Mercoledì, 27 Novembre 2024
Mercoledì, 15 Luglio 2020 18:58

Francesco Bramardo è il nuovo direttore generale del Lascaris: “Bilancio sano e spirito di appartenenza”

Scritto da Daniele Pallante
Da sinistra: Balice, Sanseverino, Bramardo, Agnino e Gargiulo Da sinistra: Balice, Sanseverino, Bramardo, Agnino e Gargiulo

INTERVISTA - Giornalista e scrittore, ex presidente della Eventi Sport Academy, inizia una nuova avventura in bianconero: “Grande società, si sposa con il mio modo di vedere il calcio dilettantistico. Continueremo con il consolidamento e la crescita delle strutture sportive, logistiche e tecniche”


“Il mio scudetto? Bilancio sano e spirito di appartenenza. La più bella vittoria è arrivare a fine stagione e vedere riconfermato tutto lo staff tecnico e i ragazzi iscritti, magari con l’eccezione di qualche chiamata dal professionismo”. Sono questi gli obiettivi di Francesco Bramardo, il nuovo direttore generale del Lascaris scelto dal presidente Vincenzo Gaeta.

“Ringrazio per l’opportunità che mi è stata offerta, sapendo delle difficoltà che mi aspettano perché il Lascaris, tra i dilettanti, non è un club qualunque”. Come non è un personaggio qualunque Francesco Bramardo, giornalista e scrittore, inviato della Gazzetta dello Sport al seguito di Torino, Juventus e dei più importanti avvenimenti di calcio e non solo: Mondiali, Europei, Champions League, Olimpiadi. In ambito dilettantistico, Bramardo è stato per otto anni presidente della Eventi Sport Academy.

Adesso la nuova avventura al Lascaris: come mai questa scelta?

“Credo di aver lavorato bene se oggi sono qui, grazie al presidente Vincenzo Gaeta, alla vicepresidente Marina Truccero, al direttore sportivo Christian Balice e ad alcuni allenatori che conosco da anni. Di offerte ne ho avute tante, compresa la possibilità di ricominciare da zero con una nuova società, ma ho scelto il Lascaris perché ben si sposa con il mio modo di vedere il calcio dilettantistico. Qui ci sono oltre 400 tesserati, tutte le categorie giovanili nei regionali, la Promozione che sta stretta alla Prima squadra, e poi c’è il calcio femminile, che rappresenta il futuro”.

Come interpreti il ruolo di direttore generale?

“A dispetto di chi considera, a torto, la carica di direttore generale un ruolo secondario, forse per colpa di esempi e personaggi sbagliati che pullulano nel mondo del pallone, vi dirà in tre lettere - ABC - di cosa mi occuperò in quanto nuovo dg del Lascaris. A come appartenenza, B come bilancio, C come comunicazione, crescita e condivisione”.

Insisti molto sull’attaccamento alla maglia.

“Lo spirito di appartenenza, di squadra è stato fin troppo bistrattato nel calcio 2.0. Le bandiere non esistono più, ragazzi che concludono la carriera nella stessa società in cui sono partiti dai Primi Calci sono un’eccezione. Il Lascaris ha creato un format di calcio d’élite, anche grazie a Denis Sanseverino e Matteo Agnino, che non ha nulla da invidiare a quanto insegnato nei club professionistici. Bisogna difendere la bontà del lavoro e la professionalità di allenatori giovani e qualificati, senza vendere illusioni e false speranze”.

Poi c’è il bilancio, argomento spinoso soprattutto in questo periodo post Covid.

“Gestire una società ambiziosa, con tanti collaboratori di alto livello non è facile. I filantropi non esistono più, i presidenti milionari neanche. Una società di calcio è sempre sull’orlo del precipizio, basta poco per mandarla a gambe all’aria. A meno che tu non abbia un bilancio sano, che è più importante di una vittoria, se poi l’anno dopo devi tagliare gli allenatori e abbassare il livello. In un periodo in cui gli sponsor latitano per la crisi economica, gli amici del Lascaris saranno coinvolti in un progetto di collaborazione a tutto tondo”.

Su che basi?

“Il Lascaris è impegnato, e lo sarà nei prossimi anni, nel percorso di consolidamento e crescita delle proprie strutture sportive, logistiche e tecniche. I risultati sportivi non arrivano, o comunque non sono durevoli, senza tecnici e strutture all’avanguardia. Serve uno spirito di collaborazione tra società, iscritti, tessuto sociale ed economico e pubblica amministrazione, per costruire una società vincente dal punto di vista sportivo e anche nel suo impatto sociale”.

Ultima modifica il Mercoledì, 15 Luglio 2020 19:08

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