Martedì, 05 Novembre 2024
Giovedì, 26 Marzo 2020 18:31

Massimo Capricci: "La situazione è critica, ma se rispettiamo le regole torneremo alla normalità. E saremo migliori"

Scritto da Daniele Pallante

INTERVISTA - Medico fiduciario della Federazione e, fino a qualche settimana fa, presidente del Barcanova, è in prima linea alle Molinette: “Sono impressionato, ho visto tante persone morire per fame d’aria. Cosa fare? Rispettare le regole, restare a casa, lavarsi le mani e avere pazienza. Servirà tempo per uscire dall’emergenza, secondo me la stagione calcistica è già finita”


Massimo Capricci è un eroe del nostro tempo. Lui, medico alle Molinette, come tutto il personale medico e sanitario, come tutte le persone che lavorano negli ospedali per combattere la diffusione del Covid-19 e soprattutto per salvare la vita delle persone.

Capricci è anche il medico fiduciario della Federazione e, fino a qualche settimana fa, era presidente del Barcanova. Abbiamo rubato qualche minuto del suo prezioso tempo per fare il punto della situazione: “Mi tolgo la mascherina e ti rispondo volentieri, è importante che la gente sappia come siamo messi”.

Come siamo messi, dottore?

“La situazione è critica, abbiamo tanti casi e c’è un’affluenza notevole al pronto soccorso, fortunatamente in calo negli ultimi due o tre giorni. Nei nostri reparti (Capricci è otorinolaringoiatra, ndr) e in pronto soccorso tutta l’attività è ridotta all’essenziale, solo urgenze e pericolo di vita. Tutte le energie sono concentrate sulla gestione dell’emergenza Codiv-19 e sulla rianimazione, lì si svolge il lavoro che comporta grandi rischi e responsabilità. E non siamo ancora arrivato al picco dei contagi, è tutto un divenire giornaliero”.

Ribadiamolo ancora una volta, tutti quelli che possono devono stare a casa.

“Le misure restrittive servono tantissimo, la Cina insegna che se stai a casa contieni la diffusione, al contrario viviamo tante situazioni, anche in Italia, dove le persone si fanno gli affari loro e i contagiati aumentano ancora. Questo virus è pericoloso ma ha scarsa resistenza, dovrebbero proibire le comunicazioni sbagliate da social network, atteniamoci a quanto dicono l’Organizzazione mondiale della Sanità, il nostro sistema sanitario nazionale e la Protezione Civile. Si sa che il coronavirus si trasmette con la saliva, tramite le particelle che si attivano parlando e, con più velocità, tossendo e starnutendo. Ma si sa che se stai ad almeno un metro di distanza, sei quasi sicuro. Si può depositare sugli oggetti, forse per alcune ore, ma basta lavarsi le mani con acqua e sapone per eliminarlo, ma bisogna lavarle bene, per trenta secondi, anche per un minuto”.

La priorità è allentare la pressione sugli ospedali.

“Io ormai sono abituato a tutto, ma in questi giorni vedo radiografie da coronavirus davvero spaventose, sono impressionato dagli effetti di questo virus. Se entra in circolo, è pericoloso soprattutto se si hanno problematiche precedenti, ma è un virus che cambia e si trasforma, l’età dei contagiati sta scendendo in modo preoccupante. Ho visto morire tante persone in questi giorni, con polmoniti devastanti: morire per fame d’aria è brutto, bruttissimo”.

Cosa può, cosa deve fare chi sta a casa?

“Stiamo sereni e tranquilli, rispettiamo le regole e non intasiamo il pronto soccorso. Bisogna bere tanta acqua e assumere tante vitamine, gli agrumi sono importanti. Riduciamo se possibile medicinali e fumo. E si può fare attività fisica anche a casa, in questo periodo è assurdo andare a correre, tanto le olimpiadi le hanno tolte…”

Cosa ci puoi dire, invece, come medico federale?

