Siamo a Pancalieri, una piccola cittadina del torinese che è diventata grande grazie a lui, Diego Melchionda, artefice indiscusso della vittoria del campionato dei classe 2000, vittoria arrivata nel terreno del Giaveno Coazze dato favorito ad inizio stagione. E chi mai avrebbe pensato mesi fa che diventassero campioni, eppure il mister sapeva con chi lavorava ed, infatti, ha dichiarato: “Fin dall’inizio del campionato,vedendo le qualità tecniche e l’entusiasmo negli allenamenti ho sempre pensato che sarebbe stato possibile vincere , con i ragazzi ci siamo sempre prefissati questo obiettivo con la consapevolezza che non sarebbe certo stato facile, visto che gli avversari erano di valore, quello che non avrei mai pensato era di vincerlo in maniera così netta e con tre giornate d’anticipo, con 12 vittorie consecutive attualmente”.
Entusiasmo e voglia di lavorare, due valori che nel calcio non devono mai mancare ed a volte le vittorie più sofferte sono quelle che ti fanno fare il salto di qualità proprio come a questo Pancalieri: “La vittoria che ci ha dato la consapevolezza, è stata la vittoria nel ritorno contro il Garino a 6 giornate dal termine, lì abbiamo capito che poteva arrivare in fondo”. Per arrivare in fondo c’è bisogno di tanti punti di forza e questa squadra ne ha molti, proprio su questo tema l’allenatore ha dichiarato: ”Sempre difficile dire, l’arma vincente o una che è prevalsa, ma credo che la differenza sia stata la chiarezza del modello di gioco che abbiamo cercato di portare avanti per tutta la stagione e poi soprattutto la consapevolezza dei limiti che questa squadra aveva dal punto di vista comportamentale, ecco forse la maturazione alla fine ha fatto la differenza, dobbiamo continuare a lavorare per evitare gli errori fatti in passato”. l’allenatore ha poi provato a sbilanciarsi, ma anche qui l’emozione del trionfo si è fatta sentire, ecco le sue parole: “Difficile utilizzare un aggettivo, è stata un’annata ricca di emozioni e soddisfazioni, ma direi formativa per me e per i ragazzi”.
Quel che è certo è la solidità difensiva, vera arma letale della formazione granata studiata e perfezionata in allenamento da un mentore come Melchionda, che analizza ogni partita nel dettaglio, dettagli che poi a fine stagione fanno la differenza: al momento in 14 partite 6 gol subiti, miglior differenza reti e vincitori del titolo con tre giornate d’anticipo. Le parole non bastano, sono le statistiche a parlare. Grande merito va dato anche sicuramente ai precedenti allenatori del settore giovanile dato che Melchionda ha ereditato il gruppo 2000, a settembre del 2016, una squadra con la S maiuscola, ed anche gli elementi sono di alto livello, in tutti i reparti, ciliegina sulla torta il tridente con o senza trequartista sempre determinante e devastante.
Stuzzicato sul futuro il mister, prendendo esempio dai più grandi del suddetto mestiere, risponde in maniera diplomatica facendo ancora risaltare il gruppo prima di tutto, certamente un gruppo che terrà a cuore per molti anni: “Con la società non abbiamo ancora deciso quale può essere la scelta migliore per questi ragazzi, quindi non saprei dire con certezza, credo che la cosa più importante è di garantire a loro il percorso di miglioramento iniziato quest’anno”.