“È vero, mi sono dimesso”. La rottura era nell'aria, ma il nero su bianco è arrivato un paio d’ore fa, non di più: Alessandro Locandro, allenatore degli Allievi ’99, lascia ufficialmente il Chieri.
Prima di tutto, Locandro ci tiene a una valutazione sulla stagione appena conclusa: “Molti reputano questa una stagione negativa, ci consideravano una corazzata che doveva vincere e basta. Siamo arrivati alle fasi finali, una partita non può rendere negativa una stagione, ma la mia valutazione è un’altra. Io dico con forza che i miei giocatori hanno fatto una stagione importante, sono ragazzi bravissimi che hanno dimostrato di essere dei professionisti. Non è facile far parte di una rosa di 24 giocatori, di cui 12 nuovi e 9 attaccanti. Restituisco alla società tutti e 24 i giocatori, cresciuti dal punto di vista tecnico e non solo, visto come si sono comportati anche quando ho dovuto mandarli in panchina o in tribuna. Li ringrazio e faccio i complimenti a tutti”.
Poi i motivi delle dimissioni. La differenza di idee: “Chieri e Locandro hanno due modi di pensare diversi riguardo alla programmazione del Settore giovanile. Secondo me bisogna costruire negli anni. L’anno scorso sono arrivato in finale regionale con i Giovanissimi e nonostante questo sono arrivati 10 giocatori nuovi, non è stata data continuità al lavoro mio, così come io non ho potuto proseguire il lavoro dell’allenatore precedente. Gli equilibri non si trovano, si costruiscono. Questa è la mia idea, non vuol dire che sia giusta o che sia sbagliata quella di altri. Detto questo, io non posso che ringraziare il Chieri per questi due anni: sono a casa loro, i mobili li mettono come vogliono, io sono stato ospite e mi sono trovato benissimo”.
E la differenza di prospettive: “Siamo al 10 di maggio - spiega Locandro - e non so che progetti ci siano per il prossimo anno. Io vorrei essere giudicato per il lavoro di questi due anni, non in base a una partita vinta o persa, o rispetto ai nuovi allenatori che arrivano. Non avendo certezze, ho fatto il primo passo”.
Futuro? Tutti dicono Chisola. “Due mesi fa - conclude Locandro - mi hanno cercato alcune società, ma non ho ascoltato nessuno fino all’ultima partita con il Chieri. Adesso certamente posso confrontarmi con chi mi ha cercato. Non c’è solo il Chisola…”