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Domenica, 28 Dicembre 2014 11:29

Massimo Ricardo: "Voglio tornare a Chianciano, poi farò il direttore sportivo"

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INTERVISTA - L'allenatore del Chisola senza peli sulla lingua. Sulle società: "Ho lasciato la J Stars perché mi avevano chiesto di fare il direttore sportivo, poi è arrivato un altro: per me le parole contano". Sugli allenatori: "Mercuri e Brighenti i migliori, poi tanti ciarlatani". Sui giocatori: "Rosso il miglior centrocampista". E tanto altro...

 “Negli ultimi quattro anni ho cambiato quattro società, mi piacerebbe rimanere per un po' di tempo nello stesso posto... Perché tanti cambiamenti? Io ho un carattere difficile, è vero, ma non accetto compromessi e non mi piacciono le prese in giro. Non abbasso le orecchie se qualcosa non mi piace, ho una faccia sola e una sola parola. Ma pretendo che gli altri si comportino allo stesso modo nei miei confronti, visto che io tengo alto il nome della società per cui lavoro. Basta come risposta?”

Basta e avanza a descrivere chi è Massimo Ricardo, classe '76, ormai da anni allenatore di vertice nel panorama regionale, da questa stagione sulla panchina degli Allievi del Chisola. Come ti trovi nella tua nuova società?

“Bene, niente da eccepire. Con il presidente, con Calcia, Scalia e Mercuri ho un ottimo rapporto, l'inserimento è stato buono nonostante qualche difficoltà iniziale dovuta all'amalgama di un gruppo tutto nuovo, difficoltà ampiamente messa in preventivo e superata tutto sommato nel modo giusto. Sono contento della squadra, anche se c'è ancora molto da migliorare”.

Nei provinciali avevate un girone tosto. Per un momento hai pensato di non farcela?

“Nei provinciali abbiamo sbagliato la prima partita, come abbiamo sbagliato la prima partita nei regionali, per errori diciamo tecnici, non di testa o di approccio. Di positivo c'è che non abbiamo mai perso concentrazione e ritmo, siamo arrivati primi nella fase provinciale, e adesso siamo primi in quella regionale...”

Avete anche preso Vilardo, strappandolo alla concorrenza della J Stars.

“Sono contento, Vilardo è un ottimo giocatore, una punta esterna con confidenza con il gol, e poi è un figlio di androcchia – si può dire? - uno che è sempre meglio avere in squadra che contro... Contro di noi, ha preso la traversa su punizione e la palla è tornata fino a centrocampo, mentalmente io l'ho preso in quel momento, poi è stata brava la società ad accontentarmi”.

Domanda banale: dove volete arrivare?

“Vogliamo arrivare fino alla fine, inutile nascondersi dietro un dito. Senza presunzione, con grande umiltà e attraverso il lavoro, ma squadre come il Chisola devono puntare al titolo”.

Chi sono le avversarie più agguerrite?

“La favorita alla vittoria finale è sicuramente il Cuneo, è un gradino superiore a tutti. Poi ci siamo noi e altre 4/5 squadre... Vediamo, nel girone più difficile ci sono Pro Settimo, Lucento, Alpignano e Settimo, tutte grandi squadre. Nel girone del Borgaro... c'è il Borgaro. Anche in quello del Cuneo non c'è storia. Noi ce la vedremo con l'Atletico Torino, che verrà fuori alla distanza”.

Atletico Torino più del Derthona, che ha i vostri stessi punti in classifica?

“Secondo me, sì”.

Dai, giochiamo con la tua profonda conoscenza della categoria. I giocatori più forti, per ruolo. Siamo buoni: esclusi i tuoi.

“Beh per fortuna, se no sai sarei stato in difficoltà... Vediamo, in porta Zamariola del Cuneo è una spanna sopra tutti, poi direi Neirotti dell'Alpignano e Lazzarato del Lucento. In difesa Camoletto del Lucento e Gentile dell'Alpignano. A centrocampo dico subito Rosso del Cuneo, poi ce ne sono tanti... facciamo Bertetto della Pro Settimo. In attacco segnalare Agostini dell'Alpignano è banale, e allora cito Fadda del Settimo”.

Passiamo ai colleghi. I tre migliori allenatori degli Allievi.

“Simoniello del Derthona è un personaggio, molto simpatico, mi è piaciuto molto quando ci ho giocato contro, quel giorno aveva più grinta di me... Poi Piazza dell'Alpignano, è bravo. E il mio amico Mario Goglia, alla fine riesce sempre ad arrivare dove vuole”.

Mica è finita qui: i tre migliori delle altre categorie.

“Mercuri e Brighenti, così non mi sbaglio. E poi ci sono anche un sacco di ciarlatani, mi confondo...”

Chissà quante orecchie stanno fischiando in questo momento... Passiamo alle società. La J Stars l'anno scorso ha dominato, chi vedi bene quest'anno?

