INTERVISTA - Il bomber del Quincinetto Tavagnasco sta disputando una grande stagione e a suon di gol lotterà fino all'ultimo per la salvezza dei suoi. Con nel cuore un sogno chiamato Inter
Continuiamo ad esplorare la provincia del gol parlando con Matteo Pianese. 1.70 per 55kg, la punta di diamante del Quincinetto Tavagnasco sta disputando una eccellente stagione coi suoi e a suon di gol sta trascinando i nero-gialli, in piena lotta per una salvezza diretta. Dagli inizi nell'Ivrea Banchette, passando per lo Strambino e gli ultimi due anni al Bollengo Albiano, il suo primo anno nei regionali è di assoluto livello e parla, per ora (18° giornata), di 16 marcature messe a referto. Figlie di un inizio di campionato un po' stentato da parte di tutta la squadra, che però ha iniziato a macinare punti e viene da un bel filotto di cinque risultati utili consecutivi.
"Abbiamo avuto delle difficoltà all'inizio, perché giochiamo un calcio non speculativo. Il mister cerca di farci fare un gioco propositivo sempre, in ogni situazione e ci è voluto un po' per assimilare bene i concetti. Ma piano piano ci siamo riusciti e stiamo risalendo. Penso che potremmo puntare anche più in alto, ne abbiamo le qualità e lo abbiamo dimostrato. Credo la partita simbolo di questo sia stata la vittoria per 7-3 con la Rivarolese, l'inizio della nostra risalita. In assoluto per ora la partita più bella che abbiamo disputato, come gruppo e per me come singolo, avendo per giunta siglato una tripletta. Tra l'altro viene subito dopo quella che è stata la nostra peggior prestazione, il 3-7 subito dal Lucento. Da lì è cambiato qualcosa".
Quali sono state le tappe importanti per il tuo percorso di crescita?
"Il Bollengo Albiano avrà sempre la mia riconoscenza, per i due anni passati con loro. Come tecnico invece è stato importante Simone Margaro dello Strambino, che è stato il primo ad insegnarmi gesti tecnici. Ed è ottimo il rapporto con l'attuale tecnico del Quincinetto. Spero di migliorare ancora".
In cosa principalmente?
"Sotto due aspetti credo di aver bisogno di lavorare di più: sul gioco aereo e nella fase difensiva. E' importante quando mi si richiede aiuto, magari durante i calci piazzati. Il lavoro per la squadra è importante, dopotutto mi ispiro ad un giocatore che fa del sacrificio uno dei suoi punti migliori".
Cioè?
"Luis Suarez del Barcellona. Un esempio. E' il tipo di punta a cui spero di somigliare, anche perché tra le qualità che mi riconosco ci sono quelle tipiche di un bomber del genere, come la rapidità di movimento e la tecnica".
Quali sono le tue speranze per il futuro?
"Nel breve periodo, spero di venir notato da qualche società professionistica e magari poter l'anno prossimo far parte della rappresentativa di categoria. Poi chissà, arrivare più avanti anche a giocare in serie C sarebbe un bel risultato. Per noi ragazzi che giochiamo in provincia è più difficile venir notati, abbiamo molti meno occhi addosso. E magari quando viene un osservatore, possiamo sentire la pressione sapendo che potremmo avere un'opportunità, a livello mentale è più complicato, dobbiamo sempre farci trovare pronti".
Il sogno?
"Da tifoso, so che è una cosa difficilissima, ma giocare nell'Inter sarebbe fantastico".