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Domenica, 24 Novembre 2019 17:17

Mister Schettino: Gozzano in panchina, Inter nel cuore ma con i sogni a Madrid

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INTERVISTA – L’allenatore del Gozzano U15 e U16 ci parla con orgoglio del suo presente rossoblù, del suo passato rossonero (ma dal cuore nerazzurro) e di sogni madrileni. Una cosa è certa: Gozzano e Schettino si alimentano a vicenda.


Massimiliano Schettino è l’allenatore del Gozzano Under 16 e Under 15: una carriera precoce in panchina, un Mister alternativo ma non per questo meno efficace. Un amore per il calcio trasmesso prima dalla voce che con le parole, da far seguire sempre e comunque con i fatti. Dalle giovanili con il Milan, tifando per l’Inter, ai suoi ragazzi (prima ancora che giocatori) del suo Gozzano. Sogni spagnoli da inseguire e appellativi scrostati di dosso: il Gozzano e Schettino lo hanno saputo fare. 

Mister, da dove nasce la tua passione per il calcio?
È iniziata da giovanissimo, ho giocato nel Milan e due anni nel Varese. Poi con il fallimento del Varese si è ripartiti dai dilettanti e così a 19 anni ho iniziato a fare l’allenatore. Sono partito dalla Sestese (la squadra della mia città) fino ad arrivare in Eccellenza a 28 anni per quattro fantastiche stagioni, di cui tre alla Varalpombiese. 

Con il Milan hai anche fatto un torneo internazionale, giusto?
Esatto, ho fatto il torneo Gradisca nel 1991. Giocatori da tutto il mondo (ndr Rapid Vienna, Argentinos Juniors, URSS) che mi hanno regalato un’esperienza unica… in semifinale ho anche sbagliato un rigore, ma questi sono dettagli.

E da due anni sei al Gozzano, come sta andando?
Il Gozzano è una società che fa bene all’allenatore. Puntiamo alla valorizzazione dei ragazzi e nelle categorie giovanili non guardiamo le classifiche. Siamo orgogliosi di tutti i nostri talenti ricercati da squadre blasonate e convocati in Nazionale, con la passione e lavoro una città di 5.000 abitanti ora non è più “La mosca bianca” della Serie C.

Quest’anno alleni sia Under 15 sia Under 16, come ti trovi?
Dopo le dimissioni del Mister Paolo Setti in U15 la società ha optato per una scelta interna, ho accettato di buon grado. Ho detto “Sì” nonostante l’impegno aggiuntivo, perché il solo fatto di avermi chiamato significa che il Gozzano mi stima e ha fiducia in me. Questo è il mio modo per dimostrare gratitudine verso la società.

Nei tuoi gruppi sembra trasparire un profondo legame emotivo, è davvero così?
Assolutamente sì. Cerco d’insegnare ai ragazzi un mio motto: “Fare le cose sul serio, ma senza prendere se stessi troppo sul serio”. Bisogna vivere con serenità alla loro età e ricercare la sconfitta contro i più bravi, solo così si migliora in modo sano. Oltre all’allenatore sono un amico, con i ragazzi facciamo tante cose, integriamo chi arriva da lontano e lo rendiamo vicino a noi: si balla, si suona, si canta. Sarò un Mister “Sui generis”? Ben venga, la vita è anche questo. 

Hai dei gruppi a cui sei più legato?
Provo a legare con tutti i gruppi e in questi anni a Gozzano ci stiamo riuscendo. Nel passato ricordo con affetto gli Allievi della Sestese classe 1984/85/86. Un’altra tappa fondamentale e che porterò sempre con me sono gli allievi della Clodiense classe 2000-2001

Parlando di rapporti umani, credo che un’amichevole contro una squadra australiana possa c’entrare…
Sono rimasto in contatto per tanto tempo con un ragazzo che ho allenato quando lui aveva 12 anni, la vita poi lo ha portato a vivere in Australia ed ora è il coach di una squadra giovanile. Quando ho saputo che avrebbe fatto un ritiro a Novarello abbiamo organizzato una partita. Giocando tra amici il risultato non conta, diciamo solo che l’allievo non ha ancora superato il maestro… 

Hai giocato nel Milan, però allo stadio hai portato una sciarpa dell’Inter.
La squadra italiana per cui tifo è l’Inter, la professione però è diversa dalle simpatie personali. Ricordo ai tempi delle giovanili del Milan un episodio: durante un derby facevo da “raccattapalle rossonero” ma dentro di me tifavo per la mia squadra, portò pure fortuna perché alla fine l’Inter vinse la partita.

Quali sono i tuoi obiettivi ed il tuo sogno in panchina?
Gli obiettivi a medio termine sono quelli di far crescere i giocatori il più possibile, garantendo partite di livello in Campionato e nelle amichevoli. Il sogno però è quello di lavorare nella mia squadra straniera del cuore: l’Atletico Madrid. Mi piacciono le storie di chi lotta contro una maggioranza e, ultimamente, si sono tolti delle soddisfazioni.

[Salutandoci] Mister: Inter o Atletico?
Se tutto continua così, il Gozzano lo lascio solo per il mio Atletico di Madrid! 

Ultima modifica il Domenica, 24 Novembre 2019 18:13

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