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Domenica, 11 Gennaio 2015 11:59

Paolo Gribaudo: "A Venaria dobbiamo puntare sui giovani, come ai tempi di Prunelli"

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INTERVISTA - Una chiacchierata a 360 gradi con l'allenatore degli Allievi del Venaria. Sulla formula dei campionati giovanili: "Facciamo autocritica, ma ci deve essere modo di recuperare un passo falso". Sulla rappresentativa: "Splendida esperienza, mi ha fatto conoscere il Piemonte. Viassi il coordinatore giusto". Sul Venaria: "Società in crescita, c'è voglia di tornare ai tempi d'oro di Prunelli". Sui colleghi: "Stimo Naretto, Dezio e Gibin. Come direttore sportivo Carlo Pesce".

Grandi società e tre anni in rappresentativa, Paolo Gribaudo è un allenatore abituato a lottare per il vertice. Invece quest'anno, con il suo Venaria Allievi, si ritrova invischiato nei campionati provinciali.

Paolo, partiamo da una valutazione su questa stagione. Siete primi a punteggio pieno nel girone provinciale, ma gli obiettivi erano altri.
“Sicuramente, volevamo i regionali, con squadra che abbiamo si poteva fare tranquillamente. Ma siamo incappati in un incidente di percorso, con questa formula sbagli una partita e sei fregato. Noi abbiamo sbagliato con il Cenisia e non siamo più riusciti a recuperare. Nella partita decisiva, con il Bsr Grugliasco, avevamo solo la vittoria a disposizione, ma siamo arrivati disastrati e abbiamo pareggiato. Beffa del calendario, nell'ultima giornata c'era Cenisia-Bsr Grugliasco...”

Formula sbagliata, o autocritica?
“L'autocritica ci sta, facciamo facciamo 50 e 50, ma una partita su 8 la puoi sbagliare. Sbagliata in pieno è la formula, al di là del caso specifico lo stiamo vedendo da due anni. Se squadre come Lascaris, Chieri e Bacigalupo rimangono fuori dai regionali, vuol dire che c'è qualcosa che non va”.

Dalla critica alla proposta. Una formula migliore per accedere ai regionali?
“Ci deve essere il tempo per recuperare un passo falso, i campionati di qualificazione ai regionali avrebbero senso con meno squadre per girone e partite di andata e ritorno. Oppure bisogna cambiare tutto... Solo nelle categorie piene la divisione tra regionali e provinciali, nelle mezze categorie un campionato unico, con gironi a 20 squadre che diano accesso ai regionali per le prime 5 o 6 classificate. Se rimangono posti liberi ai regionali, triangolari di qualificazione a settembre, come per la Juniores. Ecco che vengono fuori campionati competiviti, con squadre che si sono conquistate sul campo l'accesso ai regionali ma in base ai valori veri, quelli che emergono nel corso di una stagione, non nella partita secca”.

I vostri obiettivi stagionali, a questo punto?
“Prima di tutto vincere questo girone, a meno che non ci suicidiamo... Dopo vedremo, ma se vuoi ti dico già le quattro finaliste: noi, Chieri, Bacigalupo e Lascaris. Questo è un danno per tutte le altre squadre che fanno provinciali, tanto sanno che non ce n'è. Nel nostro girone Paradiso Collegno e Union Valle di Susa sono buone squadre, ma abbiamo già 5 punti di vantaggio dopo 5 partite”.

Come fai a tenere sulla corda i ragazzi?
“Questo è un bel problema. Io ho gruppo di ragazzi seri, abbiamo ricominciato gli allenamenti e sono tutti presenti. Io porto sempre cose nuove in allenamento per tenere alta l'attenzione, diventa più difficile dare contenuti a partite dove dopo 10 minuti vinci 3-0. Infatti al torneo di Grugliasco abbiamo giocato con Pro Settimo e Borgaro, paghiamo nell'intensità. Per questo dobbiamo fare amichevoli e tornei competitivi”.

Parliamo del Venaria, la società della città dive vivi. Come ti trovi?
“Sono qui da due anni, è un ritorno dopo parecchi anni, visto che ho iniziato qui ai tempi di Prunelli. C'è voglia di fare bene, anche Grosso nella Scuola calcio che ha preso bravi istruttori, dal mio punto di vista tutto questo è molto importante. Venaria qualche anno fa era zero, adesso siamo cresciuti, non so di chi sia il merito ma è così, d'altronde qui c'è un bacino enorme e un impianto sportivo unico in Piemonte”.

Cosa si può fare di meglio? Diamo due consigli a Balluardo.
“Nessuna critica e nessun consiglio, io ho fatto sempre l'allenatore. Piuttosto di continuare così, nel rapporto con noi allenatori sta facendo molto bene. A Venaria c'è un programma dove noi allenatori dobbiamo mettere gli allenamenti che facciamo, con tanto di spiegazione degli esercizi, le presenze dei giocatori ad allenamenti e partite. Tutti dati che gli permettono di avere sempre la situazione sotto controllo, ottimo per la crescita della società, ma anche motivo di crescita per gli allenatori".

Sull'esonero di Petrucci?
“Non so cosa sia successo nella questione Petrucci, sono dispiaciuto per Paolo, bravo ragazzo e bravo allenatore”.

