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Venerdì, 13 Marzo 2015 19:01

Allievi regionali - Che mazzata per il Ciriè: 1 punto di penalizzazione e De Vita out fino al 15 giugno

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GIUDICE SPORTIVO - Dopo la decisione dell'allenatore di richiamare in panchina anzitempo i propri giocatori, l'allenatore deve fare i conti con una lunga squalifica: "Ho la coscienza a posto. Mi spiace per la società, D'Auria e il dirigente Palombo"

Queste le decisioni del Giudice sportivo sul comunicato ufficiale numero 60 in merito alla partita Città di Baveno-Ciriè dell’ 8 marzo, terminata 4-1 in favore dei padroni di casa:

"Nel corso della partita in oggetto, al 41º del secondo tempo, contestualmente alla verificata dello stato di salute di un giocatore a seguito di un presunto fallo, il direttore di gara si avvedeva come l'allenatore del Ciriè Calcio provvedesse ad invitare tutta la squadra ad abbandonare il terreno di gioco ed a non continuare la gara; i giocatori ubbidivano all'ordine e vani risultavano i tentativi dell'arbitro di invitare il capitano a permanere sul terreno e ad ultimare l'incontro, quest'ultimo, anzi, si mostrava solidale con il proprio allenatore. Stante il clima particolarmente aggressivo, anche da parte dello staff dirigenziale del Ciriè Calcio, il direttore di gara si vedeva costretto a fischiare la fine della gara per abbandono del campo da parte di una delle due squadre. Il grave comportamento tenuto dall'intera squadra del Ciriè Calcio (giocatori, capitano, dirigenti) mostra un assoluto disvalore nei confronti dei fondamentali valori di correttezza e lealtà sportiva, che nella fattispecie sono stati completamente disattesi, comportamento vieppiù significativo, in quanto verificatosi in un campionato allievi ove la funzione pedagogica dello sport e dell'esempio (di dirigenti ed allenatori) dovrebbe mostrarsi nella sua miglior espressione, onde consentire la costruzione di nuove e sane leve sportive informate ai principi di lealtà, correttezza e probità". 

Oltre alla squalifica fino al 15 giugno dell'allenatore De Vita, il Ciriè si vede costretto a rinunciare a un punto in classifica e a pagare 150 euro di multa. Coinvolti nei provvedimenti del Giudice sportivo anche il dirigente Antonio Palombo ("Per non essersi opposto,nella sua qualità di dirigente responsabile,alla decisione dell'allenatore di ritirare la squadra") e Dauria Arcangelo ("Per essersi dimostrato solidale con il proprio allenatore rifiutando l'invito dell'arbitro a convincere i propri compagni a rientrare in campo, venendo così meno al proprio compito di capitano").

Queste le parole di Davide De Vita dopo aver saputo della squalifica: "Noi abbiamo mandato una lettera in Federazione spiegando le nostre ragioni ma purtroppo è un problema di sistema. L'arbitro può scrivere nel referto ciò che vuole e quello sarà legge, ed è impossibile che vada a smentire sé stesso. Io non ho ritirato la squadra, ma l'ho richiamata in panchina. E l'ho fatto per salvaguardare l'incolumità dei ragazzi e non come protesta per l'arbitraggio. Vorrei anche evidenziare il fatto che noi non abbiamo più visto l'arbitro dopo che ha fischiato la fine e che i documenti ci sono stati restituiti da un suo collega che poi si è chiuso nello spogliatoio con lui. E' quindi impossibile che io l'abbia insultato, come invece viene riportato sul referto. Ci tengo molto all'aspetto educativo, basti pensare che abbiamo preso solo un rosso in tutta la stagione. Mi spiace per l'immagine della società che passa come violenta stando a quanto riportato nel comunicato. Mi spiace anche per D'Auria che si è preso due giornate che non meritava perché lui è un ragazzo d'oro e sono dispiaciuto anche della squalifica comminata al nostro dirigente, fino al 10 aprile. Io ho la coscienza a posto, ma dovessi tornare indietro terrei i giocatori un metro dentro il campo invece che in panchina, in modo da terminare regolarmente la partita".

 

 

 

 

 

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