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Venerdì, 22 Gennaio 2016 14:24

Alberto Gusella: "Via dalla Pro Vercelli per incompatibilità con Varini. Adesso cerco una nuova avventura"

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INTERVISTA - L'ex responsabile del Settore giovanile spiega le ragioni del suo addio, dopo cinque stagioni, alla Pro Vercelli. E guarda al futuro: "Mi piacerebbe provare una Prima squadra, ancora nelle giovanili solo se miglioro". Sul torneo: "Decise le 32 partecipanti, ci saranno sei big di serie A e due straniere importantissime".

Da pochi giorni Alberto Gusella non è più il responsabile del Settore giovanile della Pro Vercelli. Con la fine della stagione sportiva sarebbe scaduto il contratto, dopo cinque anni di collaborazione, ma le parti hanno deciso di separarsi in anticipo.

Allora, Alberto, perché il “divorzio” con la Pro Vercelli?
“Con la Pro Vercelli ho avuto un ottimo rapporto per tanti anni, abbiamo lavorato bene soprattutto nei tre anni in cui direttore generale e direttore sportivo erano racchiusi in un’unica figura, ovvero Giancarlo Romairone, che gestiva tutta la società insieme al presidente. Io sono stato contattato da Antonio Pigino, ho collaborato con lui e con Romairone, e abbiamo ottenuto ottimi risultati. La Pro Vercelli ragionava da provinciale, nessun giocatore veniva da fuori, il livello delle giovanili era da buona dilettante, niente di più. Abbiamo creato un piccolo convitto, poi sempre più importante di anno in anno, da lì è nato il Settore giovanile che vediamo oggi”.

Questa è la storia. Poi, cos’è successo?
“Romairone era una figura importante, quando lui è andato a La Spezia, al suo posto è arrivato Massimo Varini, da lì sono incominciate situazioni, per me, non buone. Il primo anno ho gestito tutto da solo, poi ha voluto metterci becco e abbiamo iniziato ad avere problemi, perché abbiamo divergenza di vedute da tutti i punti di vista. È come se io, di punto in bianco, volessi fare il direttore sportivo di Prima squadra: Varini non ha mai fatto le giovanili in vita sua, eppure voleva decidere su tutto, mettendo le sue amicizie e i suoi contatti prima di tutto”.

Nello specifico, quando parli di divergenza di vedute, cosa intendi?
“Io ho sempre lavorato senza budget, prendendo giocatori dai dilettanti o rilanciando quelli che erano in difficoltà nelle professioniste di prima fascia. Anche come allenatori, io cercavo gente preparata, ma che avesse fame, non obbligatoriamente ex calciatori senza esperienza nelle giovanili. Le persone che vengono alla Pro Vercelli devono essere contente di farlo, e noi dobbiamo essere consapevoli di chi siamo, un Settore giovanile professionistico ma non di prima fascia, non siamo Juve, Toro o simili. Questa è la mia veduta, e così abbiamo costruito pezzo per pezzo una realtà importante, in grado di crescere i giocatori e portarli in Prima squadra. Ma evidentemente Varini la pensava in modo diverso”.

Christian Bunino ormai lo conoscono tutti. Altri nomi?
“Bunino, di proprietà della Juve, ha già fatto 10 presenze a Livorno. Ernesto Starita, preso dal fallimento del Padova, è già a 14 gettoni a Pisa. Dejan Danza gioca nella Reggiana. Stefano Negro, che adesso è infortunato, è in Prima squadra a Vercelli. E abbiamo tantissimi ragazzi in serie D. Tra i ragazzi presi quest’anno da me, anche contro il parere di Varini, c’è Michele Foglia, ’98 svincolato dal Varese, anche lui aggregato alla Prima squadra. Stesso discorso per Giuseppe Iannello, ’97 preso l’anno scorso a zero, svincolato dalla Lazio. Io sono abituato a fare questo mestiere, lo faccio da 15 anni, meno male che mi sono imposto, con questi ragazzi”.

