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Mercoledì, 16 Dicembre 2015 13:37

La lettera dei "genitori amareggiati" del Rapid Torino 2001

Scritto da redazione

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - Le lamentele per la condotta dell'arbitro nella trasferta di domenica contro la Novese.

Siamo un gruppo di genitori del RAPID 2001, Società dilettantistica del torinese.
Per noi è un sogno, come già avvenuto lo scorso anno, partecipare ai campionati regionali Categoria Giovanissimi. Cavalcando questo sogno ieri, 13 dicembre 2015, ci siamo alzati alle 6.00 del mattino, preparato i borsoni, e partiti alla volta di Basaluzzo per incontrare la Novese.
L’entusiasmo era alla stelle ma dopo pochi minuti il gioco si è trasformato in una realtà dura da spiegare ai nostri ragazzi, da sempre leali ed onesti in campo e fuori. Un’espulsione dopo soli 4 minuti quando, subendo un fallo, un nostro giocatore diceva all’arbitro: “Ho preso una gomitata!”; dopo altri 5 minuti, 4 cartellini gialli (del tutto infondati e per puro accanimento contro la squadra) nei confronti dei nostri ragazzi tra i quali il capitano che, sebbene delegato a poter interloquire con il direttore di gara, veniva zittito mentre chiedeva spiegazioni in merito ad una decisione arbitrale e, poco dopo, espulso in seguito ad una seconda ammonizione, per asserita simulazione, pur avendo subito un clamoroso fallo in area.
Dopo soltanto 15 minuti di gioco, con in totale di 2 espulsi e 4 ammoniti, il personale accanimento dell’arbitro è continuato con l’allontanamento dalla panchina di alcuni membri dello staff, semplicemente per aver chiesto spiegazioni su quanto stava succedendo. Vi è stato addirittura un momento in cui si pensava si stesse girando una puntata di “Scherzi a parte”.
La domanda che ci poniamo è quindi: “Quali spiegazioni possiamo dare ai nostri figli di fronte a simili arbitrari e proditori comportamenti arbitrali?”
Ci chiediamo se si debba insegnare ai nostri figli la logica del “clientelarismo” piuttosto che quella del merito, la logica della “raccomandazione” piuttosto che quella delle capacità e, da ultimo, se sia concepibile insegnare l’ingiustizia.
Il nostro impegno di genitori è improntato a sostenere valori quali la sportività, la lealtà, la generosità e, soprattutto, la correttezza… ci vediamo disarmati di fronte a persone che, in virtù del loro “temporaneo” esercizio di potere, non consentono l’espressione di un diritto fondamentale, imprescindibile anche su un terreno di gioco, quale il diritto di parola (ricordiamo sempre espressa educatamente). A comprova di ciò basti consultare i referti arbitrali di tutte le nostre partite, sempre corrette e riconosciute tali anche con elogi giornalistici al fair-play (in occasione di una partita decisiva per il passaggio del turno ai Regionali contro il Bacigalupo, nel secondo tempo, sul risultato di 0-0 e con un calcio di rigore a nostro favore, un nostro giocatore si avvicinava all’arbitro dicendo che il rigore non c’era, e la partita è quindi continuata con un calcio d’angolo), per comprendere come quanto affermato sia rispondente al vero.
Non possiamo permetterci di dare questi segnali a dei ragazzi, ne va del nostro futuro.
Ci rifiutiamo far passare ai nostri figli le logiche della sopraffazione e della mancanza di “libertà di espressione”, il nostro compito è ben più alto.
Da ultimo, ci corre l’obbligo far rilevare tre aspetti:
- La nostra squadra in tutto il girone di qualificazione provinciale (8 partite) non ha ricevuto alcuna espulsione, mentre le ammonizioni sono state solo 3. Ci risulta alquanto difficile, quindi, comprendere quanto successo a Basaluzzo (Novese);
- L’arbitro ha tenuto una condotta violenta, vessatoria ed autoritaria nei confronti di tutta la squadra e, soprattutto, dei ragazzini ai quali non è stato nemmeno consentito di parlare per mezzo del loro capitano. Tale atteggiamento, e quanto accaduto, ha “shockato” alcuni nostri giocatori che hanno addirittura manifestato il desiderio di non giocare più a calcio;
- Saremo poi curiosi di sapere cosa verrà scritto sul referto da parte dell’arbitro, in quanto qualsiasi cosa diversa rispetto a quanto da noi riportato sarebbe un’enorme ingiustizia.
Questa nostra per sottolineare che le partite, in campo e fuori, si possono vincere o perdere “regolarmente” e senza far mai venir meno il rispetto della persona, in particolare quando i soggetti ai quali ci si rivolge sono ragazzi/minori in crescita.

Genitori amareggiati Giovanissimi Rapid 2001

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