La partita valida per la nona giornata del girone D non si è conclusa al minuto 35 del secondo tempo come da regolare svolgimento, bensì il direttore di gara ha decretato la fine con 6' di anticipo dopo che la squadra ospite aveva segnato il gol del vantaggio con Scalerandi. Di seguito il comunicato del giudice sportivo:
"La gara in epigrafe non ha avuto una regolare conclusione essendo stata sospesa anzitempo dall'arbitro. Dall'esame del referto si evince che al minuto 29 del secondo tempo, dopo una rete realizzata dalla società ospite, buona parte dei giocatori della società Atl.Torino accerchiava l'arbitro, a centrocampo, contestandone la decisione. Mentre questi confermava al capitano la regolarità dell'azione, giungeva di corsa nella zona di centrocampo il dirigente accompagnatore della società signor D'IPPOLITO GIUSEPPE, il quale urlando rivolgeva all'arbitro gravi minacce. Giunto vicino al direttore di gara, cominciava a spintonarlo con fare minaccioso appoggiandogli anche la testa contro il viso. Immediatamente dopo lo colpiva con una testata sul naso provocando una epistassi.
A questo punto il giovanissimo arbitro, ANCORA IN ETA’ MINORE, comprensibilmente sconvolto per quanto accaduto e fortemente dolorante decretava la sospensione definitiva della gara: decisione ampiamente giustificata. Veniva quindi accompagnato nello spogliatoio dal Presidente e dal Direttore sportivo della società, prontamente intervenuti, che cercavano di tranquilizzarlo e confortarlo. Mentre si ripuliva dal sangue giungevano negli spogliatoi i Carabinieri, avvertiti dal padre dell'arbitro presente in tribuna avendo accompagnato il figlio minorenne. Le forze dell'ordine provvedevano all'accertamento dei fatti e fotografavano le distinte di gara nonchè il tesserino del dirigente in questione, essendosi questi nel frattempo dileguato rendendosi irreperibile. Dopo aver lasciato l'impianto sportivo l'arbitro era accompagnato dal padre al pronto soccorso del C.T.O., dove veniva sottoposto alle visite necessarie e a RX alle ossa nasali. Veniva quindi dimesso alle ore 15.10 con diagnosi di contusione della faccia e del collo e prognosi di giorni TRE s.c.(come da documentazione allegata al referto). La responsabilità della mancata conclusione dell'incontro deve quindi essere addebitata alla società ATLETICO TORINO, oggettivamente responsabile del comportamento violento, indegno di un dirigente sportivo, posto in essere da un proprio tesserato nei confronti dell'arbitro".
Per quanto appena riportato, la giustizia sportiva ha deciso di assegnare la partita persa a tavolino alla società di casa con il risultato di 0-3 (al posto dello 0-1 maturato sul campo), di sanzionare l'Atletico Torino con una multa di 100,00 euro ed infine di squalificare il dirigente Giuseppe D'Ippolito fino al 20/02/2018, quindi per tre anni, per "comportamento esecrabile, indegno di una qualsiasi persona che intenda definirsi civile e a maggior ragione di un dirigente sportivo in gara del settore giovanile, in presenza di calciatori categoria GIOVANISSIMI".
Letto il comunicato con la decisione degli organi giudiziari, D'Ippolito ha voluto scusarsi pubblicamente: "Mi scuso con tutta la classe arbitrale perché riconosco di aver sbagliato. Non sono mai stato - in tanti anni di calcio - protagonista di episodi del genere e per questo mi vergogno. Non volevo assolutamente che accadesse tutto questo, è stato un momento di amnesia, ho un forte senso di colpa e penso che questa sia la punizione peggiore". Poi aggiunge: "Ho sbagliato ed è giusto che io paghi. Purtroppo è un momento particolare della mia vita, ho perso il lavoro e a causa della crisi che stiamo attraversando ho dovuto cambiare casa". Ci tiene a dire però che "non cerco scuse e non voglio trovare alcun tipo di giustificazioni, dico semplicemente che sono cose che non devono capitare ma purtroppo è successo". Per concludere, il dirigente squalificato aggiunge: "Ad onor di cronaca devo dire che le cose - come sopra descritte - sono state gonfiate. L'arbitro non ha fischiato la fine dopo il mio ingresso in campo, bensì l'ha fatto prima. Ma questo oramai non ha più importanza".