INTERVISTA - L’arrivo del bomber Simone Patruno (ex Chisola e Spazio Talent Soccer) alza le aspettative del gruppo 2009. Il mister: “L’obiettivo è fare meglio dello scorso anno. Non sarà facile, ma abbiamo le potenzialità per ambire a posizioni di privilegio. A livello educativo, voglio trasmettere ai ragazzi l’importanza del sacrificio, dell’umiltà e dell’unione”
Come si è sviluppato il suo percorso da allenatore e quali sono le tappe fondamentali?
“Il mio percorso da allenatore è iniziato 15 anni fa, intorno ai 30 anni. Ho giocato finché la mia schiena me lo ha permesso. Sono patentato UEFA B, ma credo fermamente che a fare la differenza siano l’esperienza, la passione, il continuo aggiornamento e la voglia di creare innovazione, al di là della formazione standard dei corsi. Ho allenato in varie società di medio livello, vincendo un campionato con il Pertusa 2001 e salvando per diversi anni la categoria regionale in altri club. Ogni esperienza mi ha lasciato qualcosa, soprattutto nella gestione dei gruppi. Ogni squadra ha la sua storia e le sue caratteristiche, e credo che un allenatore debba sapersi adattare al materiale tecnico e umano che ha a disposizione. Non amo urlare: credo che i ragazzi vadano aiutati, vada spiegato l’errore e proposta una soluzione tattica coerente e formativa”.
Cosa l’ha spinta ad accettare la guida dell’Under 17?
“L’anno scorso venivo dal biennio con i 2007 al Pozzomaina: due anni molto belli, in cui abbiamo ottenuto due salvezze meritate e formato ragazzi che hanno anche fatto il salto in prima squadra. Quando la società mi ha proposto di prendere il gruppo 2009, che arrivava dal campionato provinciale, ho accettato con entusiasmo. Mi piacciono le sfide. Abbiamo tenuto lo zoccolo duro e inserito elementi importanti come Botta, Iantorno, Orsino, Neri, Pozzo, Giannone, Montemurro, Pennisi, e a dicembre anche Iorfida. Grazie a loro, e al gruppo già presente, abbiamo disputato un campionato più che dignitoso”.
Che significato ha per lei il percorso all’interno del Pozzomaina?
“Il Pozzomaina per me è una famiglia. Ho avuto la fortuna di conoscere il presidente Ottavio Porta, una persona fantastica. I figli Franco e Amalia stanno portando avanti il progetto con la stessa passione e gli stessi valori. C’è un grande lavoro dietro, sia da parte dello staff dirigenziale come il direttore sportivo Cantone e Gino Rea, sia nella scuola calcio, dove lavorano persone competenti come Paolo Novara. Ho ricevuto diverse proposte, ma ho scelto con convinzione di continuare il biennio qui. Sono fiero di far parte di questa società”.
Quali principi di gioco o metodi di lavoro intende riproporre?
“I principi di gioco sono importanti, ma devono adattarsi al gruppo che si ha. Prediligo una buona organizzazione difensiva e una circolazione veloce della palla per trovare spazi e verticalizzare rapidamente. Il mio focus è sulle transizioni: credo che lì si giochi la vera partita. Per questo ci lavoreremo molto, con esercitazioni specifiche”.
Quali saranno le priorità su cui lavorare nei primi mesi?
“Sicuramente l’aspetto atletico. Quest’anno i ragazzi affronteranno il campionato Allievi, dove le intensità saranno altissime. Parallelamente, inizieremo a dare identità al gruppo, inserendo i nuovi innesti e trasmettendo le mie idee di calcio”.
Ha già un’idea chiara sull’identità tattica della squadra?
“Non del tutto, è un’idea che va testata con i nuovi arrivi. Però ho già in mente un’impostazione che, se confermata dai riscontri sul campo, ci permetterà di alzare ulteriormente l’asticella”.
Come è nata la scelta di puntare su Simone Patruno?
“Simone è un giocatore che ho voluto fortemente. Fisicamente molto forte, ha senso del gol, fa salire la squadra, ed è perfetto per un gioco verticale. Le sue caratteristiche si sposano bene con altri ragazzi di qualità come Orsino, Cuminale, Colicchio e Pozzo. Credo che insieme possano fare una stagione da protagonisti”.
Cosa si aspetta dal suo inserimento nel gruppo?
“Mi aspetto che dia subito un contributo importante, ma anche che si integri bene nel gruppo. Simone ha le qualità per fare bene e far crescere anche i compagni intorno a lui”.
Al di là dell’arrivo di Patruno, che impressioni ha avuto sul resto del gruppo?
“Il gruppo è molto buono ed equilibrato nei ruoli. Dopo la salvezza anticipata dello scorso anno, abbiamo avuto il tempo per lavorare con lucidità sulla rosa. I ragazzi sono rimasti nonostante le tante richieste, segno della fiducia nel progetto. Tutti daranno il loro contributo, perché l’identità della squadra nasce dalla forza del collettivo”.
Quali sono gli obiettivi principali che si pone, sia sportivi che educativi?
“L’obiettivo è fare meglio dello scorso anno. Non sarà facile, ma abbiamo le potenzialità per ambire a posizioni di privilegio. A livello educativo, voglio trasmettere ai ragazzi l’importanza del sacrificio, dell’umiltà e dell’unione. Nessuno ci regalerà nulla, dobbiamo meritarcelo ogni giorno con il lavoro.
Cosa ne pensa della formula élite? Cambierà il suo approccio al campionato?
“È una formula che già si usa in Lombardia e può servire ad alzare il livello. Spero solo che non abbassi troppo la qualità delle altre categorie. Sicuramente richiederà un approccio ancora più competitivo e organizzato”.
Che messaggio vuole trasmettere ai suoi ragazzi?
“Dico sempre che nella vita se vuoi una cosa, devi andare a prendertela con dedizione e umiltà. Ai miei ragazzi ripeto spesso: Accendiamo la luce e restiamo collegati in serie. Se uno si stacca, si spegne tutto. Guai a staccarsi. Accendiamo un falò!”