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Venerdì, 13 Dicembre 2019 15:10

Carlo Pesce e il Lascaris delle meraviglie: “La garanzia sono gli allenatori, vogliamo arrivare fino in fondo”

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INTERVISTA - Il direttore generale analizza lo straordinario inizio di stagione: “Vogliamo crescere in casa i giocatori della Prima squadra, come il 2003 Igor Andrioli. Ferrari? Un grande allenatore, ma non è facile lavorare con gruppi così rinnovati”


Under 17 prima a punteggio pieno, con ben 14 punti di vantaggio sull’inseguitrice Alpignano e una differenza reti impressionante, +35; Under 15 prima con 11 vittorie e un pareggio all’attivo, ma due sole lunghezze sulla solita Alpignano; prima anche l’Under 14, con una sconfitta e ben 11 successi, ma il fiato del Borgaro sul collo; prima a pari merito con il Torino anche l’Under 14 sperimentale. Con l’eccezione dell’Under 16, quinta ma con soli 4 punti di distanza dalla coppia di testa Alpignano-Vanchiglia, l’inizio di stagione del Lascaris. Qual è il segreto? Lo abbiamo chiesto a Carlo Pesce, direttore generale bianconero.

Carlo, partiamo da un riassunto della tua carriera: mi raccomando un riassunto, visto che parliamo di 40 anni di calcio…

“Io alleno dal ’74 ma non ho girato tante società, d’altronde dicono che chi sa fare il proprio lavoro non abbia bisogno di muoversi tanto… Ho iniziato al Pertusa, sono stato 10 anni alla scuola calcio Gabetto, che nel frattempo è diventata Gabetto-Orbassano, lavorando anche con Gigi tra le altre cose, poi sono andato al Nichelino e infine sono approdato al Lascaris da cui non sono più andato via. Ho allenato per 37 anni, accumulato qualcosa come 1600 panchine e poi, quando mi è stata data l’opportunità, sono diventato direttore sportivo, carica che ho mantenuto fino all’anno scorso. Ora, quando posso, do volentieri una mano a Balice, che ha ereditato la mia carica, e mi impegno con l’entusiasmo di sempre come direttore generale”.

E siamo ad oggi. Parlando del Settore giovanile, avete impostato la stagione in modo molto ambizioso. Raccontaci il progetto.

“Il progetto della società è quello di portare il maggior numero possibile di giocatori dal vivaio alla Prima squadra. Già adesso parecchi Juniores si allenano con i “grandi” e tanti 2001, 2002 e addirittura qualche 2003 sono pronti a fare un passo in quella direzione. Andrioli, un 2003, per esempio si allena ormai praticamente sempre con la Prima squadra. In tutte le rappresentative abbiamo dei giocatori di grande caratura e sicuramente abbiamo dei gruppi ben costruiti: gli Allievi hanno già 14 punti di vantaggio… “

Anche le altre squadre stanno andando bene.

“Sono convinto che 2003, 2005 e 2006 arriveranno in fondo e otterranno sicuramente grandi risultati. Vorrei anche parlare del 2006 interprovinciale che, nonostante fosse una delle scommesse di quest’anno, dopo l’arrivo di Bragato e con l’aiuto di alcuni 2007 sta ottenendo grandi risultati: è in testa, è campione d’inverno e solo la scorsa settimana ha battuto 4-1 il Torino. Con i 2004 stiamo faticando un po’ ma sicuramente arriveremo bene perché il mister è bravo e i giocatori, nonostante in tanti siano arrivati solo quest’anno, compongono un’ottima formazione”.

A proposito di questo: si è parlato molto del passaggio di Emiliano Ferrari, l’attuale tecnico della formazione 2004, dal Lucento alla vostra società. Come procede la collaborazione? Rispetta le aspettative?

“La collaborazione procede bene, sicuramente l’incarico che gli è stato affidato non è semplice: ha dovuto formare una squadra unendo i giocatori che lo hanno seguito e i nostri. Sicuramente ha dovuto faticare un po’ di più ma siamo comunque a 4 o 5 punti dalla testa quindi possiamo ancora arrivare alle fasi finali. Lui sicuramente è un grande allenatore, basta guardare un suo allenamento: non guarda mai l’orologio, a volte sembra che sia necessario dirgli di smetterla perché lui continuerebbe sempre. Ha sicuramente una grande passione e, avendo giocato con Totti nelle giovanili della Roma, anche un grande passato”.

Un pronostico: se dovessi puntare su una squadra, chi vincerà il titolo regionale?

“Se continuano così credo che i nostri 2003 siano decisamente i favoriti. L’unico problema è mantenere la concentrazione, per evitare difficoltà quando troveranno squadre del loro livello. Però sono sicuro che Cristian Balice, il loro allenatore, sarà in grado di tenere il gruppo e trovare modi alternativi per tenere alto il livello mentale. È lui la garanzia, come lo sono gli allenatori delle altre categorie”.

Su che base vengono scelti i mister delle squadre?

“Io dico sempre che qualità e esperienza fanno la differenza. Gli allenatori cambiano le squadre più dei giocatori. Io sceglievo e la società continua a scegliere in base alle caratteristiche umane. E’ chiaro che la qualifica tecnica sia fondamentale, ma bisogna vedere cosa ha combinato un mister negli anni e cosa ne pensano le persone che hanno potuto conoscerlo”.

Quali sono i valori che la vostra società, immagino attraverso proprio i mister in prima linea, vuole passare ai suoi ragazzi?

“In questo mondo così superficiale e così tanto legato a modelli predefiniti che i ragazzi vedono sui social, il nostro obiettivo è quello di creare degli uomini. In pochi diventano calciatori professionisti ma è importante che tutti diventino degli uomini, desideriamo che quando smettono di giocare, o anche solo quando vanno a casa, si siano arricchiti dentro: questa è la cosa più importante. È più importante avere la testa che i piedi buoni, anche il mondo del calcio se ne accorge. L’importante è creare uomini, uomini che abbiano una posizione nella società, una dignità loro e si guadagnino il rispetto per quello che fanno, che sia il calciatore o qualsiasi altra cosa”.

Chiudiamo con i progetti più a lungo termine.

“Il progetto a lungo termine è sicuramente di arrivare in Eccellenza con la Prima squadra e stiamo concretamente lavorando per riuscirci. Invece nella Scuola calcio stiamo già ottenendo enormi risultati: abbiamo gruppi competitivi in tutte le categorie. Grazie a questo speriamo, negli anni, di riuscire a formare squadre sempre più forti nelle giovanili, senza aver nemmeno bisogno di andare a cercare i giocatori fuori dalla società”.

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