Mercoledì, 27 Novembre 2024

Al Venaria, dove i bambini di domani sognano, nel vento del cambiamento

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REPORTAGE - 7° puntata del nostro viaggio alla scoperta della Scuola Calcio. Oggi in visita al Venaria
 


Tira aria nuova in quel di Venaria. La società del presidente Domenico Mallardo è ha un punto di svolta nel processo di crescita, per quanto riguarda la Scuola Calcio. Marco Scognamiglio, Direttore Tecnico e responsabile del Settore Giovanile, ha preso le redini anche della Scuola Calcio da un mese e mezzo ed è pronto ad una vera e propria rivoluzione, per alzare il livello qualitativo del settore. Uomo di esperienza, a tal proposito ha le idee molto chiare e ci parla dei futuri progetti, attualmente in embrione e che vedranno una loro completa applicazione nella prossima stagione.

"Siamo una società dotata di strutture importanti (3 campi in sintetico e uno in erba) e di numeri significativi (230 bambini iscritti, divisi in 4 gruppi dei Primi Calci, 20-25 Piccoli Amici, 3 gruppi di Pulcini 2009 e 2008 e 3 di Esordienti 2006 e 2007) e questo è sicuramente un fattore di cui andiamo fieri. Ma ciò che fa la differenza è la qualità del lavoro e che a tutti i livelli vi sia un linguaggio e un programma comune. Gli obbiettivi e le procedure messe in atto nel Settore Giovanile, verranno implementate anche per i più piccoli. Anzitutto, dall'anno prossimo ci avvarremo di tecnici tutti provvisti di patentino Uefa. Molti saranno nuovi e sebbene non possa fare nomi, posso dire che diversi arriveranno da società di spessore. Puntiamo con decisione affinché ci venga riconosciuto lo status di Scuola Calcio Elite e vogliamo altresì stabilizzarci come numero di gruppi a 3 per fascia di età. I risultati ottenuti fino ad oggi tra i ragazzi più grandi ci riempiono di orgoglio, siamo una società che porta tutte le categorie ai regionali e la collaborazione con società professionistiche importanti ci giova, come ad esempio col Piacenza, il Novara e l'Alessandria. E grazie al rapporto con Inacio Pià (ex Atalanta, Napoli e Torino tra le altre n.d.r.) che funge da osservatore, stiamo espandendo i nostri confini anche in Lombardia. Tutto questo vogliamo riportarlo in certa misura tra i più piccoli, come metodologie di lavoro e dando loro la possibilità di mettersi in mostra."

Qual è dunque la parola d'ordine con cui iniziare questa esperienza?
Programmazione senza dubbio. Con l'anarchia non si ottiene nulla, è importante che si lavori come un unico organismo, dai piccoli a salire. Che vi sia una precisa ripartizione dei ruoli e che ognuno sappia ciò che deve fare. Visti i numeri, l'organizzazione deve essere precisa, ma stiamo sviluppando dei programmi ben definiti, così come già facciamo nelle giovanili. Ogni squadra avrà, oltre al tecnico, un preparatore atletico, uno per i portieri. E ogni mese dovranno stilare dei rapporti sugli aspetti tecnici e motori, di modo che si possa agire con tempestività e precisione nelle zone dove i piccoli necessiteranno e poter monitorare in maniera chiara la loro crescita. Ovviamente gli allenatori saranno liberi di agire nel modo che ritengono migliore per raggiungere determinati obbiettivi, stando però sempre attenti che gli allenamenti siano adeguati alla fascia di età verso cui si rivolgono. Ci preme inoltre ricordare che a livello di giocatori, non abbiamo aiuti dai professionisti e uno dei nostri obbiettivi è sicuramente far si che alla prima squadra arrivi un gran numero di elementi provenienti dalla cantera, che facciano tutto il percorso da quando son piccoli.

E dal lato umano come vi porrete nei confronti del bambino?
La parola stessa Scuola Calcio, ci indica verso dove dobbiamo indirizzarci. Come scuola appunto, dobbiamo porci a 360° nei confronti del bambino, puntando a tutte le componenti della crescita, non solo come calciatore. Dobbiamo essere educatori oltre che allenatori ed è per questo che nei report mensili verranno integrati aspetti cognitivi e comportamentali del piccolo. L'educazione è un punto su cui dobbiamo premere e una delle cose che mi preme modificare è l'idea che si guardi alla partita solo in funzione del risultato. Spesso anche i mister sono concentrati solo su questo aspetto e ciò non va bene, è una politica su cui agirò sicuramente. Per il piccolo poi metteremo a disposizione una figura di riferimento che funga da psicologo e supporto, un cosiddetto mental coach.

E per i genitori come agite?
Sono molto chiaro fin da subito. A inizio anno firmeranno un codice comportamentale con precise norme da rispettare, tutti esclusi i Primi Calci. Chi non vuole adeguarsi, lo sa fin da subito e casomai questo codice venisse infranto, attueremo un primo richiamo e in caso di recidiva, seppur a malincuore metteremo atto all'allontanamento. C'è bisogno di gente positiva, dentro e fuori dal campo. Anche se possiamo dire che qui al Venaria non siamo mai stati protagonisti di episodi tanto spiacevoli.

Ci sarà spazio per il calcio femminile in questa riforma? 
Attualmente no, c'è già molto da cambiare e sviluppare e in questo momento non è pensabile un'espansione della società al calcio femminile. Personalmente sono favorevole e credo non abbia nulla da invidiare come tecnica ed impegno al calcio maschile, ma è pur sempre un calcio di un altro tipo, che necessità di una preparazione e di un approccio completamente diverso. Che ci si dedichi in maniera completa e che si formino allenatori e gestori che si relazionino in tutt'altra maniera rispetto a come farebbero per i maschietti. In futuro chissà, vedremo.

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