Alessandro Pierro, in tanti parlano di te in questo periodo. Dopo un solo anno di Lucento, hai cambiato per accasarti al Chisola. Partirei da qui. Quali sono le motivazioni di questa scelta?
Innanzitutto voglio ringraziare il Lucento, nella figura di Paolo Pesce perché mi sono trovato benissimo e ho conosciuto una bella persona che con me è stata sempre molto corretta e chiara. Non mi ha fatto mancare nulla, neanche e soprattutto la fiducia; lasciare il Lucento non è stata cosa facile, mi è spiaciuto molto ma avevo la necessità – per motivi lavorativi – di avvicinarmi a casa e la chiamata del Chisola, abitando a Carignano, è stata una manna dal cielo per le mie esigenze.
Di bene in meglio, dal Lucento al Chisola, società importante sempre ai vertici: vuol dire che ti meriti questi palcoscenici.
Mi sento davvero fortunato, sì. Lascio una grande società per approdare in un’altra grande società. Sono molto contento perché al Chisola ritrovo Gigi Calcia - ci conosciamo da quando io ero un bambino –, Vincenzo Scalia – con cui ho lavorato ai tempi dell’Orbassano Gabetto – e soprattutto il direttore Sergio Fantino – direttore sportivo del Collegno scudettato e oggi direttore tecnico – con cui hanno lavorato i migliori allenatori del nostro panorama: Longo, Manzo, Pallavicini, Casciani, Serami e tantissimi altri, validi, tecnici. Anche per questo motivo mi sento fortunato ad avere questo privilegio, con lui alle spalle sono sicuro che crescerò ancora tanto. E poi finalmente posso vedere lavorare da vicino – e confrontarmi con lui – Andrea Mercuri: a mio avviso uno dei migliori allenatori nel settore giovanile.
Facciamo un passo indietro. Ti senti arricchito professionalmente dopo questa annata in corso Lombardia?
Assolutamente sì. Questa stagione al Lucento mi è servita per limare dei lati del mio carattere ed è stato un anno importante per me. Il tutto è stato possibile grazie ad alcune persone fantastiche cui tengo ringraziare. Antonio Gigliotti, sempre al mio fianco, mi ha sostenuto nei momenti difficili e mi ha aiutato nell’inserirmi in società; auguro ad ogni allenatore di avere al proprio fianco una figura come Antonio perché sono convinto che diventerà un ottimo direttore sportivo, oltre ad essere già una grande persona. Non posso poi dimenticarmi di Arturo Gallo, il cui curriculum da direttore sportivo parla da sé. La sua esperienza ed i suoi consigli hanno aiutato la mia crescita, ne farò tesoro. Infine, permettimi di ringraziare ancora la famiglia Pesce, Ada – la segretaria insostituibile –, Foscaro – uomo di grande competenza e parte importante per il motore Lucento –, tutti i mister delle giovanili, i ‘miei’ Sanità e Cannella – sempre impeccabili – e tutti quelli che lavorano per il Lucento e che mi hanno voluto bene. Sono stati, davvero, una seconda famiglia.
E come mai Chisola? Vicinanza a casa tua a parte…
Le squadre del settore giovanile del Chisola sono sempre squadre importanti; mi è stato offerto il 2000, un gruppo forte che arriva da due semifinali regionali conquistate e successivamente perse – una ai rigori (ndr, contro il Chieri di Locandro) -. È un gruppo competitivo che penso necessiti di due o tre innesti funzionali al progetto, non di più. Il merito è anche di Elio Bert che ha allenato questi ragazzi al meglio durante il suo biennio e non sarà facile migliorare i risultati ottenuti da lui, ma è una sfida che mi affascina molto.
Migliorare significa raggiungere la finale, avete ambizioni importanti.
Io sono una persona molto ambiziosa, non solo nel calcio. Punto sempre ad ottenere il massimo, poi alla fine la vittoria è uno dei tre risultati possibili di una partita. La prossima stagione mi piacerebbe che la vittoria non fosse un semplice fine – seppur molto bello – ma uno dei mezzi utili alla crescita di ogni singolo ragazzo e della squadra. E insieme a loro – squadra e giocatori – voglio crescere anch’io perché ancora devo migliorare tanto come allenatore.
Noi ovviamente te lo auguriamo. Ma quale potrebbe essere il segreto per migliorare un gruppo già competitivo?
Penso siano tante le componenti. A mio avviso una squadra importante migliora con la crescita dei singoli che ne fanno parte e la crescita dei singoli passa attraverso la cura maniacale dei dettagli che si curano solo con il lavoro sul campo,e fanno la differenza. Poi non bisogna sottovalutare l’aspetto ambientale che per ragazzi e allenatori è importantissimo! Ad esso si devono aggiungere fame, voglia e sacrificio, ma di grande importanza è anche l’aspetto mentale. Infine competizione interna e stimoli - di certo non meno importanti del resto - sono fondamentali, senza dei quali non si potrebbe ottenere nulla.
Idee chiare e tanta determinazione. Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?
Fammi dire solo più una cosa. Li cito per ultimi ma in realtà sono stati la benzina per fare andare avanti questa macchina: i ragazzi del 2000 del Lucento. Li voglio ringraziare uno per uno, mi hanno regalato un Caduti di Superga, un campionato provinciale ed uno regionale; mi hanno rispettato e per questo sono fiero di loro, auguro a tutti il meglio possibile nella vita e non solo nel calcio. E ovviamente, grazie anche a voi 11giovani e buone vacanze a tutti!