INTERVISTA - Corrado Buonagrazia festeggia la sua quinta stagione nell’organigramma dell’Alessandria con un vero e proprio premio per il lavoro condotto in questi anni in seno alla società. L’ex tecnico fra altre di Pro Vercelli e Juventus diventerà il nuovo responsabile del settore giovanile grigio, in sostituzione di Massimo Cerri. Una dimostrazione di grande stima da parte dei piani dirigenziali, che hanno visto in Buonagrazia l’uomo giusto per scrivere un nuovo capitolo del settore giovanile improntato anche su un discorso di continuità con le esperienze precedenti.
Come nasce la nomina a responsabile del settore giovanile dell’Alessandria? Che cosa l’ha convinta ad accettare questo incarico?
Quando ti propongono un incarico del genere non è che ci sia tanto da essere convinti… Io nel mio percorso professionale ho portato avanti un lavoro che mi ha reso una figura di estrazione tecnica, in grado anche di maturare conoscenze di carattere gestionale e organizzative, cioè quelle che deve possedere un responsabile del settore giovanile – dice Buonagrazia – Ciò che principalmente mi ha fatto dire sì è la stima che ripone nei miei confronti il presidente Di Masi e in generale la società Alessandria e in più il fatto di aver condiviso insieme a loro una progettualità sul settore giovanile che, nonostante il periodo di incertezza della società, comunque può dare garanzie di continuità ai nostri tesserati, che è la cosa che mi preme maggiormente
Quindi una proposta frutto di buone sensazioni maturate negli anni trascorsi in società?
Sì, esattamente. La prossima stagione sarà la quinta di permanenza nell’Alessandria. Molte figure importanti sono andate via, come l’ex responsabile Nereo Omero. Io sono dunque attualmente quella più longeva a livello gestionale all’interno del settore giovanile
Cosa cambia quando si passa a un'altra mansione all'interno di una stessa realtà?
Più che cambiare, in questo caso aggiungerò dei pezzi. Se fino a questo momento il mio ruolo era quello di supervisionare, coordinare e analizzare attentamente tutto ciò che avveniva in campo, adesso devo fare più attenzione alla parte gestionale legata ai giocatori per quelle che possono essere trattative o altro – aggiunge – La mia deformazione professionale mi terrà comunque sempre attaccato al recinto di gioco, anzi proprio dentro, perché credo che per seguire gli sviluppi di un giocatore non si possa pensare di farlo soltanto a luglio o agosto quando lo si sceglie. Lo si deve vedere giorno per giorno, negli allenamenti e ovviamente nelle partite. E’ un modo diverso di seguire il calcio giocato, ma alla fine sempre in campo si fa ritorno
C’è un aspetto che la preme maggiormente all’affacciarsi a questo nuovo percorso?
L’obiettivo mio e dell’Alessandria Calcio è quello di ritornare a creare una base sociale. E quando uso queste due parole, intendo riallargare l’interesse e la base dei nostri tesserati sui più piccoli e quindi ritornare il più possibile verso il territorio. Dopodiché, per quello che riguarda le fasce agonistiche, quello che mi interessa è che dentro un percorso fatto di obiettivi sportivi ci sia però la condizione di pari opportunità, cioè che tutti i ragazzi possano avere le occasioni per misurarsi e dimostrare il loro valore all’interno delle scelte che andremo a fare – continua Buonagrazia – Poi salendo in alto è chiaro che l’obiettivo della Primavera non può che deciderlo il campionato stesso che chiaramente sarà quello di provare a tentare la salvezza
Ha già in mente i nomi della squadra con cui lavorerà?
In questo momento no. Sto facendo ancora delle chiacchierate con tutte le figure che ho a disposizione – dice Buonagrazia – L’unico nome da cui vorrò sicuramente ripartire, anche se ancora non so dove verrà collocato, è Fabio Rebuffi, che rappresenta il percorso tecnico degli allenatori e dei ragazzi dell’Alessandria Calcio. Cercherò comunque di lavorare il più possibile con l’organico e l’organigramma che arriva dalla stagione precedente