Max Capriolo è ormai un’istituzione, nella Scuola calcio del Torino: 40 anni di età (“li ho appena compiuti, non ricordarmelo che è meglio”, ride), già 11 stagioni in granata. Un dato che dice molto sullo spessore del personaggio: nel mondo del Torino, Max Capriolo è diventato sinonimo di Esordienti.
“Ho smesso di giocare - racconta - intorno ai 30 anni, e nel frattempo ho iniziato ad allenare. Al Torino ho iniziato come vice di Spugna negli Esordienti, erano i ragazzi del ’96, c’era anche un certo Parigini… Dopo due anni Silvano Benedetti mi ha affidato una squadra di Pulcini, e stagione dopo stagione sono cresciuto e mi sono stati affidati dei primi gruppi. Adesso alleno gli Esordienti 2003, ormai da qualche anno mi sto specializzando nel biennio Esordienti”.
Max, il calcio si sta esasperando a tutti i livelli. Quali sono le tue priorità?
“Iniziamo con una certezza: il risultato conta zero, secondo la filosofia che ci trasmette Silvano Benedetti. Sarebbe falso dire che non fa piacere vincere, è ovvio, ma nella mia scala di lavori la vittoria non è prioritaria”.
Cosa c’è prima?
“La crescita dei ragazzi, sicuramente, come deve essere nella Scuola calcio in generale e anche nella categoria Esordienti, che io definisco “traghettatrice” verso il Settore giovanile. Dalla Scuola calcio, dove sono coccolati, i ragazzi passano al calcio a 11, che è tutto un altro sport rispetto a quello giocato fino a quel momento, e si apprestano ad entrare nel mondo del Settore giovanile, ben più duro di quello cui sono abituati”.
Insomma, sei il primo allenatore “cattivo” della loro carriera…
“Cattivo no, ma duro sì, ho la fama di esserlo. Anche da noi sono coccolati, parliamo comunque di Scuola calcio, ma sono - diciamo - scossi nel modo giusto. Regole e comportamenti sono importantissimi, li devi preparare al Settore giovanile, lì non si scherza più. Sai, mi dà vera soddisfazione quando andiamo in giro per i tornei e ci fanno i complimenti per il comportamento dei ragazzi, in albergo, a tavola, negli impianti sportivi. Come vincere il torneo in questione, se non di più”.
È un’età di passaggio molto delicata, quella degli Esordienti.
“È vero, crescono velocemente e da bambini diventano dei ragazzi, vanno inquadrati e devono avere delle regole chiare e giuste da seguire, devono capire quando è l’ora di lavorare e quando è quella di divertirsi”.
Però, Max, non è solo un lavoro da educatore, il tuo: nelle categorie di Esordienti cambia anche l’approccio al calcio, prima dicevi che è un altro sport rispetto a quello dei Pulcini. Cosa mi dici a proposito del lavoro tecnico e tattico?
“Io sono a metà tra un istruttore e un allenatore, c’è tutto questo ne mio ruolo. A livello tecnico c’è ancora tanto da fare, ma è la continuazione del lavoro portato avanti dagli istruttori negli anni precedenti. Il mio compito fondamentale è insegnargli a stare in campo, i ragazzi passano dal campo da calcetto a una portaerei, perché non dimentichiamo che le squadre del Toro giocano sotto età, sono piccoli e il campo a 11 è davvero grandissimo per loro. E cambiano anche le regole, per esempio il fuorigioco. Insomma, lavoriamo tantissimo sulle situazioni mirate, sui movimenti, sulla collaborazione tra i reparti, non è un lavoro prettamente tattico ma si avvicina molto, perché lo facciamo sempre e comunque con la palla tra i piedi”.
Parliamo della serata che farai con l’associazione Calcisticamente, all’interno del progetto “Next Generation, le Scuole calcio del Piemonte – Professionisti a confronto”.
“Con Diego (Salvamano, fondatore e responsabile di Calcisticamente, ndr) abbiamo impostato un lavoro che io reputo davvero interessante. Non ci saranno le classiche slide che ti puoi anche scaricare da internet, ma porterò l’esempio - se così si può dire - fisico del lavoro che faccio io in questa categoria, con la metodologia del Toro. Vogliamo dare spunti utili e interessanti ai colleghi, anzi spero che ci siano domande, interazione, che si apra un dibattito, che ci sia un confronto più che una lezione. Io sono curioso di sentire quello che avranno da dire le persone che intervengono alla serata, perché quando pensi di sapere tutto hai smesso di essere un allenatore. Tutto serve, spunti utili possono venire anche da un campetto di periferia”.
