INTERVISTA - Si racconta il giovane Matteo Morellini centravanti della Juventus Domo che con le sue 33 reti di stagione trascina un gruppo che compete di partita in partita in un girone dove a cinque giornate dalla fine nulla è deciso. A battagliare in questa corsa finale per accaparrarsi i primi due posti in classifica sono cinque squadre, ne è certo l’allenatore della Juventus Domo Italo Morellini.
Matteo Morellini: attaccante e prima punta della Juve Domo
“Gioco alla Juve Domo da ben otto anni, praticamente da sempre. Ho iniziato a giocare a calcio proprio qui. Prima disputavo il campionato con i 2009, che sono la mia categoria, ma da quest’anno sono passato ai 2008. La mia passione per il calcio me l’hanno trasmessa i miei genitori, vengo da una famiglia di calciatori. Ho segnato per ora 33 reti e questo è stato possibile grazie alla squadra, sono disposto sempre ad aiutare i miei compagni, ci tengo molto a questa maglia perciò mi impegno e metto tutto in campo e cerco sempre di dare il meglio. Tra compagni c’è sintonia e mi trovo bene. In futuro spero di arrivare al vertice, in serie A, continuare a giocare e puntare in alto. Se penso ad un giocatore che vorrei essere, come caratteristiche fisiche ti dico Kylian Mbappé e come caratteristiche caratteriali a Rebić”.
Cosa speri per questo finale di stagione della Juventus Domo?
"Io personalmente spero che la squadra arrivi in vetta e di portare a casa il Campionato".
Italo Morellini: Mister dei 2008 della Juventus Domo.
Si pronuncia il Mister Morellini, allenatore dei giovanissimi dell’Under 14. Arrivato ad ottobre, oggi si ritrova con un gruppo competitivo che gareggia a pieno titolo nei piani alti del girone A. Il finale è tutto da decidere e l’allenatore si augura di poter veder gioire i suoi giovani granata.
“Ora abbiamo tutti gli scontri diretti, sarà dura ma ce la metteremo tutta. A mio parere siamo la squadra meno organizzata per vincere, tra le cinque che lottano per i primi posti (Sparta Novara, Verbania, Juve Domo, RG Ticino e Città di Baveno). Secondo me gli altri sono un po’ più attrezzati rispetto a noi, ma non sempre il più bravo o il più attrezzato vince. La palla è rotonda, ci sono partite secche e può succedere di tutto. In queste ultime giornate ci giochiamo la stagione, noi ce la metteremo tutta è chiaro che abbiamo tre partite fuori casa decisive, all’andata abbiamo vinto con la RG Ticino e con il Baveno e pareggiato con lo Sparta Novara, sarei contento di ripetere lo stesso risultato, ma penso che sia difficile”.
È soddisfatto del lavoro che hanno svolto i giovanissimi dell’Under 14?
“Io allenavo la prima squadra a Domo poi dopo la terza giornata ho deciso di andarmene. Ho accettato di allenare i 2008 perché c’era Matteo e perché l’allenatore di prima aveva deciso di andarsene, perciò li ho presi io. La società all’inizio era abbastanza preoccupata perché sembrava fosse un gruppo non omogeneo, poco solido. Grazie al mio lavoro predisposto più sul risultato che non sull’insegnamento tecnico, che di solito si fa a questa età, hanno fatto un’escalation incredibile. I ragazzi secondo me sono poco adatti ad imparare, non per colpa loro, ma probabilmente a causa del lavoro che hanno fatto in passato sin da piccoli, chiaro che se avessero più voglia di apprendere e vedere il calcio come una cosa importante della loro vita e non solo come passatempo, potevano fare di più, non tanto per quanto riguarda il punto di vista della classifica, ma dal punto di vista di crescita personale e individuale. Alleno da tanti anni e so che nel nostro lavoro è fondamentale lavorare sul giocatore, perché è lavorando sul singolo che fai crescere la squadra. Se hai venti singoli e tutti migliorano è impossibile che la squadra non migliori. Il lavoro di squadra viene impostato sul lavoro del singolo. Purtroppo i mei singoli sono cresciuti relativamente poco, sono migliorati, ma secondo me molto poco rispetto al potenziale. Forse per colpa di un modo sbagliato di approcciarsi al calcio. La mentalità vincente nello sport e nella vita è fondamentale, se non punti al massimo non otterrai i risultati. Ma nonostante questo siamo li a giocarci il campionato. Abbiamo fatto il nostro dovere e ci proveremo”.
È orgoglioso del lavoro che sta svolgendo suo figlio Matteo?
“Matteo ha fatto la differenza segnando tanti gol. Su 62 reti, la metà le ha fatte lui (33), da tecnico ti dico che sta facendo un grande lavoro. Ha sbagliato due rigori e forse cinque o sei gol facili facili, perciò si può immaginare quante occasioni gli hanno creato e quante si è creato da solo. Lui oltretutto è un sotto età perché gioca con quelli più grandi e in questo campionato fa la differenza e lo dico da tecnico non da padre. Lui e altri giocatori come Villa, Marcon, Maggiolini, Altieri sono quelli che hanno tenuto lo squadra ad un certo livello. Hanno trascinato il gruppo da inizio stagione. Alcuni, con le loro qualità importanti secondo me avrebbero potuto fare di più di quello che hanno fatto, probabilmente non sanno cosa vuol dire mettere tutto per una partita e per un allenamento, semplicemente perché in passato nessuno glielo ha insegnato”.
Quale delle prossime partite sarà fondamentale nella lotta ai primi posti del girone?
"Abbiamo la RG Ticino e il Baveno che hanno due punti in meno di noi, quest’ultima secondo me è una delle squadre più forti. Poi abbiamo la Sanmartinese che arriva da una serie di risultati importanti ed è in lizza per salvarsi, perciò è una squadra da temere, giocherà “alla morte” per il suo obbiettivo. Poi lo Sparta Novara che domina il girone, una delle squadre più forti del campionato e per finire il Casale che dovrebbero essere l’unica partita tra virgolette più facile, ma è anche l’ultima e penso che a quel punto i giochi siano fatti. La mia “paura” è che le avversarie abbiano un altro temperamento e molta voglia di portare a casa il risultato. Noi comunque saremo felici lo stesso con qualsiasi risultato finale, faremo calcio lo stesso. Chiaro che tutti giocheremo al massimo delle nostre potenzialità e poi vedremo: che vinca il migliore”.