INTERVISTA - L’emergenza sanitaria ferma il calcio, 11giovani prova a guardare avanti intervistando i protagonisti del nostro calcio. Il direttore tecnico dell’area agonistica della società astigiana: “Vogliamo portare tutte le squadre nei regionali e fornire più giocatori possibili alla Prima squadra. Ma non transigiamo sugli aspetti educativi: rispetto per avversari, arbitro e compagni”
Giorgio Bravo, direttore tecnico dell’area agonistica del Canelli SDS, fa il punto della situazione: obiettivi, mercato, educazione e attualità dell’ambiziosa società piemontese.
Si presenti brevemente a chi non la conosce. Qual è il suo ruolo al Canelli e come è arrivato fin qua?
“Io sono direttore tecnico dell'area agonistica, dai Giovanissimi in su. Ho fatto per trent'anni l'allenatore del settore giovanile e adesso, da un paio, mi sono reinventato direttore tecnico; sono meno sul campo ma comunque a contatto con questo mondo che amo. In verità l'anno scorso, a novembre dopo l'esonero dell'allenatore della Juniores, sono tornato in panchina, ma è stato un caso, ormai preferisco stare più lontano dal campo e occuparmi del lato amministrativo: dopo così tanti anni ho cambiato mestiere”.
Siete una società molto ambiziosa. Qual è il progetto per questa stagione?
“Parlando della Prima squadra, è una formazione che è stata composta per primeggiare, con il cambio dell'allenatore c'è stata un po' di rivoluzione, ma adesso ci stiamo rimettendo in sesto. Più in generale con i ragazzi stiamo cercando piano piano di portare più squadre possibile ai regionali. Non è facile perché comunque ci sono tante altre grandi società con cui competere; noi lavoriamo sodo e cerchiamo di fare le cose per bene, cercando di creare anche più gruppi: per esempio nelle annate 2005 e 2006 abbiamo una squadra ai provinciali e una ai regionali. L'obiettivo è quello di creare giocatori utili alla Prima squadra”.
Facciamo il punto della situazione. Come sta andando? Obiettivi raggiunti e obiettivi mancati.
“Partendo dai 2006, non possiamo che esserne felici i ragazzi ai provinciali: sono primi in classifica e hanno tutte le carte in regola per vincere il campionato. I loro compagni ai regionali stanno andando comunque bene e portano a casa grandi risultati. Un’annata pazzesca insomma. I 2005 stanno anche loro andando molto bene sia a livello regionale che provinciale, dove sono in lotta per il titolo e nell'ultima partita prima dello stop hanno pareggiato 3-3 contro il Toro. I 2004 sono forse la nota più dolente, sono l'unica squadra a fare il regionale pieno, ma sono ultimi in classifica. È andata storta: molta sfortuna sicuramente, con tutte le partite combattutissime e poi perse negli ultimi minuti. Sicuramente parte della responsabilità va alla società che non ha posto la necessaria attenzione nel costruire una formazione impeccabile. In ogni caso i ragazzi non mollano, anche se perdono li vedo ad allenamento e lavorano tanto e bene. I 2003 invece sono primi nel loro campionato provinciale e distaccano di parecchio la seconda, siamo contentissimi sia del mister che dei ragazzi, stanno ponendo grande attenzione a tutto. Infine agli Juniores non si può dire nulla, fanno un campionato regionale molto difficile, giocano sotto età e fanno parecchia fatica ma comunque sono in piena salvezza e noi ne siamo decisamente soddisfatti. In generale, la valutazione è decisamente positiva”.
Parliamo di mercato: c’è qualche giocatore nel mirino delle professioniste?
“È ancora presto per parlarne, so che a Torino si stanno già muovendo ma noi arriviamo sempre un po' dopo”.
Parliamo di allenatori: su che base vengono scelti i mister delle squadre?
“Gli allenatori li scelgo io e il gruppo che ho formato si basa su valori fondamentali: cerchiamo di andare oltre l'aspetto tecnico e i nostri mister devono avere capacità di gestione ed educative specifiche per gruppi di ragazzi in queste età così difficili. I nostri giovani hanno bisogno di principi utili e chiari: puoi essere il migliore allenatore di calcio ma se poi non sai insegnarlo e mettere davanti a tutto i principi educativi basilari oggigiorno non puoi riuscire nell'educazione di nessuno. Quest'anno sono decisamente felice dei miei allenatori e cercherò di confermarli, magari muoveremo qualche pedina all'interno del nostro scacchiere ma non ci saranno grosse novità”.
Quali sono i valori che la vostra società, immagino attraverso proprio i mister in prima linea, vuole passare ai suoi ragazzi?
“Sicuramente l'aspetto del rispetto, per l'avversario in primis, per l’arbitro e per i compagni. Cerchiamo di essere molto attenti a queste cose: abbiamo allontanato, e non ci facciamo problemi ad allontanare, chi non rispetta i nostri valori e i dogmi che imponiamo ad inizio stagione. Il rispetto delle regole e delle persone ha un valore fondamentale in questa società e da queste cose non si transige in alcun modo”.
Qual è il progetto a lungo termine della società?
“Il sogno è ovviamente quello di avere tutte le squadre nei regionali e di riuscire a costruire un Settore giovanile che possa permettersi di mandare ogni anno 4 o 5 ragazzi in Prima squadra. Oggi sogniamo il salto di categoria e a quel punto, se accadesse, sarebbe fondamentale poter contare su un appoggio valido delle giovanili. Sarebbe assurdo fare la serie D e dover andare a prendere i ragazzi da fuori. Oggi in Prima squadra, in Eccellenza, ci sono nostri ragazzi che giocano in pianta stabile e alcuni 2001 si stanno già allenando con loro”.
Oltre ai sogni oggi dobbiamo, purtroppo, parlare anche di problemi: questo momento senza calcio comporta parecchi rischi sia a livello sportivo che a livello formativo. Come si sta organizzando la società?
“Noi dal primo momento in cui è uscito il decreto abbiamo deciso di attenerci interamente ad esso, abbiamo subito sospeso tutto e, anche se in un primo momento si sarebbe potuta fare attività solo senza usare gli spogliatoi, noi abbiamo deciso di non rischiare e, nonostante le pressioni di alcune famiglie, abbiamo fermato gli allenamenti. Siamo perfettamente consapevoli delle conseguenze che ci saranno: i ragazzi non si possono allenare e stanno lontani dal gruppo ma le esigenze sanitarie hanno l'assoluta priorità. Per gli Juniores abbiamo scelto di affidarci alla loro voglia e al sacrificio dando loro un piano di allenamento personale che stanno portando avanti singolarmente. Ovviamente ci manteniamo in contatto con loro e le famiglie via chat e con tutti i mezzi che abbiamo. Attendiamo che si possa tornare alla normalità e poi cercheremo di recuperare il tempo perso organizzando sessioni anche a giugno e attività specifiche nei mesi estivi”.