Ti piacerebbe fare il direttore sportivo?
“No, perché a me piace stare sul campo. Non so ancora per quanti anni, visto che ne ho 55 anni, ma a me piace il lavoro di campo”.

Raccontaci la tua carriera.
“Ho iniziato a Venaria. Ho smesso di giocare a 32-33 anni e per un anno ho staccato da tutto. Poi mi ha chiamato Prunelli, sono rimasto 5 anni tra Scuola calcio e giovanili”.

Prunelli, personaggio unico. Tanti giocatori professionisti sono usciti dalla sua gestione, ormai dal Piemonte non emerge più nessuno. Qual era il suo segreto?
“Era un intenditore di calcio, competente come pochi. Il segreto è questo, capiva di calcio. Quando investiva su qualcuno aveva ragione. Milanetto, Fabbrini, Pasquale, Fogli, da Venaria ne sono usciti parecchi. Era un vero presidente, la sua parola era legge, e faceva sempre le scelte giuste”.

Dopo Venaria?
“Alpignano: lì ho fatto gli Esordienti '89, gli Allievi fascia B '86, poi tre anni con i '91, fino alla finale per il titolo regionale Giovanissimi fascia B, persa contro il Lascaris. Me la ricordo ancora, 3-0 dall'avversario più sentito... il calcio è bello anche per questo, qualche anno dopo. Poi i Giovanissimi a Orbassano e Cirié, sempre con i '91”.

Poi la grande esperienza con la rappresentativa.
“Sono stato due anni e mezzo, ho cominciato che ero ancora a Cirié. Sempre con i '92, Giovanissimi, poi Allievi fascia B, poi Allievi pieni. Due volte siamo arrivati nella finale per il titolo nazionale, e due volte abbiamo perso, contro Campania e Sicilia. Io le finali le perdo sempre... Il terzo anno siamo usciti subito, nell'anno in cui abbiamo vinto il titolo con i Giovanissimi '94”.

Nonostante le finali, che ricordo hai della rappresentativa?
“Una bella esperienza, ho visto tutte le realtà del Piemonte, diversissime tra le varie province, ho acquisito molte nozioni sul panorama calcistico piemontese. Per esempio nel novarese vedi gli Allievi bravi già proiettati in Prima squadra, cosa che non succede a Torino. Così invece dovrebbe essere per tutte le società dilettantistiche, le società devono vivere di questo. Apro una parentesi. Il Venaria di Prunelli vinse la Promozione con 10/11 cresciuti nel Venaria, questo fa la differenza: il gruppo, le persone che ti seguono, anche a livello economico fa la differenza. A Venaria stanno ricominciando a farlo”.

Torniamo alle rappresentative. Dopo un paio di anni di bassa, cosa ne pensi di questa nuova gestione affidata a Viassi?
“Giusto, c'è uno solo che deve parlare, io ho questa idea, forse perché sono nell'esercito... Viassi è un grande conoscitore de calcio giovanile, è l'uomo giusto per fare il coordinatore. Do solo un consiglio a lui e agli altri selezionatori: girate e andate a vedere tutto, ricordo che facevo un sacco di chilometri quando ero selezionatore”.

Tra i tuoi c'è qualcuno da chiamare?
“Secondo me ce n'è uno, ma non faccio il nome. Nel torneo delle regioni ci sono 5 partite da giocare sempre alla morte, serve gente con gli attributi, soprattutto contro le regioni del sud che fanno un altro calcio. Da noi c'è un calcio troppo pulito, manca la grinta, la voglia, in una parola la fame. Infatti poi i giocatori veri escono dal sud”.

Torniamo alla tua carriera. Dopo la rappresentativa?
“Due anni a Borgaro, gli Allievi '93 fino alle fasi finali, poi i Giovanissimi fascia B '97. Quindi Lucento, sempre gli Allievi, annate '95 e '96”.

Due società diversissime...
“Borgaro è una società proiettata verso la Prima squadra, curano gli Allievi perché c'è il Maggioni. Lucento ha un bel Settore giovanile, ma bisogna stare più tranquilli. Il calcio è divertimento, questo deve essere e rimanere. Noi, i genitori, i ragazzi, metto tutti nello stesso calderone, la dobbiamo smettere con certe scene, il calcio è uno sport e tale deve rimanere. Questa è una valutazione che ovviamente non si riferisce solo al Lucento, ma a tutte le società”.

Parliamo dei colleghi allenatori. Chi stimi particolarmente?
“Ce n'è uno che è bravo ma ha caratteraccio, Beppe Naretto, ma a insegnare calcio è veramente bravo. Un altro che ti dà la scintilla è Beppe Dezio, anche come avversario mi ha sempre dato consigli. Un altro bravo, contro cui mi piaceva giocare, è Beppe Gibin, sempre pacato e gentile”.

Il tuo miglior direttore sportivo?
“Vado indietro con gli anni: Gigi Bedino, del Venaria negli anni di Prunelli”.

Uno ancora in attività?
“Mi piace Carlo Pesce del Lascaris, uno con cui puoi parlare tranquillamente, che vinca o perda. Ce ne sono pochi...”  

Letto 4923 volte Ultima modifica il Domenica, 08 Febbraio 2015 15:38

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