INTERVISTA - L'Ivrea è certamente la squadra rivelazione di questo inizio di anno nuovo e tra le squadre più in forma del momento dopo aver battuto consecutivamente Verbania, Biellese e Bulè Bellinzago. Il mister Giuseppe D'Agostino, con la sua esperienza da calciatore professionista, è uno degli artefici principali di questa crescita e, dopo aver raggiunto risultati importanti sulle panchine di Santhià e Diavoletti Vercelli, sta provando a compiere un'altra impresa, e noi abbiamo cercato di scoprire i metodi ed i segreti del suo lavoro
Mister, partirei dall’incredibile inizio di 2025 della sua squadra, avete vinto contro tre delle squadre più forti del girone, quali fattori hanno inciso su questi risultati?
Nella mia carriera da calciatore tra i professionisti ho imparato che il lavoro paga sempre, quest’anno siamo partiti con dei grandi limiti perché non conoscevo la squadra e le mie idee inizialmente non collimavano con quelle in prospettiva della società, di conseguenza ho lasciato a casa dei giocatori che dovevano essere la base della squadra e, venendo meno la base, abbiamo faticato a trovare un equilibrio, il giusto assetto e modulo. Nonostante questo abbiamo sempre lavorato sull’obiettivo principale che è la crescita del singolo giocatore, facciamo tanti test sulla tecnica individuale, sulla potenza aerobica e migliorando i dati di tutti i giocatori, non solo quelli più bravi, il gruppo crescerà in maniera omogenea; tutto questo ha portato ad avere oggi un gruppo unito, equilibrato, forte e consapevole dei propri limiti, che cerchiamo di nascondere affrontando tutte le squadre in maniera aperta e cercando di capire quello che serve in ogni partita. Le vittorie contro Verbania, Biellese e Bulè Bellinzago, che sono squadre fortissime, sono arrivate grazie alla giusta lettura della partita e dei punti deboli delle avversarie che ha portato ad un’evoluzione in campo, è questa la nostra caratteristica principale: la capacità di plasmarci ed evolverci in base a cosa succede durante la partita.
Cosa crede che i ragazzi abbiano imparato ad oggi con i suoi allenamenti?
Oggi ho dei ragazzi che credono molto in sé stessi, hanno preso consapevolezza che abbiamo tutti due braccia, due gambe e due polmoni, quindi vince le partite chi le prepara meglio, chi si allena meglio e chi mangia meglio, io tengo molto a questi aspetti. I ragazzi non sono sempre tutti d’accordo, ma è normale che sia così, però sono convinto di star trasmettendo stimoli positivi. Io e il mio allenatore in seconda registriamo tutte le partite e facciamo un grande lavoro di match analysis che poi mostriamo alla squadra in delle sedute video, per loro questa è una novità che hanno accolto con entusiasmo e che ci porta a sentirci forti, non dobbiamo però fare l’errore di sottovalutare gli avversari, domenica giocheremo sul campo dell’Union Novara su cui hanno vinto solo le prime due squadre in classifica, quindi l’attenzione e la preparazione devono essere le stesse delle altre partite. Speriamo di poter trascinare questo entusiasmo e questa voglia di non mollare mai fino alla fine del girone di ritorno. Credo che la pozione magica sia quella di aver estrapolato qualcosa dal professionismo per portarlo nel dilettantismo, questo ha portato a trasparenza, fiducia, credibilità e costanza che sono valori importanti per i ragazzi di quest’età.
Lei cerca di allenare e preparare i ragazzi anche per un eventuale salto in prima squadra o nel professionismo?
Assolutamente sì, ho accettato questo progetto triennale con l’Ivrea anche con l’obiettivo di formare dei ragazzi che costituiscano il futuro della società e della prima squadra, l’anno scorso ho fatto un passo indietro con i Diavoletti Vercelli nonostante gli incredibili risultati che avevamo raggiunto perché non vedevo grandi opportunità di sbocco a livello agonistico sia per me come allenatore che per i calciatori. Credo che i ragazzi debbano avere sempre il sogno di arrivare tra i professionisti, con la mia esperienza cerco di fargli capire che siamo tutti esseri umani allo stesso modo, la prima squadra dell’Ivrea gioca in Promozione, da lì il salto è breve per arrivare in Serie D, non vedo perché un giocatore non debba provare a migliorarsi giorno per giorno per rincorrere quel sogno, spero di avere acceso questa scintilla nei ragazzi. Tutti parlano sempre di Messi e Cristiano Ronaldo, ma a me piace portare gli esempi di calciatori come Gatti e Capuano che arrivano in età più avanzata a fare l’esordio in Serie A, altrimenti i ragazzi a 16 anni che giocano nei Dilettanti pensano già di non avercela fatta, e sbagliano. Vedo che dopo la pandemia di Covid c’è stato un crollo numerico, ma anche mentale da parte dei ragazzi, dobbiamo ricercare il modo di trasmettere emozioni positive e io provo a farlo riportando le mie esperienze da calciatore professionista raccontando chi mi ha allenato e i giocatori con i quali ho giocato, ho avuto Nainggolan come compagno ma posso assicurare che siamo entrambi fatti di carne ed ossa.
C’è qualche ragazzo già nel giro della prima squadra o che meriterebbe di esserlo?
Noi oggi abbiamo due portieri che secondo me possono far parte tranquillamente della prima squadra, tra Francesco Glisenti e Marcello Porta non c’è un titolare, sono tutti e due fortissimi allo stesso modo, chi vedo meglio in settimana gioca. Tra i giocatori di movimento secondo me sono in tre ad avere una marcia in più: Jacopo Averono, Rayan Aissous che ha giocato sia nel Torino che nel Novara, e Matteo Rosso, che spesso si allena già con la prima squadra, e secondo me ad oggi è il più pronto perché ha una qualità che non si può insegnare: la velocità, sembra che vada sul motorino in campo. Altri giocatori hanno le potenzialità per dimostrare qualcosa in futuro: Cassetta, Dell’Agnese, Quagliotti, Zamana, Maloca; se si allenano seriamente secondo me possono arrivare al primo professionismo e poi vedremo cosa gli riserverà il destino.
Ha un mantra che ripete sempre ai ragazzi?
Sì, quando vedo qualcuno in difficoltà lo prendo dalla testa e gli dico “L’avversario, anche se ti ha dribblato, ha due braccia e due gambe e due polmoni”, glielo ripeto 100 volte al giorno, vince chi decide di non mollare neanche un millimetro, perché nel calcio i goal dipendono anche da millimetri.
Viste le prestazioni, possiamo dire che l’obiettivo della stagione è centrare la qualificazione alle fasi finali?
Il primo obiettivo è sempre la crescita dei calciatori, non nascondo però di voler raggiungere le finals però dobbiamo pensare sempre al martedì, giovedì e domenica, noi stiamo preparando ogni partita come se fosse una finale, e lo sarà ogni partita da oggi in poi per riuscire a realizzare questo sogno che i ragazzi hanno in un cassetto e che vorrebbero aprire, spero di poter dare una mano per portarli dove non sono stati fino ad oggi.