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Lunedì, 04 Maggio 2020 15:11

Alessandro Pierro: fedele al Lucento e alle dirette instagram

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Alessandro Pierro, allenatore del Lucento Alessandro Pierro, allenatore del Lucento

L'INTERVISTA - L'allenatore rossoblu ci racconta cosa lo a spinto a tornare nella società di corso Lombardia, la sua visione su come poteva finire il campionato e le iniziative social prese dalla società e che lo vedono protagonista in questo momento dove il distanziamento sociale regna sovrano. 


Abbiamo intervistato Alessandro Pierro, allenatore del Lucento e punto di riferimento della società di corso Lombardia. In questi mesi dove ha prevalso il coronavirus, l’allenatore rossoblu è stato la mente delle iniziative social e lo showman nelle dirette su instagram attraverso il profilo della società.

- Partiamo da dove ci siamo lasciati, ovvero dai 2005 e dalla Juniores. Come riuscivi a conciliare entrambe le squadre con il lavoro? E come pensavi potesse finire il campionato di entrambe le squadre che allenavi?

“E’ stato un anno diverso perché ho iniziato a lavorare e quindi non riuscivo più a dedicare tutto lo stesso tempo che dedicavo prima. Ho avuto la fortuna di avere una società che mi ha appoggiato e uno staff che mi ha sempre guardato le spalle e dato una grande mano, per questo devo ringraziare Davide Garro, Davide Balma e Massimiliano Dossena. Il percorso con i 2005 è iniziato un po’ zoppicando, era una squadra nuova, parliamo di 12 nuovi giocatori quindi all’inizio questo gap si è sentito. Il gruppo ha avuto una scossa molto forte nella gara contro il Chieri, da li abbiamo reagito e non ci siamo più fermati. Al di là dei numeri la squadra stava prendendo consapevolezza e forse lo stop è arrivato nel nostro momento migliore. Credo che non avremo vinto il titolo perché c’erano delle cose da migliorare, sicuramente potevamo essere protagonisti. Mi piace essere realista, eravamo consapevoli di non essere i più forti, ma c’erano grandissime possibilità di continuare a fare bene.
Per quanto riguarda la Juniores anche qui si sono registrati alti e bassi. Era il primo anno che facevo questa categoria e ovviamente non è stato semplice, stavamo facendo un buon percorso ed eravamo secondi”.

- Questo è un periodo un po’ particolare per tutti, si parla di difficoltà a far ripartire le società dilettantistiche. Come lo sta vivendo il Lucento?

“Questo è un periodo molto strano, abbiamo attivato una serie di iniziative social grazie in primis a Fabio Perardi e anche a tutta la società che ha seguito questo progetto con interesse. In questo modo si cerca di limitare il distanziamento sociale che tutti siamo costretti a rispettare. Il Lucento è un punto di ritrovo, di chiacchere con gli amici, di aggregazione, non è solo calcio e grazie alle dirette su Instagram stiamo cercando di non perdere questo spirito. Quest’idea è stata molto apprezzata da tutti, è davvero bello vedere come tutti, dai bambini dai 5 anni ai giocatori della prima squadra partecipano attivamente a questa iniziativa. Oltre alle dirette le iniziative che hanno riscontrato maggior successo sono quelle della challenge di skills del disegno e barzellette e una che riguarda tutti noi in prima persona: la rivisitazione del logo della società da parte di tutti i lucentini. Poi abbiamo creato dei campionati virtuali, tramite la playstation, alla fine ci nutriamo di calcio, non potevamo non farlo”.

- Secondo te chi avrebbe vinto il titolo della categoria U15?

“ Sicuramente tutte le otto squadre che si sarebbero qualificate sarebbero state molto forti. Secondo me la sfida sarebbe stata tra Chieri e Chisola erano le squadre più attrezzate per vincere”.

- Torniamo un po’ indietro nel tempo. Dopo i due anni al Chisola, hai di nuovo scelto il Lucento, c’è un motivo in particolare?

“Ci sono tanti motivi, il principale è perché il primo anno al Lucento è stata una bella annata, ho conosciuto persone molto valide e sentivo la stima da parte del presidente. Dopo il Chisola non c’erano dubbi da parte mia su dove volessi andare e per fortuna il Lucento mi ha accolto di nuovo a braccia aperte”.

- Consideri la società rossoblu come una seconda casa, c’è qualcuno con cui hai legato particolarmente anche fuori dal campo e qualcuno a cui ti ispiri per migliorare?

“Paolo Pesce è una persona molto importante per me, è l’anima del Lucento e ha un’esperienza ventennale sui campi. Lui mi ha aiutato a capire come si sta nella società rossoblu e ad eliminare tanti piccoli difetti che prima avevo, anche se ora ne ho sempre qualcuno. Ho un buon rapporto con tutti ma che nasce e cresce solo all’interno della società”.

- Vi siete trovati in difficoltà a inizio anno per l’addio di Emiliano Ferrari? Ci sono state molte polemiche a riguardo, cosa ne pensi?

“Emiliano Ferrari è stata solo una parentesi al Lucento che si è aperta e si è chiusa senza lasciare un segno tangibile. Non entro sul piano personale e non mi permetto di giudicare, ma se dobbiamo parlare di allenatori che non sono più presenti al Lucento parliamo di Commisso, Grosso, Binandeh, Pallitto, Cisero. Insomma persone che possono essere accostate alla società e che hanno dato un contributo vero. Come mi piace pensare è la storia che determina il valore di un allenatore”.

- Sai già con che annata lavorerai il prossimo anno? Cosa ne pensi dei nuovi ragazzi?

“Sicuramente rimarrò al Lucento il prossimo anno e sono contento che il presidente continui a darmi fiducia. Stiamo mettendo a posto gli ultimi tasselli e in settimana si deciderà il tutto”.

 - Nonostante manchino all’appello circa tre mesi di calcio giocato, qual è stata la partita di quest’anno che può entrar a far parte delle “partite indimenticabili”? Perché?

“Sicuramente la partita di ritorno contro il Chieri, per quanto riguarda la categoria degli U15. Quella partita ha segnato nella mente dei ragazzi che non erano secondi a nessuno e che potevano giocarsela con tutti, soprattutto contro una squadra come il Chieri che a detta di tanti faceva un altro sport”.

- Ora tutto è fermo, questo non è esclude che state cercando nuovi rinforzi per la prossima stagione?

“Si, abbiamo trovato un allenatore per i nuovi U14 che alzerà il livello dell’organico degli allenatori. In più rinforzeremo tutti i gruppi, abbiamo già fissato degli appuntamenti. Continuità è la parola che descriverà il Lucento nell’anno che verrà; vogliamo cambiare poco perché tutte le persone che ci sono state quest’anno hanno confermato il loro attaccamento alla maglia”.

- Alleni da parecchi anni, il pensiero di allenare una professionista è il tuo obiettivo e coronerebbe gli sforzi e sacrifici fatti fino ad ora?

“Andare in una professionista sarebbe una bella esperienza, ma non è più ciò che sogno, nella mia vita in questo momento ci sono altre priorità. Sto talmente bene al Lucento a tal punto da non avere il pensiero di cambiare. Mi piacerebbe entrare nella storia di questa società ed essere un punto di riferimento”.

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