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Giovedì, 17 Settembre 2015 10:17

Alpignano - Savino Granieri: "Dimissioni irrevocabili, ma non rimarrò fermo a lungo"

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INTERVISTA - L'ex direttore generale: "Mi dispiace non festeggiare i 90 anni della società e lasciare tante persone che ho portato io, ma non ho condiviso alcune scelte del presidente quindi meglio lasciare".

 

"Ho dato le dimissioni per un'incomprensione con il presidente. Non ho condiviso certe sue scelte, quindi meglio uscire subito, con tranquillità e serenità". Parola di Savino Granieri, da sei anni direttore generale dell'Alpignano, in società fin dagli anni Ottanta, uno che ha vissuto il passaggio di proprietà da Giovanni Zanetti a Beppe Ciancio, che si è rimboccato le maniche negli anni bui della società ed è stato protagonista del rilancio che sta portando i biancoazzurri ai vertici del calcio regionale. Tutto al passato, perché ormai Granieri è fuori dall'Alpignano: "Dimissioni irrevocabili", sentenzia.

Ma cos'è successo? "Il presidente ha convocato il direttivo la settimana scorsa, in un momento inappropriato visto che la stagione era appena iniziata. In quella sede ha comunicato alcune sue decisioni che non ho condiviso".

Viene logico pensare alla nomina di Marco Chisari alla vicepresidenza, ma Granieri smentisce: "Non è quello il problema. Chisari l'ho fatto entrare io nel direttivo, abbiamo un ottimo rapporto, le mie dimissioni non sono legate alla sua nomina a vicepresidente. Sono altre le nomine nel consiglio direttivo che io non ho condiviso, ma non faccio nomi perché il momento è delicato. Sia chiaro, le scelte del presidente sono giuste e legittime, ma se io, come direttore generale, non sono d'accordo, trovo corretto dimettermi e andarmene".

Una scelta tutt'altro che facile: "Mi sarebbe proprio piaciuto - ammette Granieri - vivere i 90 anni dell'Alpignano, visto che sento mia questa società. Quando ho assunto la carica di direttore generale, eravamo al 50esimo posto nella classifica del Superoscar, nessuna squadra ai regionali e pochi bambini nella Scuola calcio. Adesso siamo stabilmente nei primi dieci posti, vuol dire che il mio lavoro l'ho fatto e i risultati si vedono. Ringrazio il presidente Ciancio per le opportunità che mi ha dato, perso di aver sempre ripagato la sua fiducia. Mi dispiace anche lasciare le persone che ho portato io in società, da Tridello a Seminerio, da Donegà a Cerutti, tutti gli allenatori e i giocatori. Dispiace lasciare a inizio stagione una struttura che in gran parte ho costruito io. Ma non potevo fare altrimenti".

E adesso? "A me piace fare calcio - conclude Granieri -, non rimarrò fermo a lungo... Alcune società mi hanno già cercato, sto valutando, vedremo".

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