SPONSORIZZATA - Lunedì 10 febbraio, al campo dell’Olympic Collegno, è andata in scena la seconda edizione dell’emozionante keeper battle targata Capox (azienda leader di guantoni e dell’abbigliamento specifico per i numeri 1) organizzata da Fabrizio Capodici, accompagnato dal "collega" Davide Micillo
Una sfida contro il tempo, faccia a faccia. Le emozioni della Capox Battle sono tutte racchiuse negli sguardi di sfida dei due portieri che si giocano il premio finale. Dopo poco più di due ore di tuffi, calci, ancora tuffi e ancora calci, i nove partecipanti della seconda edizione della battaglia tra portieri targata Capox sono stati pian piano eliminati, fino all’ultimo atto, la finale. Nove concorrenti, campo ridotto a due sole porte, una di fronte all’altra. L’obiettivo, ovviamente, è parare i tiri dell’avversario, che possono arrivare in ogni modo possibile. Al volo, da fermo, persino con le mani. I ritmi sono serratissimi, con partite che viaggiano spedite, da quattro minuti ciascuna. O anche meno, se si segnano quattro gol prima dello scadere del tempo. Insomma, la tensione della finale, in cui Giampietro Patrizio e Simone Capodici si sono contesi una sponsorizzazione annuale Capox, è solo l’apice di un tour de force che ha visto tutti sfidarsi con (quasi) tutti, con la consapevolezza che ogni errore possa costare caro.
Giorgio Cappello, portiere di Terza categoria, è arrivato addirittura da Milano per giocarsi le sue possibilità. “Giro spesso per keeper battle - ci racconta - ma la Capox è particolarmente avvincente. Non siamo in tantissimi, quindi ci sono poche pause tra una partita e l’altra. Stancante? Sì, più che altro è una questione mentale. Devi restare sempre concentrato”. Non hai un attimo di respiro, il tempo di esaltarsi per una parata, che sei subito lì, costretto all’ennesimo miracolo. Giorgio si riallaccia i guanti. Tocca di nuovo a lui, si gioca il passaggio del girone, ma controllando il grip dei guanti sul pallone, afferma senza dubbio: “Con i nuovi Capox mi trovo molto bene, non sono molto spessi, ma riescono lo stesso ad essere morbidi. Riesco anche a muovere bene i polsi, hanno una grande aderenza”. E si vede, da come toglie la prima palla dall’incrocio dei pali. Alla Capox Battle, però, si gioca tutti ad armi pari: il kit è uguale per ciascun partecipante, conta solo l’abilità, nessun trucchetto magico. La regola però, non vale per tutti.
Ne sa qualcosa un altro milanese in trasferta, ovvero Giampietro, finalista della Battle, ma non solo: perché le finali si vincono, non si giocano e basta. Così, poco prima di scendere in campo per l’ultima decisiva sfida, confida: “I guanti sono come la bacchetta per Harry Potter. Non esiste una che va bene per tutti, ognuno ha la sua. Ho i nuovi Capox da poco, ma ci sono entrato in confidenza subito. La finale? Sono venuto da Milano mica per partecipare…”. Quindi, sotto lo sguardo attento dell’ospite della serata, l’ex portiere di serie A e B Davide Micillo, gli ultimi cinque minuti (uno in più, d’altronde è la finale) della Capox Battle si chiudono tra gli applausi ed i ringraziamenti. A parlare, ovviamente, è Fabrizio Capodici, l’uomo che si “nasconde” dietro al marchio Capox: “Grazie a tutti! Ho visto grandi parate stasera” si congratula con i ragazzi, in attesa della consegna dei trofei. Gli sfidanti si abbracciano, si fanno i complimenti. Giampietro prende pacche sulle spalle a destra e sinistra, mentre Giorgio - arrivato terzo - ancora non ci crede: “Ditelo a mia moglie, che poi pensa che la prenda in giro!”. Si rintanano tutti negli spogliatoi, con il pensiero ormai rivolto alla pizza che li attende. L’arrivederci, però, è d’obbligo, perché la Capox Battle è pronta a tornare. Cari portieri, scaldate i guanti!
Girone A: Sava Golinger, Davide Giardello, Alessio Chiariello, Giampietro Patrizio, Giorgio Cappello
Girone B: Simone Capodici, Daniele Di Carlo, Federico Nicola, Simone Ferro
Classifica finale: 1° Patrizio, 2° Capodici, 3° Cappello, 4° Nicola
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