardarci, quindi giusto così".
Cambieresti qualcosa nel mondo del calcio giovanile?
"No mi piace così com'è. L'ambiente è davvero bello, certo ogni tanto ci possono essere problemi sugli spalti o in campo, ma nel complesso non vorrei cambiare nulla. Anche la regola delle retrocessioni e promozioni, che spesso è contestata, ritengo sia giusta, permette maggior equilibrio".
Sogno nel cassetto?
"La serie A naturalmente. Da tifoso il massimo sarebbe la Juventus, ma arrivare in qualsiasi squadra a quel livello sarebbe il massimo. In ogni caso certamente il professionismo è ciò che sogno fin da piccolo, so che è difficile, la concorrenza è tanta e nella mia annata ci sono tanti colleghi molto forti in giro per il Piemonte, ma io lavoro duro per riuscire. Anche un'esperienza all'estero sarebbe interessante, la Premier mi attira e se dovessi dire una squadra direi l'Everton, il loro portiere, Pickford, mi piace molto. Anche se a livello sportivo, ma non umano, il punto di riferimento è Donnarumma".