Rischiava di diventare uno dei tormentoni estivi, quasi come la canzone “El mismo sol”. Invece Stefano Ambrosini, dopo aver riflettuto diverse settimane, ha preso la sua decisione: la prossima stagione rimarrà a Settimo per guidare la Juniores. A distanza di un mese dal quel successo beffa contro il Chisola che per un soffio non portò alla seconda finale consecutiva (un 2-0 reso vano dalla vittoria della J Stars sul Cuneo), Ambro decide di ripartire dai “suoi” ’98 con i quali tanto bene ha fatto nell’ultimo biennio. I motivi di questa lunga attesa? Una proposta ufficiale viola che tardava ad arrivare e la forte tentazione Lucento … Ma comunque ci racconta tutto il diretto interessato.
UNA LUNGA ATTESA PRIMA DELLA DECISIONE DEFINITVA
“L’attesa è stata dovuta ai cambiamenti che ci sono stati in società. Si attendeva la fine della stagione prima di prendere delle decisioni e la situazione si è ribaltata dopo la promozione della Prima squadra. C’erano voci su eventuali possibilità che salissi in Eccellenza, che prendessi la Juniores o che ripartissi dal Settore giovanile. Tante prospettive, ma ancora non c’erano discorsi concreti e quindi ho sbroccato: ho detto alla società che se non mi fosse arrivata una proposta ufficiale entro giovedì io non sarei rimasto a prescindere, indipendentemente da offerte di altre squadre. Mercoledì mi è stata proposta la Juniores regionale in stretta collaborazione con la Prima squadra”.
VOGLIA DI PROSEGUIRE COI "SUOI" ‘98
“Anche per questioni personali, extra calcio legate a persone all’interno del Settimo, ho deciso di rimanere qua. La grande voglia di continuare il percorso con i ’98 è stato un fattore determinante per la mia scelta. Io creerò la Juniores sull’ossatura degli Allievi di quest’anno e magari pagheremo dazio i primi tempi ma sono sicuro che sul lungo periodo questi ragazzi porteranno i loro risultati, come del resto han sempre fatto. In settimana parlerò con Capussotto con l’obiettivo di inserire i tasselli giusti in squadra. A cuore aperto posso dire che se alla fine il Settimo non avesse fatto una proposta a me gradita, sarei stato disposto anche a star fermo. O la scelta mi piace o non la faccio. Di certo mi sarei un po’ arrabbiato visto che non ho dato retto a troppe situazioni perché davo la priorità assoluta al Settimo. Non mi sono mancate le richieste, ma dieci giorni fa rimanevano due alternative: restare al Settimo o andare al Lucento”.
AD UN PASSO DAL LUCENTO
“L’unica soluzione aperta era col Lucento, io la considero una grande società. Mi sento molto vicino al loro modo di intendere calcio e sport in generale. Hanno il mio stesso modo di ragionare: partecipiamo per vincere e non solo per il gusto di partecipare. Il Lucento ha la nomea di essere antipatico solo perché vince. E’ palese che l’antipatia sia legata a quello. Sono andato a parlare in società e abbiamo fatto una bellissima chiacchierata, mi volevano affidare il gruppo ’99. Ero molto tentato perché c’era grande sintonia e quando ho deciso di rimanere a Settimo li ho subito avvertiti. Li ho apprezzati davvero tanto e li ringrazio per aver pensato a me come possibile uomo Lucento”
STRETTO LEGAME CON LA PRIMA SQUADRA
“Quest’anno si tenterà di strutturare un vero legame tra Juniores e Prima squadra, dove i miei gireranno a rotazione con delle scelte combinate e con un doppio ruolo forte nei fuoriquota. Io e Viola lavoreremo strettamente, giocheremo tatticamente nello stesso modo così che i ragazzi sappiano quali sono i loro compiti. Avremo anche comuni palle inattive: il 40% dei gol viene da calci piazzati e non sfruttarli sarebbe da folli. Io dedico molta attenzione a questo aspetto e generalmente il terzo allenamento della settimana è per tre quarti su situazioni da palla inattiva”.
RAPPORTO UMANO FORTE CON VIOLA
“Tante volte si sente parlare di collaborazioni tra Juniores e Prima squadra ma poi difficilmente questo accade. Il rapporto umano tra me e Christian Viola è la base per fare bene e mi fa pensare che questa volta funzionerà. Abbiamo concetti identici a livello sia calcistico che di relazioni umane ed entrambi puntiamo ad un discorso di giovani in Prima squadra nell’arco di due/tre anni. La Juniores era una categoria che non mi piaceva perché dipendeva dalla Prima squadra. Deve invece fare da collante con la Prima squadra. E di ragazzi “miei” ’98 che possono annusare l’Eccellenza ce ne sono tanti”.