Sabato, 23 Novembre 2024
Venerdì, 03 Aprile 2015 12:25

Allievi fascia B regionali - Come è cambiata la Junior Biellese

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Attraverso le parole degli allenatori Davide Ariezzo, Andrea Roano e Alessandro Rossi cerchiamo di conoscere meglio l'evoluzione nei tre anni di Settore giovanile di una delle squadre più forti della categoria. I tre tecnici dello stesso parere su Edoardo Artiglia: "Nessuno più forte di lui"

 

STAGIONE 2012/2013: GIOVANISSIMI FASCIA B
E’ l’ultimo anno della gestione Alessandro Rossi, di fatto il papà calcistico di questo gruppo. Allenatore fin dai Primi calci, Rossi si presenta nel mondo dei “grandi” vincendo senza problemi il girone provinciale e rimanendo sempre nelle prime posizioni nel gruppo regionale, il più complicato dei 4. Alla fine lo vincerà, pur terminando a pari punti con lo Sparta Novara: uniche sconfitte in stagione regolare contro Cenisia e Venaria. Il quadrangolare finale comincia alla grande con la goleada rifilata al Santhià, ma pochi giorni dopo il sogno della finalissima si infrange. La Junior Biellese perde 4-5 con lo Sparta (battuto in campionato) in una gara che porta la squadra di Marchi all’appuntamento finale di Borgaro, conclusosi con la vittoria del titolo regionale. Migliori giocatori di quella stagione: Artiglia (capocannoniere con 21 gol in stagione regolare), Ottino (trasferitosi alla Pro Vercelli), Zia e Gusu colonne portanti della difesa meno battuta del girone (14 gol subiti).

RISULTATI

  • girone di prima fase provinciale vinto a punteggio pieno: 7 vinte su 7, 67 gol fatti, 1 subito
  • girone regionale vinto a pari punti con lo Sparta Novara: (16 vinte, 2 pari, 2 sconfitte, 48 gol fatti, 14 subiti)
  • secondo posto nel quadrangolare finale: vittoria 6-1 con il Santhià, sconfitta 4-5 con lo Sparta Novara e pareggio 2-2 con il Lucento.

FORMAZIONE TIPO (4-4-2): Cavallari; Ciocchetti, Gusu, Zia, Martiner; Ottino, Gila, Milani, Ferrara; Artiglia, Garofletti.

ALESSANDRO ROSSI: “Sono stato allenatore di questo gruppo per sette anni, li ho avuti sin dai Primi calci. Abbiamo trionfato al “Sei Bravo a …” e li portavo in giro per il Piemonte a giocare contro squadre molto forti come il Torino in modo che si facessero le ossa. All’inizio mi prendevano per matto ma poi con il tempo i risultati si sono visti. In una stagione abbiamo vinto 9 trofei su 9 disputati, i ragazzi venivano chiamati “I terribili ’99” perché spesso vincevano facendo goleade. Erano dei rulli compressori.

La vera forza di questa squadra è lo zoccolo duro che negli anni è rimasto intatto con elementi come Ciocchetti, Zia, Gila, Gusu, Amodeo, Martiner, Labriola e Artiglia che fanno parte da sempre della Junior Biellese. E’ un gruppo rodato, tatticamente istruito nonostante di solito da questo punto di vista venga fatto un lavoro grossolano nella Scuola calcio. Invece i ragazzi sono arrivati al Settore giovanile che già sapevano cosa fosse una diagonale e sapevano fare certi movimenti.

Nella stagione Giovanissimi fascia B utilizzavo il 4-4-2 perché lo considero ideale per il passaggio dagli Esordienti al Settore giovanile, il più facile da apprendere. Di quell’annata ancora mi sogno di notte la sconfitta rocambolesca per 4-5 con lo Sparta Novara, che ci tagliò fuori dalla finalissima regionale. In questo periodo che non ho più allenato, ho continuato a guardare partite e anche tra le squadre professioniste non ho ancora trovato un giocatore più forte di Artiglia. Dei giocatori che ho allenato, Miticù e Cappello sono andati al Novara, Ottino alla Pro Vercelli e poi avevo portato Ferrara a fare un provino al Torino e mister Benedetti ne era rimasto affascinato”.

STAGIONE 2013/2014: GIOVANISSIMI
Andrea Roano, ormai ex bomber, si siede sulla panchina di una squadra che ora si pone il titolo regionale come obiettivo di stagione. Rispetto all’anno prima non ci sono più Rossi (passato alla guida dei 2000) Ferrara, Miticù e Ottino, con Mancino volto nuovo proveniente dal Santhià. Con qualche mini affanno, la Junior Biellese si qualifica ai regionali dove capita ancora una volta in un girone, non di ferro ma d’acciaio. Inserito insieme a squadre come Pro Settimo, Borgaro, Cenisia, Santhià, Lucento e Alpignano, Roano riesce ad arrivare primo  e nel triangolare finale non è sfortunatissimo: contro Fossano e Asti ha vita tutto sommato facile conquistando il pass per la semifinale. In quella partita è proprio il nuovo arrivato Mancino a regalare l’accesso alla finalissima siglando una doppietta contro i collinari guidati da Migliore. Nella finale di Gassino contro la J Stars saranno decisivi i calci di rigore nell’assegnare il titolo ai torinesi di Petrucci. Protagonisti di quella straordinaria stagione: Zia, Gila e Gusu convocati anche in Rappresentativa regionale; Artiglia, trascinatore nella seconda parte di stagione e autore di un gol meraviglioso su punizione nella finale.

