Lunedì, 25 Novembre 2024

Si ricomincia ... ma non ci si era mai fermati

Torino, 03/01/2017

 

<<Io ne ho viste di cose che voi umani non potreste mai immaginare. Bambini e ragazzi alla ricerca di un pallone per giocare nelle feste natalizie. Palleggi nei corridoi di casa con alberi di natale sfasciati. Partite interminabili tra natale e Capodanno nelle vie e nei cortili. Papà alla ricerca delle foto del proprio ragazzo mentre fa gol per rivivere momenti magici. Mamme disperate dei vasi rotti con il pallone. E’ tutti quei momenti andranno perduti come lacrime nella pioggia.

E’ tempo di giocare!

 

Questo, parafrasando, come disse l’attore Rutger Hauer nel film “Blade Runner", potrebbe essere il titolo della fine delle feste natalizie e la pausa calcistica dei nostri ragazzi ma anche dei disperati genitori che, in questi giorni hanno vissuto l’astinenza del calcio. Tra un piatto di lenticchie e cotechino e una fetta di panettone, papà e mamme a raccontare a parenti e amici, le mirabolanti imprese calcistiche del proprio ragazzo, messaggi segreti tra i bambini per organizzare, tra natale e capodanno, una partita, interminabile, nei cortili o nei campi del parco giochi, per inaugurare le nuove scarpette ricevute come regalo di natale, passaggi nelle scuole calcio con i cancelli chiusi, perché non si sa mai magari hanno riaperto, telefonate tra i vari genitori della squadra del proprio ragazzo per sapere quando iniziavano gli allenamenti e i tornei post natalizi. Tutto questo con l’ansia di chi, per solo una decina di giorni, non è riuscito a staccarsi e riposarsi dalle fatiche e impegni che il proprio figlio impone con il calcio.

 

 

Ora è tempo di giocare. Ora è tempo della ripresa degli allenamenti, con gioia dei ragazzi e sollievo dei genitori, ora è il tempo dell’inizio dei tornei o di quelli sospesi per le feste. Si ricomincia con orari impossibili, con le corse al campo, con gli impegni delle partite. I papà sono sicuramente stati i più attenti, almeno quelli che hanno il campione in casa, alla dieta e se il proprio figlio ha messo la “pancetta”, senza guardare la propria che è gonfiata a dismisura per i pranzi natalizi sempre più abbondanti: <<Sai che ti dico Luca? Andiamo a fare una corsa così smaltiamo tutti i grassi accumulati. Così quando ritorni agli allenamenti sarai in forma>>. Nel frattempo, ma questo è il calcio giovanile, si sono venuti a sapere di compagni della propria squadra che, vittime della stella di natale che ancora continua a volare in cielo, hanno improvvisamente cambiato società e portato il figlio a giocare da un’altra parte, complice la possibilità di svincolo natalizio previsto dal regolamento: <<Ma come mai?Ma sai ero stanco di vederlo sempre in panchina è giocare poco. Pensa che come lo hanno visto al provino, il Mister lo ha messo subito in prima squadra. Così si prende una bella rivincita>>.

 

Sempre la solita storia, i papà allenatori insoddisfatti non si sono fermati neanche con la nascita del “Bambinello Gesù”, imperterriti nel cercare sempre il “primo gruppo” ovunque esso sia perché, secondo lui il proprio ragazzo è forte e non era considerato dal “Mister”. Sarà magari vero, o forse indispettito perché quella società ha fatto giocare le proprie squadre anche durante le feste natalizie, in quei tornei più o meno blasonati, magari vincendoli mentre la sua società non aveva organizzato nulla, e allora lo porta li, magari l’anno prossimo per Natale giocherà anche lui invece di stare a casa. In particolare i papà che hanno i propri ragazzi nella categoria Esordienti 2004, che sarà l’ultimo anno di scuola calcio, in quanto la prossima stagione entreranno nel settore giovanile. Eh già. Perché adesso incominciano le ansie, le notti insonni se il proprio figlio verrà riconfermato, o piuttosto come accade spesso, essere chiamati a Giugno a fine scuola calcio, per sentirsi dire che per il proprio ragazzo, seppur bravo, non ci sarà posto nel settore giovanile.

 

Purtroppo questi ed altri aspetti, sono i lati negativi di un calcio giovanile sempre più in declino sotto il profilo del sano gioco.  E’ l’eterna lotta tra i genitori e i figli più o meno bravi, con le società che sono sempre più tese ad avere solo gente brava tecnicamente, lasciandosi alle spalle ragazzi che magari per cinque o sei anni sono stati con loro. Una pratica, se si vuole, poco ortodossa ma che si ripete ad ogni annata nell’ultimo anno di scuola calcio, creando sempre più divisioni e lacerando in tanti ragazzi quello spirito di divertirsi correndo dietro un pallone: perché si inizia a far sul serio, squalifiche, panchina, tabellini, pagelle nei giornali ecc. Mi domando: ma tutti quei ragazzi che vengono lasciati a fine scuola calcio e che non trovano più posto dove vanno? Eh si. Se sono veramente scarsi non dovrebbero prenderli nessuna società. O mi sbaglio? Forse non mi sbaglio, perché alla fine essendo soggettiva la valutazione tecnica e individuale che si fa sui ragazzi, ci sarà sempre qualcuno che per lui quel ragazzo ha delle qualità e può benissimo giocare. Per fortuna è così. E poi magari quei ragazzi si riveleranno più bravi dei loro ex compagni che erano stati sopravalutati. Insomma, il nuovo Anno non ha portato nulla di nuovo, ha solo cancellato per qualche istante, ma ha lasciato tutto così come era prima. La speranza è che la Befana nelle calze porti, oltre al carbone e i dolci, anche una buona razione di saggezza e umanità per questo sport sempre più decadente e schizofrenico. Portandosi via, non solo le feste, ma tutte quelle malinconie che spesso vedo negli occhi di tanti ragazzi che lo giocano e nei loro genitori, sempre più delusi da uno sport che predilige l’incasso piuttosto che il far vivere in serenità il gioco del calcio.

 

A proposito: a Comelico Superiore, il paese in provincia di Belluno, dove si gioca esclusivamente per le vie o le piazze del paese, così deciso da una attenta amministrazione comunale, il torneo di natale è iniziato la vigilia e si è concluso il primo dell’anno, giocato da tutti i bambini e ragazzi di tutte le età ininterrottamente senza tregua. Un bel torneo, divertente e pieno di gol, giocato nei vicoli e nelle vie, tra un pranzo di Natale e Santo Stefano, nella notte del primo dell’Anno, affollati da papà, mamme, nonni e villeggianti; non c’è stato nessun vincitore e tutti sono stati premiati, tutti i ragazzi si sono divertiti e nelle pause delle partite giocate si è mangiato magari qualche fetta di panettone o bevuto qualche bicchiere di spumante. I rigori? Li hanno tirati i nonni i più attenti al divertimento dei propri nipoti. Roba d’altri tempi che non esistono più se non nel mio ricordo di ragazzino.  A tutti voi il mio affettuoso augurio di un Buon 2017!

 

 

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