INTERVISTA - Quando si indossa la fascia da capitano si indossano anche gli abiti del leader, del trascinatore. Bisogna sempre essere pronti a supportare i propri compagni e quando la giornata sembra andare male non c’è tempo per demoralizzarsi. Dotato di carisma, voglia di vincere e considerato un punto di riferimento per gli altri, Francesco Caruso, capitano della Bruinese, si racconta.
Come definiresti la tua squadra?
“Se devo scegliere una frase la definirei una squadra che non molla mai e che ci crede fino alla fine”.
I tuoi punti di forza.
"Sono bravo a difendere e a portare palla al piede. Nell’uno contro uno so studiare bene l’avversario e so temporeggiare. Attacco quando lui si avvicina alla porta e quasi sempre riesco a strappargli la palla”.
Hai giocato in altre società?
“Ho giocato 8 anni al Torino. Adesso sono al secondo anno con la Bruinese”.
Cosa vorresti migliorare?
"Quello che provo a fare durante gli allenamenti è migliorare sulle palle alte, perché ancora non riesco a controllarle perfettamente”.
Obiettivi di fine stagione.
“Volevano arrivare tra i primi tre al termine della stagione e questo è un obiettivo che ci siamo posti con il mister a settembre, ogni partita speriamo di vincere”.
Rapporto con i compagni.
“Ho un bel rapporto, ridiamo e siamo amici sia dentro che fuori dal campo. Roberto Baron, Federico Di Salvo e Marco Aloj sono quelli che reputo la mia spalla destra in campo”.
Come influenzi la tua squadra?
“Penso di essere un leader; essendo il capitano do forza a tutto il gruppo. Quando ci sono dei momenti in cui stiamo giocando male o ci stiamo demoralizzando tendo a dare la carica ai miei compagni e vedo che molte volte loro mi seguono”.
C'è un mister che ricordi con affetto?
“Tutti mi hanno trasmesso tanto; mister Kevin Lussiana e Federico Locci hanno un posto particolare. Soprattutto con l’ultimo avevo un rapporto molto forte; credeva molto in me e mi stimolava a dare il massimo.
Non posso poi non citare Fabio Tessarin. C'era un bel rapporto affettivo, mi dava una carica speciale e continua a farlo. Inoltre è lui che mi ha spinto a rimanere qui alla Bruinese. Avevo delle offerte, tra cui Alpignano e Bacigalupo, ma mi ha coinvolto con le sue parole, facendomi sentire al centro del progetto. Lo ringrazio tanto per i consigli che mi ha dato”.