Da un inizio di stagione da squadra che aveva aspettative molto basse, ora il Collegno Paradiso grazie al lavoro di Massimo Previatello, è quarto in classifica in un girone per niente facile. Il tecnico, dopo le esperienze al Lascaris, Lucento, Rapid Torino, da novembre sta lavorando sulla mentalità dei ragazzi e sul collettivo per dare delle buone basi in vista del prossimo anno.
Mister, che rapporto ha con la società del Collegno Paradiso?
“Mi trovo benissimo, sono amici di vecchia data, quindi è come una famiglia. Ho deciso di dargli una mano perché avevano bisogno con questi ragazzi. Devo dire che nonostante un inizio davvero complicato, la società ci ha messo a disposizione tutti i mezzi per lavorare al meglio”.
Quando è arrivato che squadra ha trovato e su cosa state lavorando?
“C'è da dire che era la categoria messa peggio questa e ora stanno arrivando piano piano delle soddisfazioni. Quando sono arrivato i ragazzi non sapevano cosa volesse dire avere un gioco, essere una squadra. Io ho principalmente lavorato sull'educazione, ho detto ai ragazzi che gli allenamenti erano obbligatori. Ho cercato di spiegare loro che soprattutto in campo bisogna essere uniti, aiutare i compagni ed essere rispettosi verso gli avversari e l'arbitro. La squadra è sempre la stessa, a parte il rientro di Grasso e il portiere del Borgaretto con cui abbiamo aggiunto un po' più di qualità. Ho dovuto parlare chiaro e fare una selezione”.
Siete capitati in un girone tutt'altro che facile, cosa ne pensa?
“Esatto, è il più competitivo di tutti. Ci sono Cbs e Olympic Collegno che sono molto forti. Noi comunque facciamo la nostra parte, siamo riusciti a salvare il salvabile e tutte le nostre vittorie sono oro, anche se abbiamo molte lacune ancora. I ragazzi stanno cominciando a crescere e hanno capito che chi si comporta bene e dà il meglio di sé in allenamento ha più possibilità di giocare il sabato”.
Quali sono i vostri obbiettivi per quest'anno?
“Beh volevamo arrivare tra le prime sei, adesso siamo quarti e speriamo di mantenere questa posizione. Non è facile, ma noi ci proviamo. In più un altro obbiettivo è quello di non perdere ragazzi a fine anno e di lavorare sulla crescita del collettivo e non sull'individualità, insomma dare delle buone basi in vista del prossimo anno”.