Venerdì, 26 Aprile 2024

Mattia Scrivano si racconta e presenta la nuova scuola calcio del Robilant

Mattia Scrivano con il presidente del Robilant Marco Critelli Mattia Scrivano con il presidente del Robilant Marco Critelli

INTERVISTA - Mattia Scrivano, responsabile del Settore giovanile della neonata Scuola calcio Robilant, ci parla della nuova società, dei valori che desidera trasmettere e racconta i primi passi dei piccoli calciatori che nella società del presidente Marco Critelli “imparano divertendosi”. L’abbiamo intervistato per condividere la sua esperienza e i brillanti principi su cui si fonda la società nascente.


Si racconti a chi non la conosce. Perché ha scelto la carriera da istruttore? Qual è stato il suo percorso?

Io sono e un ex calciatore di Juve e Canavese, ho giocato diversi anni in Eccellenza e Promozione e mi sono laureato in Scienze motorie. Attualmente sto anche studiando nutrizione. A spingermi in questo mondo e invogliarmi ad accettare il ruolo di responsabile della Scuola calcio sono state in primis la mia infinita passione per questo sport, gioco a calcio da quando ho sei anni, e poi la voglia di trasmettere tutto quello che ho potuto imparare dai settori professionistici ai ragazzi del Robilant.

Cosa l'ha spinta a scegliere e a credere proprio nel progetto del Robilant?

Ho scelto il Robilant perché la proposta non era quella da istruttore o allenatore ma di responsabile di un Settore giovanile: qui ho la possibilità di trasmettere i miei ideali di calcio ma soprattutto di poter usare questo sport come strumento di crescita per i ragazzi.

Quante squadre e quanti ragazzi avete per ora?

La Scuola calcio ha aperto da pochissimo, questo settembre, ma abbiamo subito iniziano con i più piccoli. Abbiamo già formato squadre per le categorie Primi Calci, Piccoli Amici e Pulcini.

A che campionati avete iscritto le squadre? Come stanno andando?

I Pulcini sono già iscritti al loro primo campionato! Stanno andando alla grande, ovviamente a quella età il risultato è l’ultima cosa di cui ci preoccupiamo. Dico che stanno andando bene perché stanno imparando e stanno divertendosi facendolo.

Organizzate altri eventi o tornei per ragazzi?

Assolutamente sì. Domenica 8 dicembre ci sarà un piccolo torneo casalingo e poi in primavera stiamo organizzando un grande torneo con anche squadre importanti.

Ha parlato di come nel suo ruolo le sia data l’opportunità di trasmettere i suoi principi. Quali sono i valori che desidera passare ai suoi ragazzi?

Innanzitutto vorrei riuscire a passare il rispetto per compagni e avversari; poi anche saper accettare la sconfitta, crescere sbagliando e saper stare in un gruppo. Di norma mi prefiggo l’obiettivo di curare l’aspetto sociale e quello cognitivo, per poi dedicarmi a quello coordinativo e infine tecnico.

Su che base ha scelto i singoli istruttori delle squadre?

Ho scelto tutti istruttori di Scienze motorie, che abbiano fatto lo stesso percorso che ho fatto io, e intendo proseguire su questa strada per quanto riguarda lo staff. 

Come vive la responsabilità di star formando una nuova generazione di calciatori?

La vivo con grande entusiasmo perché sono convinto di quello che sto facendo: credo tantissimo in questo progetto! Ho le idee chiare e, avendo affrontato in prima persona un settore giovanile professionistico, ho acquisito valori e principi che ho tanta voglia di trasmettere ai ragazzi del Robilant.

Quali sono gli obiettivi per questa stagione?

Ovviamente i risultati è bello ottenerli, ma attualmente non sono quello di cui ci preoccupiamo. Adesso desidero far conoscere il più possibile la nostra società e i valori su cui si fonda, parlare a tutti di questo progetto e cercare di costruire un settore giovanile basato sulla professionalità e che metta al centro la crescita del ragazzo, prima dal punto di vista umano e poi calcistico.

Sul lungo termine invece?

L’obiettivo a cui puntiamo è quello di avere un settore giovanile affermato e poterlo considerare uno dei più importanti a Torino. Desideriamo crescere e aumentare le categorie. Ora abbiamo cominciato dai più piccoli, perché appena aperta la scuola calcio è la scelta migliore, ma poi vogliamo aumentare e riempire tutte le categorie del settore giovanile.

Andrea Montacchini

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