INTERVISTA - Il Capocannoniere del Chisola si racconta. Sono 35 le reti che ad oggi lo rendono il protagonista dei Giovanissimi dell’Under 14. Leader di una squadra imbattuta nel suo girone, che con la costanza e la voglia di arrivare punta solo in alto. In lui, il senso del gol, l’unione di squadra e la giusta ambizione.
In quali squadre hai giocato?
“Ho iniziato a giocare a calcio nella squadra del mio paese, alla Loggia. Ora questa società non esiste più. Dopodiché ho iniziato a giocare al Chisola, ora sono qui da circa sette anni. Quando sono arrivato era l’ultimo anno che si giocava ancora a cinque. Sono qui da tanti anni”.
Qual è il tuo ruolo in campo?
“Sono un attaccante, gioco come punta, ho iniziato a giocare davanti da quando sono al Chisola. Prima da piccolino facevo il difensore, quando stavo alla Loggia mi piazzavano dietro perché ero quello più tecnico. E anche perché ero un po’ grassottello e non correvo molto. Con gli anni, crescendo, sono cambiato e ho capito che ho bisogno del gol”.
Come è nata la passione per il pallone?
“Grazie a mio fratello maggiore. Anche lui gioca a calcio. Lui mi ha trasmesso questa grande passione, ero piccolo e andavo a vedere le sue partite e da li ho voluto iniziare anche io".
Come ti senti ad essere il bomber degli Under 14 Regionali?
“Sono contento, d’altronde sono un fissato con le statistiche, ad ogni partita mi vado a vedere chi ha fatto gol. Ma questo risultato lo devo soprattutto ai miei compagni, per tutto quello che creano intorno a me, perché non si vince mai da soli nessuna partita. Se siamo imbattuti c’è un motivo, perché vinciamo di squadra. Ora sono curioso di vedere le fasi finali, sempre se ci riusciamo ad arrivare, è qui che voglio mettermi in discussione con gli altri”.
Il segreto dei tuoi gol?
“Secondo me il segreto sta in chi mi circonda. I gol sono creati da una squadra vincente. In più io ci metto tanta cattiveria e voglia, do tutto quello che ho in quei 70’ minuti in campo. Ovvio che il il grande lavoro e l’impegno è lo stesso che metto negli allenamenti. Il nostro mister è fantastico perché mi da sempre fiducia, mi ha aiutato tanto, soprattutto visti i tanti infortuni che ho avuto in questa stagione. Mi sono rotto un osso della mano cadendo in campo e ho avuto una distorsione al ginocchio. Questi infortuni mi hanno reso più forte, mi sono impegnato nella guarigione e al mio rientro ho segnato nove gol, perché la fame non mi manca”.
Cosa rappresenta per te il Chisola?
“E' il luogo in cui sono cresciuto come persona e come calciatore. La mia fortuna qui è stata che ho sempre avuto allenatori che mi hanno voluto bene e compagni che mi hanno sempre supportato. Ho avuto offerte da parte di altre squadre come l’Alpignano e il Chieri, però ho sempre rifiutato perché sono legato alla squadra, alle persone che ci sono qui. I 2008 sono parte di me, siamo cresciuti insieme, ci vogliamo bene. Mi fa piacere che anche i nuovi arrivati mi vedono come uno dei riferimenti in squadra, questo mi rende orgoglioso e mi fa molto piacere perché mi fa capire che sto dando qualcosa anche agli altri”.
Cosa ti auguri per il futuro del Chisola?
“Io, i miei compagni e anche il Mister abbiamo un sogno: quello di finire la stagione da imbattuti. Inoltre ci piacerebbe vincere il titolo Regionale, e io aggiungerei, di vincerlo come Capocannoniere”.
Qual è il tuo sogno?