“Nessuno, non c'è una società che prevale sulle altre, c'è una mappa di favorite distribuite nel territorio e nelle categorie. Le società sono sempre quelle, ma che possano fare una “doppietta” di titoli regionali come la J Stars l'anno scorso forse ci sono solo Chisola e Lucento. Comunque vincere con Allievi e Giovanissimi è difficilissimo”.

Ripercorriamo la tua carriera, così possiamo spendere qualche altra parola buona... Hai iniziato alla Scuola calcio della Gabetto.

“Ho iniziato dai Pulcini e fatto tutta la trafila, è stato utilissimo, è un'esperienza che non fanno in tanti. Quando alleni i ragazzi, ti rendi conto delle loro mancanze di preparazione perché tu, negli anni e nelle categorie precedenti, hai colmato quelle stesse mancanze, tecniche nella Scuola calcio e tattiche dai Giovanissimi in poi. Sclero quando negli Allievi mancano basi che dovrebbero essere già state insegnate nella Scuola calcio. Perché nel calcio non si inventa nulla e il frutto del lavoro si raccoglie negli anni. Posso fare un esempio?”

Prego.

“Quei '97 che hanno vinto il titolo nazionale con la J Stars, io li ho allenati nei Giovanissimi fascia B, abbiamo fatto i provinciali. Quei ragazzi hanno fatto tutto un percorso, un anno con me, due anni con Petrucci e uno con Buonagrazia, il lavoro di tre allenatori è andato a completarsi nell'ultimo anno. Poi ogni stagione ha la sua storia, ma se vuoi ottenere certi risultati devi fare così”.

Al Chisola è così?

“È il lavoro che dovrebbe fare una società come il Chisola, penso e spero che vogliano farlo. Ma per riuscirci devi avere quattro allenatori importanti”.

Torniamo alla tua carriera. Dopo la Gabetto, solo grandi società.

“Tre anni a Orbassano, con Cascino e De Laurenti presidenti, con buoni risultati nelle giovanili. Qui ho conosciuto Renato Carrain, l'unico direttore sportivo vero che ho avuto, competente e furbo, sempre capace di assemblare un team di allenatori che facevano gruppo. Poi due anni al Collegno Paradiso, nella gestione Gibin, ho fatto gli Esordienti '93 e '94 con grandi gruppi, mi sono divertito davvero tanto. Quindi un anno al Lucento, stendiamo un velo pietoso....”

Addirittura?

“No dai, mi sono trovato bene fino a tre mesi dalla fine, poi non si sono comportati bene con me, non mi mandavano i ragazzi più piccoli quando li convocavo, cose così. Ma ci ho messo una pietra sopra, adesso ci salutiamo e siamo in buoni rapporti”.

Finalmente, J Stars.

“Sì, tre anni fantastici, una finale regionale con i Giovanissimi, l'anno dopo il titolo con la categoria Allievi fascia B, classe '94, il mio unico titolo”.

Poi Atletico Gabetto, un anno con i Giovanissimi.

“Con Ferramosca piu di un anno non puoi stare...”

Quindi Chieri, ancora una volta per un solo anno.

“Dovevo fermarmi con gli Allievi '97, e invece mi hanno proposto di ripartire con i '98, ma non abbiamo trovato l'accordo economico e me ne sono andato. Volevano la botte piena e la moglie ubriaca, io avrei semplicemente voluto ricevere lo stesso trattamento riservato ad altri allenatori”.

Di nuovo J Stars, di nuovo per una sola stagione. Perché?

“Avevo una parola con il presidente (Marco Isnardi, ndr), dovevo diventare direttore sportivo al posto di Renato Carrain. È vero che sono andato via due anni, ma nelle stagioni che sono stato lì ho portato davvero tanti giocatori, in tutte le annate. A quel punto il minimo era fare il direttore sportivo. Me l'avevano proposto loro un anno prima, poi invece è arrivato un altro. Per me le parole hanno un peso, se no meglio stare zitti. Comunque rimanere solo come allenatore non mi gratificava più, e me ne sono andato”.

Chisola, finalmente. In panchina e non dietro una scrivania. Come mai?

“Mi hanno proposto un gruppo importante, non mi sono lasciato scappare l'occasione. Poi mi hanno fatto sentire importante, la sera ho detto alla J Stars che non mi sarei fermato, la mattina dopo mi ha chiamato Gigi Calcia, mi ha fatto piacere. Il Chisola è una società che ho sempre stimato, ci siamo giocati tante partite importanti, tante finali, ma sempre con lealtà, come dovrebbe essere nel calcio. Non ultimo, le parole di Urban e Mercuri sono state fondamentali”.

Prossimo obiettivo, direttore sportivo?

“Vorrei un titolo regionale nella categoria piena e tornare a Chianciano da allenatore, stavolta con una squadra tutta mia.. Dopo, potrò fare il direttore sportivo, sicuramente mi piacerebbe”.

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