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Venerdì, 27 Marzo 2015 10:31

Mino Giuliani: "Meno cinesini e conetti, più pallone e pettorine. Solo così i ragazzi possono liberare la fantasia"

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L'INTERVISTA - Abbiamo fatto una bella chiacchierata con l'allenatore del Pozzomaina 2001; dopo tanti anni nel calcio ha iniziato la carriera da istruttore, da sempre con questa categoria. Il suo credo sul calcio giovanile: i giovani calciatori devono seguire meno gli schermi e più la propria indole, devono esprimersi per quello che sono

 

Mino Giuliani, allenatore dei Giovanissimi fascia B del Pozzomaina. Una vita dedicata al calcio, come sei arrivato fino a qui? Raccontaci qualcosa di te.

Ad allenare il Pozzomaina ci sono arrivato dopo tanti anni di calcio da giocatore e cinque o sei di gavetta. Penso di esserci arrivato attraverso lavoro e serietà. 

Quando giocavi, ti sentivi che un giorno avresti allenato?

Direi proprio di sì. All’età di 17 anni – giocavo all’Atletico Torino – avevo iniziato ad allenare i Pulcini di allora, se non ricordo male i classe ’83. Crescendo però non avevo più tempo perché gli impegni in Eccellenza o Promozione erano maggiori e in più studiavo.

E quando hai smesso? 

Ho smesso presto, a 26 anni, e mi sono preso una pausa dal calcio per dedicarmi alla famiglia. Ad inizio anni 2000 poi mi sono messo sotto, ho fatto il corso per poter allenare e di lì a poco avrei iniziato questo splendido mestiere. Prima però ho ricoperto cariche dirigenziali all’Atletico Torino, dove mi sento a casa, come vice presidente e solo dopo come istruttore della scuola calcio.

Con quale categoria hai iniziato?

Dai 2001, la “mia” categoria. Allora era il secondo gruppo e l’ho tenuto per un anno e mezzo perché poi son passato al primo gruppo per un altro anno e mezzo.

Poi?

Due anni di Bacigalupo – altra società alla quale devo molto – e Pozzomaina. Pino Scordo, il presidente, mi ha dato molto, c’era fiducia e stima reciproca. Ho avuto l’occasione di conoscere allenatori preparati ed imparare tante cose, poi è arrivata la chiamata dal Pozzo ed eccomi qua. E per questo devo ringraziare Luca Fiore

Luca Fiore allenatore dei 2002, giusto?

Sì, è lui. Ormai allena da una vita qui al Pozzomaina, da sempre. Abbiamo fatto il corso Coni-FIGC insieme ed è stato lui a spingere per farmi chiamare e per questo lo ringrazio. Qui sto bene e ho gruppo fantastico.

A proposito del tuo gruppo, a cinque giornate dalla fine quali sono le considerazioni che puoi fare?

Stiamo facendo un campionato straordinario, con le prime quattro non abbiamo mai perso uno scontro diretto. Considerando che almeno due squadre – Chisola e J Stars – del girone sono state costruite per vincere, penso che quello che abbiamo fatto con una squadra nuova (più o meno ci sono stati nove inserimenti) sia molto buono. 

Domenica c’è la trasferta con il Chisola.

Noi andiamo li per giocarcela, loro vorranno vincere per chiudere il discorso ma noi ci crediamo.

E se non dovessi andare nelle finali?

Sarei contento comunque, soddisfatto dei miei ragazzi. Ripeto, ho visto un gruppo crescere costantemente e arrivare a questo punto della stagione giocando tutte le partite alla pari. L’obiettivo era arrivare ai regionali, ed è stato centrato. È una buona base per il prossimo anno.

Per il prossimo anno, terrai questo gruppo?

Sì, al momento non penso di andare via. Sono concentrato sui miei ragazzi perché mancano cinque partite e vogliamo giocarle al meglio.

Hai sempre usato la parola istruttore e non allenatore. Come mai?

Perché secondo me siamo una categoria di persone – noi allenatori o istruttori – che ha il dovere di insegnare delle cose a ragazzi giovani. La squadra oltre alla tecnica, la fa la serenità, del gruppo e della società. Le qualità se le hai, le hai. Il nostro compito è tirare fuori il meglio dai nostri ragazzi. Ti dico questo, sono stato ad un seminario allo Stadio Comunale dove c’erano diverse figure interessanti: dal selezionatore dell’Under 17 della Nazionale femminile ad altri allenatori affermati  e ad alcuni rappresentanti della federazione. In questo incontro si sosteneva la tesi che bisognerebbe togliere i troppi schemi che ci sono negli allenamenti, per dare spazio alla fantasia di chi gioca a pallone. Devono sentirsi liberi di fare le giocate nel loro modo naturale, ed io sono completamente d’accordo. Sta diventando più la vittoria degli allenatori che dei ragazzi, ed è sbagliato. Io dico, meno cinesini e conetti, più pallone e pettorine per far giocare i ragazzi dandogli l’opportunità di esprimersi.  

Ottima idea, a mio modo di pensare. Ma come obiettivo personali ti sei prefisso qualcosa?

Il prossimo anno spero di poter concorrere per vincere il titolo regionale.

Ovviamente con i 2001?

E sì, questo è garantito. 

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