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Mercoledì, 08 Febbraio 2017 14:13

Cit Turin - Il presidente Frau incontra i genitori di Marco Salmeri

Scritto da Salvino Cavallaro

SOLIDARIETA’ - La società torinese aiuterà l’organizzazione del “3°Memorial Marco Salmeri”, che si svolgerà la prossima estate a Milazzo, in ricordo di un giovane calciatore che è morto tragicamente in un incidente stradale all’età di 22 anni

Il Cit Turin e il suo presidente Angelo Frau, si sono resi vicini e disponibili a dare la loro consulenza, nell’organizzazione del “3°Memorial Marco Salmeri” che si svolgerà la prossima estate nell’omonimo Stadio di Milazzo (Me). Marco era un giovane calciatore che è morto tragicamente in un incidente stradale all’età di 22 anni. Una storia che ha coinvolto tante persone della città di Milazzo e dintorni, ma che ha saputo sensibilizzare anche il mondo sportivo di Torino, tramite la società di calcio dilettantistica Cit Turin.
L’incontro tra i genitori di Marco e il presidente Angelo Frau è avvenuto nel tardo pomeriggio di sabato 4 febbraio. Le ombre della sera hanno accompagnato con un po’ di tristezza un momento di particolare intensità emotiva, subito stemperata dalla grande ospitalità del Cit Turin e del suo primo rappresentante. In questo appuntamento già fissato da tempo, si sono creati i presupposti per un Memorial calcistico di grande importanza, che verterà probabilmente su un triangolare di Squadre Primavera, di cui ancora non si conosce il nome ma che sicuramente appartengono a società di Serie A. Il presidente Frau, mettendo in mostra la sua grande correttezza morale che lo contraddistingue da sempre, non ha incrementato facili illusioni e voli pindarici, ma ha dato il suo appoggio per la riuscita di un Memorial che, se si realizzerà, alzerà di gran lunga l’asticella di un ricordo fatto attraverso la partecipazione del pallone che conta. Ma c’è ancora un'altra cosa che vogliamo riferire di questo bellissimo incontro in casa del Cit Turin, ed è la promessa del presidente Frau a papà Nino Salmeri, di regalare la maglia di Mauro Icardi con dedica a Marco (che era interista). Non una maglia qualsiasi, ma la stessa maglia indossata dal capitano nerazzurro in occasione della partita che l’Inter ha disputato a Torino contro la Juve. In questa circostanza abbiamo avvertito attimi di intensa commozione da parte della mamma e di papà Nino, il quale con grande dignità e attenzione a non farsi scoprire con gli occhi lucidi di commozione, ha esclamato: “Grazie presidente, mi auguro che Marco da lassù capisca i sacrifici di papà, mamma e adesso anche delle persone che, pur non avendolo conosciuto personalmente, stanno imparando a volergli bene. Grazie davvero al Cit Turin e a tutto il calcio torinese. Di cuore”.
E’ la parte più bella di un calcio che spesso non siamo soliti cogliere, pieni come siamo di fatti e misfatti che nascondono certi sentimenti che appartengono al senso di un gioco che resta pur sempre la metafora della vita. Il dolore per la perdita di un figlio così giovane e in tragiche circostanze, non ha prezzo. Tuttavia, l’unione di intenti e la sensibilità di un mondo del calcio dilettantistico capace di prodigarsi per una nobile causa, nonostante la distanza logistica tra Torino e Milazzo, è davvero ammirevole e meritevole di attenzione da parte di noi cronisti. E’ il calcio dei dilettanti, delle persone di buona volontà che fanno volontariato per la crescita sportiva e sociale dei giovani. E’ il pallone dei pochi soldi e dei sacrifici immensi, che contatta il mondo professionistico come collegamento ad una forza unica che significa atto di umanità, di vicinanza, di affetto. Eppure il presidente Frau, forse per stemperare un momento carico di emozione, l’ha definito il “Memorial del sorriso e dell’amicizia” nel ricordo di un giovane calciatore travolto da un tragico destino. Sono storie di vita e di calcio come tante ce ne sono al mondo. Famiglie colpite dal lutto e da un insanabile dolore, che spesso cercano di curare piaghe inguaribili, lottando per non far cadere nell’oblio dei sentimenti la figura del proprio figlio. E’ l’inevitabile lotta contro il tempo che induce a dimenticare. Ragazzi che attraverso il calcio hanno amato la vita, che hanno inseguito un sogno da sempre sognato ma che non si è mai realizzato. E’ l’altra faccia di un pallone legato ai sentimenti che non conosce fazioni, odi e veleni sportivi, ma che ci fa riflettere su un qualcosa che vale la pena credere insieme. Da nord a sud di questa nostra Italia del pallone, che non deve porre barriere limitanti a qualcosa che va oltre la delusione del gol mancato e della partita persa. E’ il calcio che significa vita. E quando questa vita si perde tragicamente e tronca i suoi interpreti, allora si ha l’obbligo di continuare a credere nel ricordo dell’esempio che ci è stato lasciato come patrimonio. Sì, perché il tempo non può cancellare un puzzle che non si è ultimato per la mancanza di alcune tessere che non si sono potute incastrare per colpa del destino. Questo è il pensiero che vola verso Marco e verso chi, come lui, amava il calcio e la vita che non gli è stata amica. A noi non resta che proseguire il nostro dovere di cronisti, rendendo tutti partecipi di incontri come quello avvenuto a Torino in una sera di febbraio al Cit Turin, tra i genitori di Marco venuti da lontano e un presidente generoso come Angelo Frau. Nella circostanza, desideriamo ringrazia il fotografo Edo Covone per la sua preziosa opera professionale, nell’immortalare un momento di emblematica carica emotiva. Ma vogliamo anche ringraziare il Dr. Attilio Andriolo, venuto da Milazzo nella veste di insostituibile accompagnatore della famiglia Salmeri. Per non dimenticare.

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