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Domenica, 20 Novembre 2016 11:21

Tutto quello che c'è da sapere su Moise Bioty Kean

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STORIA - L'attaccante della Juve è il primo 2000 ad esordire nella massima serie: storia e statistiche, caratteristiche e passioni, Grosso e Allegri, Balotelli e Raiola...
 

Moise Bioty Kean è il primo 2000 ad esordire in serie A. Ormai era solo questione di tempo, è successo ieri sera, al 39' del secondo tempo della partita con il Pescara. Non è il più giovane a esordire in serie A né sarà il più giovane a segnare: tutti record di Amedeo Amadei, poco più che quindicenne, uno che poi avrebbe fatto quasi 200 gol in carriera. Erano gli anni venti, un secolo fa giusto giusto. Ma per tornare in un'epoca a colori, Roberto Mancini a 16 anni segno 9 gol in serie A, con la maglia del Bologna.
Comunque è un record, nella storia della Juve supera Renato Buso (16 anni, 8 mesi e 19 giorni contro 16 anni, 9 mesi, 24 giorni), per il calcio italiano ha abbattuto il muro del millennio, un po' come è abituato a fare con le difese avversarie.

Nato a Vercelli, da genitori di origine ivoriana, il 28 febbraio del 2000, Kean ha iniziato con la Don Bosco Asti, poi è passato all'Asti e da lì al Toro, tutto nel giro di pochi mesi: il suo talento era già evidente, Renato Biasi è il suo primo "scopritore", ma anche Silvano Benedetti ci ha creduto subito. Rimane al Toro dal 2007 al 2010, poi lo "scippo" della Juventus: lo aspettavano da una parte per firmare il cartellino annuale ma lui era già dall'altra. Con i bianconeri fa tutta la trafila delle giovanili, sempre sotto età: nel 2013/2014 gioca già con i Giovanissimi Nazionali, l'anno dopo si divide tra Giovanissimi e Allievi: 27 gol in 10 presenze con i primi e 14 in 15 apparizioni con i secondi, di due anni più grandi. L'anno scorso ha dettato legge con gli Allievi - 19 gol in 21 gare di regular season e 5 gol in 4 partite alle finali - e ha trovato il tempo di esordire e segnare (in Coppa Italia, alla Fiorentina) con la Primavera. Quest'anno Fabio Grosso lo ha aggregato stabilmente alla rosa della Primavera (con l'altro 2000 Fabrizio Caligara) dove viaggiava alla media di un gol a partita. E quando, da un mesetto a questa parte, Max Allegri se l'è portato in prima squadra al posto dell'infortunato Marco Pjaca, alla Primavera si è spenta la luce.

Per tutti, Moise Bioty Kean è il "nuovo Balotelli", un paragone che non dispiace certo al diretto interessato. Kean è un attaccante moderno: fisicamente è potente ma non si è imposto perché più "grosso" degli altri (i numeri: 182 cm per 78 kg, Balo è più alto e pesa dieci chili in più), semplicemente perché è più forte. Tecnica, dribbling, tiro, straordinario senso del gol, quando parte palla al piede spesso finisce (la palla) in fondo alla rete avversaria. Felice Tufano lo faceva giocare alla sinistra del tridente, libero da compiti difensivi ma pronto a trasformare ogni ripartenza in un pericolo; Grosso ha lavorato per reimpostarlo come centravanti, realisticamente in sinergia con Allegri.
Oltre all'esplosività, Kean ha in comune con Balotelli tante altre cose: una certa esuberanza caratteriale, finora ben gestita dallo "stile Juve", la passione per il rapp e le acconciature stravaganti, ma soprattutto lui, il numero uno dei procuratori, Mino Raiola. Il prossimo tormentone sarà il contratto, ma salvo clamoroso colpi di scena, e nonostante le tante sirene inglesi, per i prossimi tre anni (di più non si può per i minorenni) Kean sarà ancora bianconero. La famiglia è molto legata alla società di Vinovo, il ragazzo sta bene e Raiola - con la pancia già piena dall'affare Pogba - sta avendo riprova concreta delle garanzie tecniche richieste quest'estate, quando già minacciava di portarlo via. Bisognerà vedere le cifre... sicuramente saranno cifre importanti, perché parliamo di Moise Bioty Kean, il giocatore più importante del nuovo millennio del calcio italiano.

Letto 6068 volte Ultima modifica il Domenica, 20 Novembre 2016 19:20

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