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Lunedì, 16 Novembre 2015 18:27

Maurizio Bisi: "E' stata dura, ma sono tornato più forte di prima. Ho anche ripreso a giocare a calcio..."

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INTERVISTA - Il direttore sportivo dell'Atletico Torino racconta la sua estate: il male, l'operazione, il recupero e il ritorno sui campi di calcio: "In certi momento capisci che certe cattiverie non hanno proprio senso". Poi a 360 gradi sulle sue squadre: "2000 e 2002 sono da titolo". Sul mercato: "Porto Cuba Mankievicz alla Juve". Sui colleghi "Marinaccio, Bellotto e Cerutti i più promettenti". E tanto altro...

 

“L’anno scorso, per quanto riguarda il calcio, è stato bellissimo, con la vittoria del titolo regionale Giovanissimi a Novarello e l’avventura a Chianciano. Proprio mentre ero lì a Chianciano per le finali nazionali, mi è arrivata la notizia: l’urologo mi ha chiamato e mi ha detto che doveva parlarmi urgentemente, ho capito subito che c’era qualcosa che non andava”.

Maurizio Bisi è un personaggio che non ha bisogno di presentazioni. nel modo del calcio tutti lo conoscono e lo rispettano, per la sua competenza e per la gentilezza con cui accompagna ogni suo gesto. Sa essere anche duro e deciso, ci mancherebbe altro per uno che di mestiere fa il direttore sportivo, ma il suo sorriso e la sua voce roca ti mettono sempre a tuo agio.

“È successo tutto molto in fretta – continua il drammatico racconto di Bisi -, già 10 giorni dopo, il 12 luglio, mi ha operato il dottor Francesco Morabito, un amico vero. È stato più difficile di quello che pensavo, non solo per i tempi di recupero: tanto, tantissimo dolore…”

Dopo l’intervento, per fortuna perfettamente riuscito, un’estate passata a letto.
“Il dottore mi ha detto che dovevo stare 5 o 6 mesi in assoluto riposo. Impossibile! A metà settembre ero già in pista. Con le dovute precauzioni, ovviamente faccio tutto quello che mi dice, ma non potevo rimanere fermo così a lungo, lontano dal calcio e senza fare niente”.

Cosa ti rimane di questa difficile esperienza?
“Un segno di sicuro, profondo. Sai in particolare cosa? Che certe cattiverie non devono esistere. Sono momenti in cui pensi tanto, a tutto, e ti rendi conto che tante persone sono cattive, o comunque fanno cose cattive. Bisognerebbe pensarci per bene, perché non ha proprio senso…”

Chi ti è stato più vicino, in questo difficile periodo, tra le persone del mondo del calcio?
“Mimmo Arcella, Donato Pandiscia e tutta la società dell’Atletico Torino sono stati sempre presenti, eccezionali. Poi tante, tantissime persone, non voglio fare nomi per non dimenticare nessuno. Anzi uno lo faccio, e attraverso lui ringrazio tutti quelli che mi hanno mandato anche un solo messaggio: Renzo Zecchi, con lui ho un rapporto speciale”.

Hai ripreso anche a giocare a calcio?
“Certo. Tutti i sabato mattina, alla Pellerina, ci troviamo con un gruppo di amici. Abbiamo tutti una certa età ma ci divertiamo: c’è Zanelli, Lusignani, qualche volta Chiarenza, gente che dà ancora del tu al pallone”.

Che situazione hai trovato, al tuo ritorno all’Atletico Torino?
“Una situazione buona, magari non bellissima come avevamo programmato, ma buona, qualche squadra più, qualche squadra meno. Adesso sto lavorando per mettere le cose a posto”.

Facciamo una carrellata, squadra per squadra, per quanto riguarda il tuo settore di competenza, le giovanili.
“Nel 2000 abbiamo tenuto tutti, anche i ragazzi che dovevano andare al Toro sono tornati da noi. E abbiamo un allenatore bravissimo: non dimentico Ligato, insieme abbiamo vissuto due anni fantastici, ma Paolo Petrucci è dello stesso livello”.

Puntate al titolo?
“Vogliamo fare bene, di sicuro, poi per vincere devi essere bravo e fortunato. Anche l’anno scorso, se quel rigore all’ultimo minuto fosse entrato, chissà come sarebbe finita…”

Andiamo avanti con le altre squadre.
“I 2002 sono un grande gruppo, uno dei più forti della categoria Giovanissimi fascia B. Anche questa è una squadra da titolo, dobbiamo crederci”.

E le categorie piene?
“Molto bene anche i 2001, se centriamo i regionali è una vera impresa, visto che siamo partiti da zero con un allenatore giovane che farà parlare di sé, l’ho scelto in corsa l’anno scorso e sono molto soddisfatto. Gli Allievi forse hanno bisogno di un po’ di qualità in più, ma speriamo di portare anche loro nei regionali”.

Mercato in vista?
“Vediamo, se si può fare qualcosa non ci tireremo certo indietro”.

A proposito di mercato, com’è andato il provino al Chievo Verona di Riccardo D’Ippolito, Kevin Visaggi e Cuba Mankievicz?
“Benissimo, li richiameranno di sicuro, almeno due su tre. A proposito, vuoi una notizia?”

Certo, ci mancherebbe…
“Porto Cuba a provare alla Juve”.

Che bomba! Dai, concludiamo con un gioco che farà felice qualcuno e arrabbiare tutti gli altri. I tre direttori sportivi più bravi.
“No, dai, sono troppi…”

Iniziamo male... dimmi almeno i tre direttori sportivi emergenti più bravi.
“Va bene. Francesco Marinaccio, Davide Bellotto e Omar Cerutti”.

I tre allenatori più bravi.
“Sai chi è l’allenatore più bravo? Quello che non fa danni. Infatti i miei li marco stretti, il venerdì mi danno tutti la formazione…”

Davvero?
“Certo, patti chiari, amicizia lunga. Lo sapevano tutti, quando hanno accettato di lavorare con l’Atletico Torino. Io posso avere mille difetti, ma la sincerità e l’onestà non mi mancano certo”.

Non pensare di cavartela così... fuori i nomi!
“Rosario Ligato e Paolo Petrucci. Poi Andrea Mercuri, per forza”.

“I tre allenatori giovani più bravi, quelli di cui sentiremo parlare. Ah, non più di uno dell’Atletico Torino, se no no vale.
“Allora dico Vincenzo Pastore, poi Marcello Meloni della Cbs e Chico Migliore del Chieri”.

Ultima domanda. I tre giocatori più forti che hai avuto, al di là della carriera che poi hanno fatto.
“Di Renzo, al Chisola, che coppia negli Allievi con quel “pazzo” di Bianco… Poi Fanelli, ’96 del Mirafiori. E terzo dico Coppola, ’98 dell’Atletico Torino”.

Grazie Maurizio, alla prossima!

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