Giovedì, 07 Novembre 2024
Lunedì, 28 Dicembre 2020 12:06

Under 15 regionali - Il Chieri: una sfida personale per Andrea Alfieri

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L'INTERVISTA - Sisport, Cit Turin e infine Chieri con la speranza di ricevere un'altra chiamata dall'Alessandria con cui ha fatto tre allenamenti. 


Abbiamo intervistato Andrea Alfieri, aggregatosi alla comitiva di sir.Zaccarelli. Con il Chieri in un girone per nulla semplice, ha segnato al Superoscar e si è tolto la soddisfazione di battere il Chisola insieme alla sua squadra. Dedizione, intelligenza e perseveranza, i tre ingredienti per sperare in una chiamata di una prof. 
 

-Ciao Andrea, quando hai cominciato a giocare a calcio e dove?
“Ciao, ho cominciato a giocare a calcio quando avevo 5 anni con i miei a scuola; dopo poi sono andato alla J-stars che poi si è trasformata in Sisport. Ho fatto 3 anni al Cit Turin fino allo scorso anno e ora sono al Chieri.

-Qual è la tua idea su questa nuova società che ti ha seguito e fortemente desiderato?
“Il Chieri è una società molto valida. Dovevo andare li già da Gennaio; per me essere al Chieri vuol dire mettermi alla prova, giocare con persone che magari sono anche più forti di me. Si tratta di sudare per guadagnarsi il posto da titolare, è una questione di crescita personale e professionale. Non sono di certo andato al Chieri solo per vincere”.

-Che rapporto hai con i tuoi compagni di squadra e con Edoardo Zaccarelli?
“Sin da subito mi sono trovato bene e a mio agio. Conoscevo già due persone quando sono arrivato, ora però ho fatto amicizia con tutti, siamo un bel gruppo. Penso che io e il mister abbiamo condiviso quella sensazione che si prova quando si arriva in un ambiente nuovo. Lui si è imposto giustamente delle aspettative per una squadra importante come è il Chieri. E’ una persona molto professionale dentro al campo; sa combinare bene i momenti di serietà e quelli scherzosi. E’ così che si unisce uno spogliatoio”.

-Quali sono i tuoi obiettivi a livello individuale e quali invece a livello di organico?
“Il nostro obiettivo come squadra è quello di vincere, perché abbiamo potenziale, tecnica e tenacia per farlo. Bisogna impegnarsi partita, dopo partita e durante gli allenamenti, tutto questo poi si rispecchierà sul risultato del weekend. Ogni gara ha dietro 70’ minuti, non bisogna dare nulla per scontato. A livello personale invece il mio obiettivo è quello di far bene e di migliorare con l’aiuto dei compagni e del mister”.

-Sei andato, non molto tempo fa a fare un provino all’Alessandria. Raccontaci le tue emozioni.
“Ad Alessandria ho fatto 3 allenamenti, ero spaventato ma allo stesso tempo ero felice perché avevano notato me. L’ansia è spartita gi9ocando e facendo gli allenamenti, sono una grande società e anche una grande squadra, sono rimasto in contatto con alcuni dei ragazzi”.

-Ci racconti come hai passato il periodo del lockdown e quindi lo stop del calcio? E’ stata dura ripartire dopo?
“Lo stop è stato inaspettato, prima ci siamo ritrovati a casa da scuola e poi non siamo più potuti andare nemmeno ad allenarci al campo. E’ stato un periodo triste e difficile per tutti, cercavo di tenermi occupato più che potevo. Noi ci siamo allenati attraverso delle videochiamate, abbastanza strana come situazione, ma lo abbiamo fatto. Tra un quadro e un vaso rotto e mamma che non era molto felice mi sono preparato più che ho potuto per il ritorno. A livello fisico mi sentivo preparato, abbiamo sofferto un po’ tutti a livello di gioco”.

-C’è un giocatore famoso a cui ti ispiri?
“Mi piace Pirlo. In realtà è da quando ho sono piccolo che lo ammiro, all’inizio perché si chiama come me. Pirlo ha un carattere umile, parla poco, ma fa vedere quello che conta sul campo”.

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