Ieri sera Massimo Capussotto ha rassegnato le sue dimissioni da direttore generale del Settimo. Una decisione irrevocabile che scuote l’intero ambiente settimese, visto che nelle ultime due stagioni Massimo Capussotto è stato il motore trainante della società del presidente Emmidio Ursillo.
Massimo, cos’è successo?
“Nell’ultimo periodo sono nate una serie di divergenze che mi hanno fatto prendere questa decisione, rispetto alla passata stagione queste divergenze si sono ampliate a tal punto da impedirmi di proseguire nel mio ruolo”.
Divergenze con il presidente?
“Sì, anche se ci tengo a sottolineare che il rapporto interpersonale è buono e ci siamo lasciati bene, senza nessuna polemica. Ma quando si occupa un ruolo come il mio, si ha la responsabilità di condividere la gestione a 360 gradi. Se e quando questa condivisione viene a mancare, è giusto interrompere rapporto”.
Nello specifico, a cosa ti riferisci quando parli di divergenze?
“Sono questioni che devono rimanere all’interno della società, per una questione di stile e di correttezza. Mi riferisco alla gestione societaria nel senso più ampio del termine, tutto qui”.
La tua valutazione di questo anno e mezzo vissuto come direttore generale del Settimo?
“È stato un periodo intenso, la vita che si svolge all’intero di una società sportiva è talmente pregna che due anni equivalgono a 7/8 anni al di fuori… Sono stati due anni molto intensi, ho preso il Settimo in una situazione, lo lascio in situazione molto diversa”.
Diversa o migliore?
“Sicuramente migliore. Abbiamo ottenuto la salvezza in Eccellenza pur in una situazione non facile. Ci siamo giocati la finale Scudetto con la Juniores, dopo aver vinto il titolo regionale. Abbiamo scalato la classifica del Superoscar, qualificandoci dopo tantissimi anni di assenza. Abbiamo due squadre ai regionali. Gli iscritti alla Scuola calcio sono almeno triplicati. Sono arrivati allenatori importanti e abbiamo una struttura societaria forte. Il Settimo ha vissuto un periodo di rinnovamento e di crescita, sono molto soddisfatto di questa esperienza. Meno dell’epilogo, ma fa parte delle cose, la vita fatta di scelte… Mi sarebbe piaciuto portare a compimento il progetto che avevo in testa, spero che lo faccia qualcun altro”.
E adesso cosa succederà a Settimo?
“Spero che non succeda nulla, che tutto proceda come da programma, farò il tifo perché si ottengano i risultati sperati, a partire dalla salvezza in Eccellenza”.
Specifico la mia domanda. Durante la tua gestione sono arrivate tante persone legate a te, penso al direttore sportivo Vito Bellantuono oppure a tanti degli allenatori. Il tuo sarà l’unico addio alla società?
“Credo di sì. In una società sportiva ognuno ha ruolo preciso, rispetto a quello degli altri il mio richiedeva una condivisione molto più ampia, ricadevano su di me anche decisioni prese da altri. Al di là dell’amicizia e dei rapporti interpersonali, se segui un settore o una squadra questo problema non si pone”.
Il tuo futuro?
“Non dipende da me, o almeno non solo da me. La mia passione per il calcio rimane immutata negli anni, ormai ne sono passati tanti… Se ci sarà qualche società interessata a propormi un progetto, lo valuterò con la massima attenzione. Se no avrò più tempo per la mia famiglia, serenamente”.
Non è ancora arrivato nulla?
“Niente. Non ho deciso di dimettermi perché ho un’altra situazione in ballo, ma perché era giusto farlo”.
Cosa ti piacerebbe fare, o dove ti piacerebbe andare?
“Mi piace fare quello che ho sempre fatto, a Settimo o prima a Biella, ma ripeto, dipende da chi riterrà opportuno chiamarmi”.