“Il mo sogno più grande è quello di fare il calciatore, nella squadra che amo e che ho sempre amato sin da quando sono piccolo: la Juventus. Anche se non arriverò cosi in alto, voglio comunque crederci sempre. Non vedo l’ora di mettermi alla prova nella prossima stagione, perché so che sarà decisiva e utile per valutare bene le mie capacità. Tra poco avrò un provino alla Juventus, il 24 marzo si terrà un’amichevole, per me ad oggi è il mio primo obbiettivo. Ogni giorno mi alleno pensando a quello. Questo obbiettivo lo inseguo da tanti anni, ogni anno vado a fare provini, e spero tanto che questo sia quello buono”.
Se fossi un calciatore famoso, chi vorresti essere?
“Ora come ora vorrei essere Dusan Vlahovic, lo seguo da quando gioca alla Fiorentina, mi piace un sacco come attaccante. Non mi dispiacerebbe avere anche le qualità di Lewandowski, perché ha il fiuto del gol come nessun altro”.
Come ti vedi tra dieci anni?
“Di sicuro giocherò a calcio. Anche se non arriverò dove voglio arrivare, non smetterò mai. È ciò che mi rende felice. Adesso il mio pensiero è già rivolto a domenica per la partita. Io mi vedo felice a giocare a calcio, ovunque sia”.
Ringraziamenti?
“Ringrazio il tecnico Garrone perché da quando è arrivato mi ha sempre fatto sentire importante. E' quello che mi serviva, perché con il vecchio mister avevo perso un po di fiducia in me stesso. Lui invece mi capisce sempre, abbiamo un rapporto di amicizia, mi aiuta a migliorare. Ringrazio anche mio papà e mio fratello che ogni partita mi vengono a vedere. Apprezzo molto i consigli che ricevo da mio fratello, perché anche lui è un attaccante, capocannoniere della Promozione, che gioca in prestito al Lascaris. Ogni suo consiglio per me è importante. Lui è la mia ispirazione: il mio idolo da quando sono piccolo”.
Non mancano i complimenti a questo giovane talento da parte del suo allenatore Renato Garrone, che soddisfatto dei suoi Giovanissimi ci racconta con entusiasmo il bel lavoro fatto da questa squadra. Un gruppo vincente formato da un fuoriclasse che lui stesso definisce “l’attaccante più forte della sua categoria”.
E' soddisfatto della sua squadra?
“Sono molto soddisfatto, per ora contiamo solo vittorie, speriamo di continuare così. Penso che stiamo andando oltre ad ogni aspettativa che potevamo avere. Il salto dalla scuola calcio al settore giovanile è molto complesso, però bello perché alleno un gruppo di ragazzi forti, che si allenano bene e che sono molto uniti. Per ora sono molto contento. Speriamo di continuare così”.
Quali obbiettivi vi siete posti a inizio stagione?
“Avevamo tre obbiettivi: uno di vincere il Super Oscar e ci siamo riusciti; cercare di vincere il girone, per ora siamo primi con un buon vantaggio; infine come obbiettivo finale quello di provare a vincere il titolo”.
Cosa mi puoi dire del tuo centravanti Fabio Giambertone?
“Fabio, secondo me è l’attaccante più forte che c’è in categoria. Non lo dico perché lo alleno, lui è forte non solo per la sua fisicità, ma anche perché sa giocare a calcio. Ha sempre voglia di essere determinante, ha voglia di far bene, ha una fame calcistica importante, lui fa la differenza in campo. Ha una squadra che lo supporta in tutto e per tutto, questo aspetto è molto importante. Nel suo ruolo per me è il più forte che c’è, ha anche un gruppo alle spalle solido. Ogni settimana la squadra lo aiuta a far gol. La sua forza è caratteriale, ha una forza mentale impressionante. Non si accontenta mai, deve continuare così. Pretende tanto da stesso e questo a volte gli fa perdere un po di lucidità, ma questo carattere è anche la sua forza.
Sono molto soddisfatto di questo gruppo. Ad oggi siamo tutti contenti, ce la giocheremo alla fine contro squadre molto forti e vedremo. Al di la dei risultati, credo in questi ragazzi e sono il loro primo tifoso, noi qui lavoriamo per loro, quando loro sono contenti lo siamo anche noi”.