INTERVISTA - C'è una squadra che sta stupendo tutti nel girone A, si chiama Città di Cossato. Luca Debernardi ci racconta di come le aspettative della dirigenza di inizio stagione non solo siano ormai già abbondantemente raggiunte, ma addirittura superate in maniera del tutto inaspettata.
Buongiorno mister, cosa si aspettava la dirigenza ad inizio campionato riguardo la vostra squadra? Le aspettative per la stagione in corso possono considerarsi raggiunte oppure addirittura centrate e superate?
“Ad inizio stagione, quando ho accettato l'incarico, la società mi ha chiesto innanzitutto di lavorare per far crescere i ragazzi ed in seconda battuta di ottenere la salvezza. Poi le cose sono andate molto oltre le aspettative come dimostra la classifica”.
Direi che se ad inizio stagione si parlava di salvezza e lei ha portato la squadra al secondo posto, il lavoro è stato ottimo, eccezionale a dir poco. Tralasciando le aspettative della dirigenza, quali erano invece le sue previsioni personali dopo aver conosciuto i ragazzi nei primi allenamenti stagionali?
“La mia impressione iniziale è stata quella di un gruppo con delle buone potenzialità ma sui cui c'era tantissimo lavoro da fare, specialmente a livello di attenzione, di cultura calcistica ed intensità di allenamento. In preparazione mi è capitato spesso di non essere soddisfatto del lavoro svolto, poi successivamente i ragazzi hanno cominciato a seguirmi e si sono impegnati molto, un segno di maturazione”.
Il lavoro quindi è stato molto fruttuoso. Considerando i dati della stagione, si può constatare come la fase offensiva sia ottima, siete il terzo attacco del girone. Di contro non si può dire lo stesso della fase difensiva, al di sotto della controparte di attacco. Quanta importanza viene conferita alle due fasi durante i consueti allenamenti settimanali?
“Sono ugualmente importanti e vengono lavorate in egual misura. Ma è più che altro una questione di filosofia, il tipo di calcio che chiedo alla mia squadra è comunque basato sulla circolazione e sul possesso della sfera, non voglio i lanci lunghi se non strettamente necessari. Spesso cerchiamo di uscire dalla difesa in palleggio e lì si rischia qualcosa, però sono fermamente convinto che nel settore giovanile la crescita dei ragazzi e la padronanza della palla valga qualche gol in più incassato”.
Una filosofia lodevole, ho avuto modo di vedere squadre che incassano meno gol ma effettivamente basavano la tattica sul lancio lungo o sulla più classica "spazzata" difensiva. Meglio la circolazione di palla a discapito di qualche gol subito. A questo punto della stagione però è giusto cominciare a tirare delle somme. 16 vittorie, 4 sconfitte, nessun pareggio ed il Chieri è a pochissima distanza. Sognare è lecito?
“Un'utlima considerazione sul discorso di poco fa. Anche la produzione offensiva è figlia di questa filosofia, se si ha maggiore possesso palla è facile che si creino più occasioni, quindi c'è sia un aspetto positivo che uno negativo. Per quanto riguarda la domanda delle ambizioni, tutto è possibile nel calcio però il nostro è un campionato molto equilibrato ed è tutto sempre in discussione. Il Chieri ha maggiore qualità e profondità della rosa rispetto a noi, quindi merita di essere davanti. In ogni caso noi continueremo a lavorare e dare il massimo ogni partita per inseguire questo sogno”.
Certo il Chieri è una società attrezzatissima in ogni categoria con un'ottima gestione del settore giovanile, lo dimostrano ogni anno. Il secondo posto a questo punto può diventare un obiettivo realistico, l'Accademia ha ancora lo scontro diretto contro di voi e contro il Chieri, sta attraversando un momento difficile e siete davanti di due punti. Concludere in questa posizione sarebbe sicuramente un motivo d'orgoglio per la società e per i ragazzi. Si può oggettivamente dichiarare un obiettivo alla portata?
“Tutto dipenderà dal filotto di partite che avremo dopo quella di questa Domenica, lì si decideranno molti degli equilibri di questo girone. Come dicevo prima è tutto molto equilibrato e ogni partita è sempre in discussione, quindi per mantenere l'attuale ritmo servirà moltissima concentrazione e grande impegno e sacrificio in campo. Nel calcio gli episodi possono stravolgere una partita in equilibrio e per stare davanti serve sempre anche un pizzico di fortuna. Il filotto di partite che citavo, per essere precisi, si apre con La Biellese e si chiude con l'Accademia Borgomanero. Quello che indipendentemente dal piazzamento finale resterà è che i ragazzi sono cresciuti moltissimo e soprattutto il fatto che partendo da una squadra con metà rosa composta da elementi nuovi e provenienti da società diverse si sia formato un gruppo unito e ben amalgamato”.