“Quando si doveva decidere se continuare a giocare o meno, sono stato contattato da Mossino per un parere e ho collaborato con l’avvocato Comellini per la relazione sulle normative da adottare. Altri tempi, alcuni presidenti si preoccupavano degli incassi del bar, e quando parlavo di qualche settimana di stop mi dicevano che ero esagerato. La situazione inizialmente è stata sottovalutata, e purtroppo qualcuno ancora la sottovaluta e ne pagherà le conseguenze, vedi l’Inghilterra. Il blocco totale delle attività è giustissimo, non c’è discussione. Anzi, secondo me i campionati non riprenderanno per quest’anno”.

Addirittura?

“Il picco in Piemonte ancora non c’è stato, fino a quando la diffusione del virus non scende, non è possibile fare alcun ragionamento sui tempi. E comunque sono decisioni da prendere a livello nazionale: le attuali normative possono essere prolungate, di volta in volta, fino al 31 luglio. È una responsabilità enorme. È vero che ci sono pesanti conseguenze a livello economico, ma non si può riaprire tutto senza la certezza di non avere nuovi casi, se no rischiamo di ripartire da capo. Dobbiamo ragionare come se fossimo in guerra, ma senza città distrutte e senza carenze alimentari, mia mamma che ha 97 anni si ricorda bene quei tempi...”

Quindi sei in linea con l’indicazione della Federazione Medico Sportiva Italiana, che per le giovanili consiglia di interrompere gli allenamenti collettivi fino al 30 giugno?

“Perfettamente in linea. Ci sono casi positivi anche nella Juventus, anche i professionisti non so come possano ricominciare. Figuriamoci i dilettanti e le giovanili. Spero di sbagliarmi, ma non penso che prima di giugno o luglio si possa riprendere”.

Le società non vivevano nell’oro già prima, come ben sai in base alla tua esperienza da presidente del Barcanova. E adesso?

“Tra centenario e Pulcino di Pasqua, per il Barcanova è un bel danno, ma le società sono tutte nella stessa situazione. La politica e la Lega Calcio devono salvare le società, anche in questo caso l’iniziativa deve partire a livello nazionale”.

Dottore, chiudiamo con qualche consiglio.

“Rispettare le regole e stare a casa, come detto. Se ci sono sospetti anche piccoli di stare male, evitare i rapporti interpersonali anche a casa. Per esempio noi medici viviamo in isolamento, anche se siamo asintomatici non ci fanno il tampone, quindi non vogliamo rischiare di infettare i nostri familiari. Serve pazienza, tanta pazienza. Un amico mi ha mandato un post su Anna Frank, che è stata rinchiusa 25 mesi in una soffitta, con poco cibo e senza fare rumore per paura di essere presa dai nazisti. Non voglio fare demagogia inutile, ma eravamo abituati troppo bene: ora dobbiamo adattarci a questa emergenza senza piangerci troppo addosso. Torneremo alla normalità, gradualmente”.

Andrà tutto bene, come si legge sui cartelli appesi ai balconi.

“Dai, ci sono anche note positive in questa situazione drammatica: la maggior parte degli italiani sta aumentando la civiltà, mai visto code così ordinate. Sta tornando un sano sentimento nazionale: io non ho mai apprezzato l’esterofilia a tutti i costi, anche in campo medico, anche in campo calcistico. Dobbiamo essere fieri di essere italiani, non abbiamo niente da invidiare agli altri paesi. Cambieremo profondamente, torneremo ad apprezzare le piccole cose, come una passeggiata: eravamo sempre di corsa, in cerca del profitto, arrabbiati per una partita persa, e invece adesso ci rendiamo conto di cos’è veramente importante, la salute e gli affetti familiari. Ultima cosa, nell’interesse della mia categoria: fino al mese scorso tutto era dato per scontato in campo sanitario, e anzi non erano pochi i dottori oggetto di violenza. Eppure lavoravamo come lavoriamo oggi, senza mai tirarci indietro anche di fronte ad aids, epatite e altre situazioni pericolose. Almeno adesso se ne rendono conto tutti”.

Ultima modifica il Giovedì, 26 Marzo 2020 18:59

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