Un ingaggio nella terra del calcio, perché in Uruguay, dove Leonardo Grillo andrà a giocare dal prossimo settembre, circola questa battuta: “Se l’Inghilterra è la madre del calcio, l’Uruguay ne è il padre.”
Questo in virtù del dominio che la nazionale celeste fece registrare negli anni pionieristici dello sviluppo calcistico, vincendo tornei olimpici a ripetizione e i primi Mondiali del 1930.
Proprio in quella terra, dunque, il tortonese Leonardo Grillo darà il via alla sua esperienza professionistica, tesserato per il Canadian Soccer Club, squadra di Montevideo militante nella Secunda Division, la nostra Serie B.
Incredibile per chi nel corso dell’ultima stagione abbia giocato nella nostra Terza Categoria, in quell’Audax Orione in cui il diciassettenne tortonese ha segnato 14 reti, districandosi grazie alla sua innata tecnica e la sua velocità, tra i “marpioni” della categoria, segnando gol di pregevolissima fattura.
Le prestazioni in maglia Audax non sono sfuggite a diversi osservatori che non hanno mancato di fare pressione su papà Davide, Presidente proprio dell’Audax Orione, che “avendo un’azienda che richiede la mia presenza costante non potevo seguire l’evolversi delle situazioni di Leo e pertanto si è deciso in famiglia di affidarlo a un Procuratore “. La scelta è caduta sull’agente Fifa, Alfredo Regueira, grande esperto di calcio e procuratore di grandissimi protagonisti del panorama calcistico mondiale. Grazie al suo interessamento Leo Grillo viene più volte “testato” dall’osservatore Carlos Amarillo che non ha dubbi: “Leo è un grande giocatore, dotato di grande tecnica e velocità, un talento e potrà vivere un’esperienza molto positiva. Con Alfredo Regueira, grandissima persona e uno dei migliori Agenti Fifa, saprà sicuramente crescere ancora nel modo migliore possibile.”
L’ingaggio di Grillo deve rappresentare un motivo di orgoglio per tutto il calcio alessandrino, in particolar modo per il tortonese, il cui ultimo grande rappresentante nel calcio professionistico è stato il sempre compianto Enrico Cucchi.
Alla lettera di richiesta del Canadian Soccer Club, arrivata per mail, ha fatto seguito un’ultima riflessione di papà Davide: “Non saprei dire se continuerà o meno gli studi, allenandosi fra i professionisti sarà dura. Vedremo quali saranno i programmi e comunque si potrà sempre recuperare con lo studio. Sono contento per Leo perché è un ragazzo umile che con sacrificio e professionalità riesce a coronare un sogno che ha sempre perseguito da quando aveva cinque anni. Da Presidente e da sempre nel calcio sono rammaricato che un giovane debba trasferirsi all’estero e che società italiane non si siano accorte di Lui, ma è anche vero che tutto è successo in un attimo e come si dice… Leo, Carpe diem!”