FOCUS - Il sodalizio rosso blu sta disputando una stagione fantastica, l'entusiasmo è alle stelle e i numeri sono dalla sua parte. Alla scoperta di un gruppo solido e di qualità, con Carlo Rocca al timone e una sinergia con la società che rasenta la perfezione.
E' strano pensare che un gruppo che sta combattendo per la supremazia del girone E, con tanti elementi validi e un mister preparato e competente in panchina, stava per iniziare la stagione nei Provinciali. Il calcio è uno sport semplice, ma spesso ingarbugliato da regolamenti contestati e in questo caso solo una rinuncia dell'ultimo minuto ha permesso alla società del cuneese di poter prendere parte ai Regionali. E i risultati che questi ragazzi stanno raccogliendo, certificano come qualsiasi altra situazione sarebbe stata loro stretta.
Il campionato è lungo è difficile, ma la corsa a tre che si sta concretizzando in questo raggruppamento racconta di un girone di ritorno da vivere con le palpitazioni fino all'ultimo. Vetta della classifica a braccetto con l'Acqui, Cbs ad un'incollatura, la prima parte di stagione della Saviglianese è stata un crescendo. Superato il trauma della sconfitta all'esordio con l'Ovadese (per altro brillantemente riscattata al ritorno), il tecnico Rocca ha fatto quadrato coi suoi e piano piano li ha lanciati verso le zone nobili, uscendo indenne dal difficile campo dei rosso neri e cadendo solo in quel di Acqui. Le gare di ritorno dei big match, entrambe da disputare in casa, saranno tutte da seguire, soprattutto pensando a quale fortino impenetrabile è stato eretto tra le mura amiche, con lo score stagionale che al momento parla di 8 vittorie su 8 gare. Siamo sicuri che questi ragazzi non molleranno un centimetro, forti delle loro qualità tra cui spicca una difesa eccellente, con 13 reti al passivo la 5^ migliore di tutta la categoria.
Ma da dove parte la forza di questa squadra?
Si potrebbe pensare dalla voglia di ripresa dei ragazzi dopo un anno e mezzo praticamente fermi al palo, dall'entusiasmo portato da un allenatore tornato in gioco due stagioni fa e lungamente cercato da una dirigenza che crede fortemente in lui. Tutto giusto, ma il vero segreto sta in chi quelle maglie che scendono in campo le indossa e le ha cucite come seconda pelle. Si fa tanto parlare di bandiere che nel calcio son sempre più rare, la Saviglianese può contarne ben sei, cresciute insieme fin da piccole e importante zoccolo duro della squadra, i trascinatori di questo gruppo. Parliamo di Gregorio Allasia, Luca Boaglio, Gian Matteo Giletta, Lorenzo Lingua, Alberto Lukani e Carlo Testa. Sono loro l'anima di questa squadra, ragazzi che sentono tutti loro questi colori e danno il massimo per portarli in alto. Tanti anni assieme non possono che portare ad un affiatamento quasi fraterno e anche chi come Carlo Testa entrò dopo in squadra, non tardò a cementarsi in quel gruppo granitico che è la vera forza di questa compagine, con un rapporto che va oltre il campo da gioco.
E le avvisaglie che qualcosa di speciale c'era in questi ragazzi si vide già 7 anni fa, quando nel torneo Gazzetta Cup del 2015 si resero protagonisti di una cavalcata stupenda, in una competizione che ai nastri di partenza vedeva 3800 squadre partecipare in tutta Italia e che ne portò nella capitale solo 12. I rosso blu furono tra questi dodici e lì brillarono ancora, conquistando un meraviglioso terzo posto nella cornice da brividi dello stadio Olimpico di Roma, con i magnifici 6 grandi protagonisti.
Un'esperienza che quindi oltre il valore sportivo fu estremamente preziosa per quello umano, contribuendo a formare questi giovani uomini che ora riconoscono in questo legame e nello spirito di gruppo con gli altri compagni il valore aggiunto che sta facendo grande l'annata.
E le soddisfazioni non finiscono certo qui, visto che due colonne, due amici fraterni come Gregorio Allasia e Luca Boaglio stanno portando la loro qualità in prima squadra. Entrambi hanno esordito in Coppa di Prima Categoria ad ottobre e Allasia è risultato subito decisivo con una rete. Il poderoso perno dell'attacco rosso blu, che con Keid Palushaj (capocannoniere della squadra) e Ciro Capasso forma un trio letale, si è messo in mostra anche con la Rappresentativa Regionale di categoria in questa stagione, assieme proprio a Palushaj.
Non sembrano porsi limiti questi ragazzi, in una stagione che fino all'ultimo ha rischiato di non vederli protagonisti nelle categorie che meritano. E limiti non glie li mette certo il tecnico Rocca, che con la sua preparazione sta facendo crescere la squadra partita dopo partita, trasmettendogli quella voglia, quella passione che diversi anni lontano dai campi non hanno spento.
Non può esserci grande squadra senza un manico forte e la società è partita convinta delle sue scelte, con Fabrizio Allasia a pressare da diverso tempo l'allenatore per convincerlo a tornare sui prati verdi, sapendo che era la scelta giusta per guidare una formazione verso la quale i piani alti nutrivano grande stima e fiducia. Serviva solo la guida giusta e alla fine la voglia di Carlo Rocca di rimettersi in gioco ha prevalso, stimolata anche dalla consapevolezza dell'ottimo lavoro svolto fino a quel momento alla Saviglianese, con giocatori come Lerda, Edo e tanti altri passati a calcare i campi della serie D, dell'Eccellenza o alla Primavera del Torino come Gyimah.
Ora il campionato è ancora lungo, le avversarie sono di quelle toste e la speranza dalle parti di viale Gozzano è che questo gruppo possa raccogliere i frutti che merita in ambito sportivo. Ma quel che è certo è che a livello umano in casa Saviglianese hanno già vinto tutti.