CHIAMATA - È dalla passata stagione che Edoardo Reci, attaccante leva 2008 della Volpiano Pianese, attira le attenzioni dal mondo del professionismo, e solo la scorsa settimana ha sostenuto un provino con il Torino. Ma non basta, per lui è arrivata anche la chiamata dalla Rappresentativa Nazionale che lo ha visto impegnato nel raduno al centro di preparazione Olimpica di Formia il 14 e 15 febbraio sotto la guida del selezionatore Roberto Chiti.
Racconta della tua esperienza con la nazionale.
“L'esperienza con la Nazionale è stata fantastica. Penso la più bella fino ad adesso. È stato bello conoscere tanti miei coetanei, mi sono divertito anche con i miei compagni Castaldi e Calamita con cui gioco nella Rappresentativa del Piemonte e sono davvero contento di aver fatto parte di questo raduno e di aver passato questi due giorni a Formia. Da ogni provino e da ogni "stage" a cui ho partecipato ho sempre imparato qualcosa di nuovo e di bello. Questo è stato uno dei più costruttivi e dei più importanti, sicuramente”.
Come ti sei sentito quando ti è arrivata la chiamata per la convocazione?
“A dircelo è stato il mister della Rappresentativa del Piemonte. Mi sono sentito al settimo cielo, anche perché non me l'aspettavo assolutamente”.
C’è qualcuno che vuoi ringraziare per aver raggiunto questo traguardo?
“Ringrazio principalmente me stesso, perché per me il calcio è la cosa più importante. Ce la metto sempre tutta, ogni partita me la vivo al 100%. Sono molto impegnato con il calcio, ma sono felice di esserlo, perché quando sono in campo mi sento libero e posso sfogarmi. Poi ringrazio la mia famiglia, perché loro sono sempre presenti e senza i loro sacrifici non sarei mai riuscito ad arrivare fino a qui e la società del Volpiano che ha sempre creduto in me”.
Quali sono i tuoi punti di forza?
“I miei punti di forza sono: la velocità che mi permette di essere più veloce nel saltare l'uomo e il mio fisico che mi aiuta a coprire bene la palla. Credo di essere forte anche nello stacco di testa quando mi fanno un cross”.
Cosa consiglieresti ad un ragazzo più piccolo con il tuo stesso sogno?
“Gli direi di provarci sempre, come ho fatto io. Di non arrendersi mai, perché con i sacrifici si può arrivare sempre più in alto. E di non ascoltare chi dice "NON CE LA FARAI", anzi, di mettercela tutta per raggiungere i propri sogni”.
Hai mai avuto un periodo “no”? Come l’hai affrontato?
“Direi di sì. Ma l'ho affrontato come affronto le partite in campo: corro e non mi fermo mai”.
Descrivi il tuo ruolo con una parola.
“Con una parola? Direi decisivo”.
Quale mister ti ha trasmesso più sicurezza?
“Il mister Scanavino. Lui mi ha insegnato molto questo anno soprattutto nel gioco di squadra, nell'aiutare la squadra e anche nel tiro”.
Sei un punto di riferimento per la tua squadra?
“Penso di sì, ma diciamo che siamo tutti un punto di riferimento per gli altri. "L'essere squadra" è il nostro punto forte, è grazie a questo spirito che spero che riusciremo a vincere il campionato”.
Come hai affrontato l'esperienza con il Toro?
“L'esperienza con il Toro mi è piaciuta molto perché mi sono trovato bene con tutti, penso di avere fatto una buona impressione e spero di esser piaciuto anche a loro. Sarebbe un sogno per me giocare in una squadra professionista”.