RISULTATI

  • girone di prima fase provinciale concluso al secondo posto dietro al Santhià (6 vinte, un pari, una sconfitta, 41 gol fatti, 2 subiti)
  • girone regionale vinto davanti al Cenisia (9 vinte, 6 pareggi, 1 sconfitta, 28 gol fatti, 12 subiti)
  • triangolare finale vinto a punteggio pieno dopo i successi con Asti e Fossano
  • vittoria 2-1 in semifinale con il Chieri
  • finale regionale persa ai calci di rigore contro la J Stars. Tempi regolamentari conclusi sull’1-1

FORMAZIONE TIPO (4-4-1-1): Cavallari; Martiner, P. Ciocchetti, Gusu, Zia; Amodeo, Gila, Bongiovanni, Mancino; Artiglia; Garofletti.

ANDREA ROANO: “Nella mia stagione l’ossatura della squadra era rimasta tutto sommato la stessa. Il problema di base era la rosa poco profonda, che non mi permetteva di fare troppi cambiamenti da una gara all’altra e che ci portava ad andare spesso in emergenza numerica. Non c’è dubbio che la forza di questa squadra sia il gruppo. Eravamo come una famiglia senza però perdere di vista l’impegno sul campo e il rispetto reciproco. Con Artiglia per esempio ho avuto un rapporto speciale: lui è rimasto fermo per tutta la prima parte di stagione e quando è rientrato ha fatto la differenza. Voleva giocare come prima punta, ma io l’ho convinto a giocare più arretrato dove davvero diventa devastante. Mi mandava a quel paese e alcune volte l’ho mandato a fare la doccia prima della fine dell’allenamento. Posso dire che tra tutti i ’99 che ho visto giocare, lui è sicuramente il più forte.

Della stagione passata ho due ricordi speciali che rappresentano molto la forza e la voglia di questo gruppo. Uno è il 2-1 in rimonta sul campo del Lucento in stagione regolare: eravamo in 10, abbiamo giocato da squadra vera, lì per me abbiamo vinto il campionato. L’altro ricordo riguarda la semifinale contro il Chieri, vinta 2-1. E’ stata una partita irripetibile, per 50’ abbiamo giocato in 10 (espulso Gusu) e in quei minuti ho visto tutto il lavoro di un anno. Eravamo in totale emergenza e avevo dovuto schierare Mancino interno di centrocampo. Potevamo andare avanti a giocare fino all’indomani, non ci avrebbero mai segnato”.

STAGIONE 2014/2015: ALLIEVI FASCIA B
E’ l’anno in cui ci sono stati più cambiamenti. Con Roano andato ad allenare la Juniores della Junior Biellese, ecco arrivare Davide Ariezzo. Fino all’anno prima al Santhià, Ariezzo porta con sé 4 giocatori cardine, uno per reparto: Capussotto, Fila Robattino, Samarotto e Marco Vedda. In arrivo anche Dotelli, mentre Garofletti si trasferisce al Borgosesia. L’avvio di stagione è spaventoso: girone provinciale dominato a punteggio pieno, con 54 gol fatti e zero subiti. Nel girone regionale, capita manco a dirlo nel gruppo più complicato insieme al 4 dimostrando grande forza e qualità.  Soprattutto negli scontri diretti nei quali riesce sempre ad imporsi a parte quella contestatissima sconfitta contro il Verbania.

FORMAZIONE TIPO (4-4-2): Cavallari; Martiner, Fila Robattino, Zia, P. Ciocchetti; Dotelli, Samarotto, Labriola, Mancino; Artiglia, Vedda. 

DAVIDE ARIEZZO: “Da noi si ride e si scherza, però voglio mantenere il rapporto allenatore-giocatore. I ragazzi devono acquisire la mentalità del giocatore per poter affrontare al meglio il passaggio in Prima squadra. Il mio ruolo è quello di rendergli questo passaggio il meno brusco possibile. Devo prepararli per questo, in tanti giocatori sono bravi tecnicamente ma con l’andare del tempo si perdono perché non hanno la giusta mentalità. Abbiamo la consapevolezza di essere forti, ma contro le squadre meno attrezzate di noi questa consapevolezza ci porta a sederci. Ci stiamo lavorando, ma già contro l’Orizzonti United ci siamo ricascati, pur vincendo alla fine 3-2.

Per me Artiglia è assolutamente una sottopunta. Quando gioca dietro l’unica punta diventa devastante. Se parte fronte alla porta è imprendibile e in quel caso Samarotto o Vedda occupano la posizione di centravanti. In 38 anni di calcio, non ho mai visto giocatori più forti di Artiglia. Se lo vedi allenarsi ti viene da piangere per la qualità di giocate. I suoi punti deboli restano la mentalità e il sacrificio (lui vorrebbe fare la prima punta perché pensa di fare più gol e perché così correrebbe di meno). Nell’amichevole contro il Torino 2000 Artiglia era senza dubbio il più forte dei 22 in campo”.

 

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