INTERVISTA - Il direttore sportivo analizza la stagione: “Arriveremo fino in fondo con tutte le nostre squadre. Orgogliosi di aver ceduto alla Juventus il 2011 Pace e il 2012 Zambon, è questo il senso del nostro lavoro. Nei dilettanti si va dall’Eccellenza alla Terza categoria, nelle giovanili due fasce non bastano. Calciomercato brutto termine, oggi i ritorni non giustificano gli investimenti”
L’avvicinarsi delle feste natalizie è l’occasione giusta per fare il punto della situazione. Analizziamo le squadre del settore giovanile, iniziando con uno sguardo all’Under 19, prima quasi a punteggio pieno.
“La seguono il direttore sportivo Tommaso Gallo e l’allenatore Davide Santoro, sono una garanzia. Quando lascio a loro i ragazzi in uscita dalle giovanili sono tranquillo, so che faranno il percorso giusto verso la prima squadra”.
Qualche sofferenza in più per l’Under 17, in un girone dominato dal Lascaris.
“Abbiamo iniziato la stagione con l’infortunio al ginocchio di Farisco, adesso si è infortunato seriamente anche Mullaj, siamo in emergenza in difesa. Questo ha inciso sul rendimento, ma parliamo di un gruppo forte, sono certo che saremo lì a lottare fino al termine della stagione”.
In lotta per il vertice c’è anche l’Under 16, inserita nel girone del nord Piemonte: lì il problema è la strada da fare…
“Girone complicato, i continui viaggi si fanno sentire, ma questo è un gruppo tosto, molto fisico, di grande qualità. Possiamo puntare a fare anche meglio della passata stagione (arrivata fino alla semifinale regionale, con l’eliminazione arrivata al terzo minuto di recupero, ndr)”.
Il girone dell’Under 15 è forse il più bello dei regionali, con Lascaris, Alpignano e Pro Eureka.
“Sì, è vero, un campionato avvincente e formativo, quello che vorremmo in tutte le categorie.”.
L’Under 14 sta incontrando più difficoltà del previsto, viste le sconfitte negli scontri diretti con Lascaris e Pro Eureka, o tutto nella norma?
“A differenza delle nostre ultime Under 14, siamo partiti a rilento, stiamo facendo fatica a trovare la quadratura giusta. Ci rimbocchiamo le maniche, possiamo e dobbiamo fare meglio. Ma sono orgoglioso di aver ceduto il 2011 Jacopo Pace alla Juventus. È andato alla Juve anche il 2012 Gabriel Zambon a dimostrazione anche della bontà del lavoro del nostro responsabile dell’attività di base Nicola Di Biase. Siamo molto felici, è questo il senso del nostro lavoro”.
E anche della collaborazione con la Juventus.
“Siamo Academy non solo per indossare una maglia, ci crediamo ed evidentemente ci credono anche loro. Dare giocatori al professionismo è il risultato degli investimenti della società. Zambon ha sempre giocato con noi, vuol dire che la nostra proposta formativa è valida. Pace lo abbiamo preso dall’Aygeville, in Valle d’Aosta, come il 2009 Chira, preso la scorsa stagione dallo Charvesod e ora allo Spezia. Facciamo scouting sul territorio e andiamo incontro ai ragazzi con le nostre navette: sono sforzi importanti che, fortunatamente, danno i loro frutti”.
Ormai i discorsi di vertice sono sempre tra le solite note. C’è qualche società che vedi in crescita?
“La Pro Eureka ha avviato un processo di cui vedremo i frutti nei prossimi anni. Anche il Vanchiglia sta facendo ottimo lavoro. Fuori dal torinese, vedo bene l’Asti”.
Prima abbiamo elogiato il girone di Under 15 perché è combattuto e quindi formativo. Sarebbe questo il senso dei gironi élite. Tu cosa ne pensi?
“Io penso che non sia costruttivo fare partite con più di 3 o 4 gol di scarto, e invece tutte le domeniche vediamo tanti 10-0. Servono delle fasce intermedie: nelle prime squadre si va dall’Eccellenza alla Terza categoria, nel settore giovanile due fasce sono poche. È un discorso di formazione e di obiettivi, anche salire dalla terza alla seconda fascia, per esempio, sarebbe uno stimolo importante. Dovremmo poi essere noi addetti ai lavori a fare in modo che nelle fasce giuste entrino i giocatori giusti”.
La Gold Cup?
“Sta funzionando, in questo senso. Sembrava un peso, invece dà la possibilità di fare partite di livello. Chiaro che è complicato gestire una stagione così ricca di impegni: se giochi troppo, aumenta anche il rischio di infortuni”.
A proposito, con le feste arrivano i tornei. Bene così o qualche giorno di riposo farebbe meglio ai ragazzi?
“Staccare troppo non va bene, ma bisogna anche stare attenti a non esagerare, io credo che l’equilibrio sia sempre la chiave vincente. Tra campionato, coppe, tornei e rappresentative, in affetti il calendario si congestiona. È importante coordinarsi tra società e con il comitato per non creare situazioni che mettano i giocatori a rischio”.
È tempo di mercato, una domanda sui movimenti è d’obbligo. Anche perché è ufficiale la partenza di un pezzo da 90 come Garbellini.
“Impossibile trattenere i giocatori quando non vogliono rimanere, per cui abbiamo concordato un passaggio anticipato con gli amici del Chisola, è meglio per tutti. Ci sono partenze come questa e altre che ci rendono orgogliosi, come quelle dei due ragazzi alla Juventus. Noi non abbiamo preso nessuno, valuteremo a gennaio se fare qualche ingresso dalle professioniste”.
Siete un’eccezione, visto che il calciomercato impazza.
“Che brutto termine, il calciomercato. Si cambia per moda, per capriccio, per una foto in più, pochi cambiano per un effettivo salto di qualità. Mi metto anche io tra i “colpevoli”, come addetto ai lavori, ma non mi piace ed è un danno per le società”.
Spiegaci.
“Siamo a un punto di non ritorno, le nuove regole hanno creato una situazione fuori controllo, in cui le società saranno sempre più disincentivate a investire, non essendoci più ritorni correlati ai costi, ormai insostenibili. Servirebbe dare più certezze ai presidenti ed è necessario premiare le società che investono nel settore giovanile, perché oggi i ritorni non giustificano gli investimenti”.