Insomma, convivenza impossibile.
“Nel calcio ognuno deve fare il suo lavoro. Con Varini era impossibile, voleva fare tutto lui. Per esempio, oltre ad aver imposto Salvalaggio come allenatore, ha voluto fare una Primavera tutta di ’98: impossibile, con uno o due anni in meno, reggere il confronto con le big. Se invece, come pensavo io, avessimo fatto un mix di ’97 e ’98, la squadra avrebbe retto meglio e i giocatori sarebbero cresciuti davvero, e ne avremmo portati tre o quattro in Prima squadra, come gli anni scorsi. Se fai il passo più lungo della gamba, non vai da nessuna parte”.

Senti Alberto, facci qualche altro nome: ragazzi più giovani che hai portato a Vercelli e che, secondo te, hanno tutte le carte in regola per sfondare.
“Uno che piace molto anche alla Juve è Saro, portiere del 2000 che ho preso dai dilettanti di Udine, dalla società del Donatello: io lo avrei fatto esordire in Primavera, per valorizzarlo, ma qualcuno non era d’accordo… Anche il portiere del ’99 Tiripicchio è molto bravo, l’ho preso dai dilettanti di Roma. Un altro ’99 è Viello, l’ho preso dal Pasquale Foggia. Tra i 2000 ti dico Ciceri, Gianola e Gerbi, ma anche quella 2001 è una squadra importantissima”.

Ma come li trovi, dai dilettanti di Foggia o di Roma?
“Devi tenere in considerazione che la Pro Vercelli non ha una rete di osservatori, escluso Colonna che mi ha dato una mano: è un altro problema che avevo sollevato, senza essere ascoltato. Diciamo che ho instaurato buoni rapporti con una rete di procuratori validi che ho conosciuto negli anni, e che poi me li vado a vedere io, con molte ore di lavoro e molti chilometri percorsi”.

Dai, la domanda che interessa a tutti: il tuo futuro?
“Per ora sto andando a guardare partite, poi non so cosa farò, anche se qualcosa farò: attestati di stima ne ho avuti tanti, per fortuna. Ci sono due possibili direzioni. O provare una Prima squadra, una nuova avventura che mi alletta molto, ma penso sempre alla Lega Pro e non è facile. Oppure continuare con il Settore giovanile, ma voglio crescere”.

Beh per crescere nel Settore giovanile, più in alto della serie B della Pro Vercelli ci sono solo Juve e Toro…
“Non credo che abbiano bisogno di me”.

Oppure devi uscire dal Piemonte.
“In tre anni di serie B e due di Lega Pro, sono cresciuto molto e ho conosciuto tanta gente. Il Piemonte è casa mia, qui ci sono tante società importanti oltre Juve e Toro, ma non è detto che debba rimanere qui. Se non trovassi nulla che mi alletta, rimarrò fermo senza problemi, anche se è la prima volta che mi capita. Ma non bisogna avere fretta, la primavera porta consiglio…”

A Carpi c’è Romairone…
“Un amico e un maestro, come Pigino. Ma non c’è nulla”.

Chiudiamo con il tuo torneo internazionale: il Memorial Stefano Gusella ormai è un’istituzione. Cosa ci puoi anticipare della prossima edizione?
“Ho quasi definito le 32 squadre partecipanti. Campi base, oltre al Chisola organizzatore, saranno Bsr Grugliasco, Atletico Gabetto e la novità del Mirafiori, in base all’accordo tra me e Giovanna Corbo”.

Sì, ma le squadre?
“Otto big, sei di serie A e due importantissime dall’estero, una per la prima volta in Italia. Poi due giapponesi, una israeliana, due svizzere, una svedese, una danese, e spero di non dimenticarne altre. Squadre di serie B e di Lega Pro, poi le migliori dilettanti del Piemonte e altre dilettanti da altre regioni. Basta?”

Basta e avanza, almeno fino alla prossima anticipazione.

Ultima modifica il Giovedì, 21 Gennaio 2016 13:34

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