Beh se arrivano da Moreno Longo, per fare un nome a caso, forse è meglio.
“Dipende, se parliamo di Esordienti non è detto. Beh, ovviamente parliamo di un grandissimo allenatore, come tutto lo staff del Torino calcio, vederlo al lavoro è un piacere e una fonte continua di ispirazione, per esempio nella gestione del gruppo. Ma - ripeto - la categoria Esordienti ha delle peculiarità tutte sue. Io devo ringraziare di avere come responsabile Silvano Benedetti, il migliore nel suo ruolo, che ci dà linee guida importanti e, al contrario, non ci dà nessuna pressione sui risultati, questo aiuta a lavorare bene”.
Torniamo alla tua “lezione”, che si terrà lunedì 4 aprile: possiamo darle un titolo?
“Più che una lezione sarà una serata in cui racconto il passaggio dai Pulcini agli Esordienti, da tutti i punti di vista: il modo di stare in campo, la mentalità, la crescita dei ragazzi, lo sviluppo differente tra di loro. Uno degli aspetti più complicati, per esempio, è la differenza di sviluppo fisico tra i ragazzi nell’età degli Esordienti, bisogna valutare tantissime cose oltre a quelle che vedi al momento, ovvero i margini di crescita. Ci sono bambini poco considerati che poi magari esplodono, altri che hanno già raggiunto l’apice delle loro potenzialità calcistiche, negli Esordienti cambiano i ragazzi e cambiano le gerarchie”.
Parlerete anche delle differenze tra il modo dei professionisti e quello dei dilettanti?
“Certo, ci sono differenze a livello organizzativo che possono offrire spunti interessanti. Cambia la qualità degli interpreti e di conseguenza cambiano alcune richieste, ma le dinamiche di allenamento e di approccio all’età sono le stesse”.
Max, in ultimo, dacci la tua opinione generale sulla “filosofia” di Calcisticamente, ovvero formare i formatori.
“È un’ottima idea, questo è chiaro. Poi, come tutte le cose, dipende da come le fai: Diego lo conosco bene, è un amico e un collega che stimo molto, posso dirlo con cognizione di causa perché abbiamo lavorato insieme a lungo, lui le cose le fa per bene. Il suo progetto mi piace e sono contento di farne parte. Parlare di calcio, confrontarsi tra addetti ai lavori serve tantissimo, serve a chi parla e a chi ascolta poi sta a ciascun allenatore trarne gli spunti e i benefici utili alla propria attività e al proprio contesto. Ma la mentalità aperta, la curiosità, queste sono le basi della nostra professione: il mondo del calcio è in evoluzione continua, serate di confronto come Next Generation servono a stare al passo con i tempi. Mi piace pensare a questo appuntamento come a una serata tra amici, con coinvolgimento e interazione: io racconto la mia idea, propongo la metodologia del Torino, ma nel calcio non c’è giusto e sbagliato. Io dico la mia, poi ne parliamo tutti insieme”.
NEXT GENERATION, LE SCUOLE CALCIO DEL PIEMONTE – PROFESSIONISTI A CONFRONTO
Corso di formazione con gli esponenti delle cinque realtà professionistiche presenti sul territorio piemontese: Juventus, Torino, Novara, Pro Vercelli e Alessandria porteranno la loro esperienza, i loro esercizi, le loro idee per poter migliorare il bagaglio di ogni allenatore.
Lunedì 4 aprile 2016 - TORINO FC - Massimiliano Capriolo (Esordienti 2003) e Francesco Barone (preparatore portieri Esordienti)
Venerdì 8 aprile - US ALESSANDRIA - Luca Loria (responsabile Attività di Base) e Stefano Alfero (Esordienti 2004)
Lunedì 11 aprile - FC PRO VERCELLI - Davide Bin (segretario Attività di Base) e Davide Poletto (responsabile Attività di Base)
Venerdì 15 aprile - NOVARA CALCIO - Alessandro Biscotti (responsabile Attività di Base) e Lorenzo Bernieri e Riccardo Ceriani (Pulcini 2006)
Lunedì 18 aprile - JUVENTUS FC - Alessandro Spugna (Giovanissimi 2002)
Sala conferenze dell’Hotel Gallia (via Torino 29/A, Pianezza), dalle 20.30 alle 23.00.
Quote di partecipazione: serata singola 15 euro; pacchetto 5 serate 60 euro
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